venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

Nome:

17 novembre 2011

undicinovembre 2011

E' tempo ancora di parlare di bolla, io credo, anche se abbiamo utilizzato termini più forbiti e più accurati.
Abbiamo cercato di parlare di individualità e superamento di essa ma possiamo anche riporre termini quale bolla e il bisogno di renderla permeabile affinché gli altri possano toccarti, renderla permeabile affinché tu possa toccare gli altri.
L'individualità è una grande cosa, non vi è dubbio, l'individualità è una costruzione che ha obbligato l'uomo fin da quando, bimbo, è stato costretto per essere riconosciuto ed accettato a costruire questa individualità, mettendoci energia, mettendoci tutto quanto possedeva affinché l'appartenenza al gruppo, alla società, fosse dichiarata...ma proprio la meticolosità, l'attenzione, l'impegno a creare questo uomo è solamente perché tutto ciò venisse abbandonato, ma non è stato tempo sprecato, ne sono certo. È stato funzionale affinché prendesse spessore, prendesse colore e forma quella individualità, quella possibilità di esprimere arbitrio, presenza, componente.
Anch'essa, questa crosta, questa bolla, può divenire un limite, una prigione, una costrizione se non le si dà il reale senso, la reale immagine. Io credo che si possa superare l'individualità anche nel momento in cui l'uomo esprime la massima potenzialità dell'essere individuo; è una proiezione, è un lanciare lontano l'attenzione, è uno stabilire obiettivo di ricerca al di fuori di quella che è la zona conosciuta, là dove il buio ancora cela ciò che è.
C'è stato il momento in cui questo cerchio cercò il bisogno di superare i limiti fisici dandosi la vocazione e l'intenzione della cura dell'altro ma per fare ciò bisogna superare i limiti di quella che è l'individualità, bisogna permettere che la bolla, ancora -sì- presente e che limita l'espressione dell'uomo nella sua individualità, possa divenire permeabile, creare le condizioni affinché ciò che vela, ciò che chiude possa divenire porta.
L'uomo nella sua fisicità, nel limite della propria individualità, ben difficilmente potrà superare quelle che sono le leggi fisiche che appartengono alla dimensione fisica e materiale dell'uomo ma noi ben certi sappiamo che aldilà di quella fisicità esiste quella componente spirituale immutabile che non ha limiti nella quantità e nella qualità, o nella purezza della sua possibilità, ma per giungere ad attivare quella qualità che appartiene all'uomo – e ben lo sappiamo – è presente ed attiva nella sua fissità, nella sua immutabilità, bisogna far sì che il limite, la crosta, la bolla possa essere superata, valicata.
Credo che l'individualità sia una grande forza, sia una grande e potente condizione; l'individualità esorta l'uomo ad esprimere le sue migliori possibilità, rassicura l'uomo della sua qualità, permette all'uomo di essere riconosciuto ed apprezzato per il suo essere uomo, per il suo essere individuo, dando nome e cognome a quella che è la forza che esprime e l'affermazione di appartenenza...ma esistono dei limiti dati proprio dalla concretezza della fisicità dell'uomo. È facile percepire, tastare, sodare quelli che sono i limiti della bolla, è facile intuire il limite della possibilità di intervento sull'altro, perché se non bastasse il limite della propria individuale bolla, esiste il limite dell'altro, con la propria individuale bolla.
Arduo compito vi deste nell'affermare vocazione, quasi bisogno, dell'aiuto all'altro ma in fondo era un bisogno che avevate riconosciuto in voi, quel bisogno che vi costringeva a tastare il limite della vostra individualità, era lanciare credo, affermare con forza credo di poter superare i limiti della vostra fisicità e della vostra individualità, era un bisogno di lanciare lontano la vostra presenza e la vostra mira. Probabilmente non era certezza e consapevolezza della possibilità ma semplicemente il bisogno di creare campo d'azione al di fuori della vostra individualità, della vostra bolla e tutto ciò è chiaramente buono...ma il limite rimase tale.
Parvenze, squarci inconsapevoli di possibilità, di nuovo il ritorno all'interno della bolla per dare maggiore qualità, maggiore sostanza, armi più capaci per rilanciare l'azione al di fuori e aldilà.
È tempo di portare la vostra azione, dopo che l'attenzione già là giunse, là dove la bolla non vi protegga.
Io credo nel superamento dell'individualità, io sono certo possa avvenire...per chi come voi ha praticato lo spiritismo – già tante volte ve lo dissi – ha misurato questo limite dell'individualità libera dai paletti della fisicità.
Credo che sia indispensabile oggi, qui, che il limite possa essere saggiato anche a livello individuale, che l'azione nella ricerca possa essere in qualche modo portata là dove il quotidiano urge bisogno.
L'intenzione...è il termine che stiamo cercando di riproporre; l'intenzione affinché la ricerca possa essere testimonianza nell'ogni giorno, nel quotidiano, possa essere lievito, possa essere energia e direzione per ciò che voi siete anche al di fuori di questo incontro, di questo cerchio...che in fondo questo cerchio non sia che coagulo dell'azione perseverante e certa della vostra ricerca.
L'individuo ha bisogno dell'altro; l'uomo ha bisogno di riconoscere qualità e spiritualità nell'altro.
È possibile...è possibile intuire, è possibile leggere, è possibile aiutare e sanare anche ciò e anche chi l'individuo non è.
Un invito: portate la ricerca, testimoniatela, fate sì che sia bisogno...è importante.
Il timore è che il corpo comune all'interno di questo cerchio diventi delega affinché qualcuno possa trascinare, con sé portare; riaffermate podestà del vostro agire, forzate la ricerca dando ad essa il vostro nome.
È possibile, io credo, creare momenti in cui possiate lanciare al di fuori di quella che è la vostra bolla l'attenzione e l'azione; avete uno strumento grande, avete una consapevolezza ormai acquisita da tanto tempo riguardo a ciò che è il mondo spiritico, chiedete ad esso aiuto. Non è indispensabile la frequenza del cerchio, l'attenzione e la partecipazione dei compagni che con voi lo formano; portate il vostro strumento, la vostra individualità, sodatela, affermatela e proiettatela attraverso l'intenzione al di fuori di quello che è il limite della bolla, , trovate tempo nel quale veramente cercare quella componente alla quale accreditate così tanto valore senza cercarne l'azione: la terza componente, la componente spirituale, quella che immutabile dà testimonianza dell'Essere Unico.
Cercate di farla emergere, è possibile, io credo, senza per forza negare quella che è l'individualità; ricordate che l'individualità non è che la somma e in questa somma anche la dimensione spirituale ha da essere attiva.
Vi dissi anche però di far sì che essa non prevarichi il limite delle altre due; un modo potrebbe essere l'attenzione individuale, il creare quel momento in cui le tre componenti possono esprimere la propria presenza, trovare un momento in cui cercare quella dimensione che ben conoscete...potete farlo individualmente senza timore di tradire nessuno, neanche voi stessi. Sia fatta con attenzione però, sia fatta affinché la completezza venga affermata e non la negazione di componenti che possono essere considerate pesanti o d'intralcio; fate sì di esserci nella completezza...già dovrebbe essere consapevolezza vostra che cercare di spegnere, costringere quello che è il vostro corpo, la vostra mente, non porta a nulla.
Nell'attenzione il vostro corpo sia presente, messo in una posizione anche scomoda affinché possa gridare la propria difficoltà; la posizione non sia comoda, il tepore non sia d'aiuto. In questo modo meno facilmente può essere spenta la presenza del corpo ma nel disagio, nella difficoltà possa esprimere la propria presenza affinché la mente ne colga il segnale e cerchi artifici per poter calmare, alleviare. Lasciate libero spazio alla mente, non cercate labirinti che la imprigionino perché è impossibile poterla chetare, già ve lo dissi, anche quando non ne siete coscienti la vostra mente lavora incessantemente, così come fa il corpo utilizzando le proprie pompe per poter mantenere vivo, caldo, lo strumento che vi sostiene. Non cercate di chetarla, lasciatela girare, lasciatela lavorare affinché non cerchi più la vostra attenzione, che lavori così come debba fare, così come già avviene per il sonno.
Coscientemente abbandoneranno la difficoltà e l'attenzione continuando a lavorare e a essere presenti pompando e definendo sempre meglio la propria presenza; è in questa condizione che creerete la stabilità che ha come specchio quello che è il Movimento Originale.



Lontani fuochi attireranno la vostra attenzione, fuochi ai quali è desiderabile accostarsi per trovare ristoro, tepore creato non da fiamme di fuoco ma da presenze che, simili a voi, riconosceranno la vostra presenza.
Non cercate nessuno in particolare, sie esso l'Essere Unico oppure io che vi sto parlando, ma semplicemente cercate di proiettare al di fuori di voi quella che è la vostra presenza, la vostra attenzione e la vostra azione.
Credo che sia il modo per superare la bolla, l'individualità, senza per questo donarla e cederla perché ancora non ne siete padroni e mai potreste veramente donarla e cederla.
Il dono è innanzitutto affermazione di proprietà, il dono è consapevolezza di non averne più bisogno, il dono è la vera espressione d'amore alla quale, però, io credo voi possiate solamente tendere, incapaci così come ancora io incapace sono.