venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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01 novembre 2011

ventottobre 2011

Superamento cosciente dell'individualità.
Temo che dovremo parlarne ancora per molto tempo perché è una frase che contiene tante cose, tanti suoni, tante aspettative...e cercherò un poco meglio, questa sera, di dare un piccolo senso in più nel mio dire riguardo al superamento cosciente dell'individualità.
Non vi è dubbio che l'uomo che cammina e che pensa, l'uomo incarnato, l'individuo, sia in grado di superare la propria individualità e può farlo credo solo coscientemente.
Le favole che raccontano di illuminazioni, di stati di grazia inconsapevoli, siano delle favole...ma il superamento dell'individualità è indispensabile che sia cosciente, che l'uomo sia presente nella sua integrità nel superamento del limite dell'essere fisico dell'uomo.
È vero, già legai questo stato al corpo comune, perché solamente in questo modo si è in grado di poter attingere a qualcosa che supera il limite delle individualità che formano il cerchio e non solo delle individualità presenti all'interno del cerchio fisicamente ma anche di tutte quelle individualità che ancora gravitano attorno al cerchio senza essere di fatto più persone fisiche...ma entità, disincarnati che ancora hanno legame con chi fa parte del cerchio.
Sempre meglio, sempre di più si può giungere a quella condizione che permette il superamento, al limite...al superamento del limite degli individui che fanno parte di questo cerchio, ripeto.
Ma è ben diversa da quello che è lo stato del superamento cosciente dell'individualità al momento del passaggio, al momento del superamento della soglia.
Nel messaggio di venerdì scorso vi dissi precisamente che l'individuo sarà in grado di superare la propria individualità nel momento in cui ne sarà padrone perché, già ve lo dissi, il dono...il dono sincero, il cedere vero e cosciente è la cessione di qualcosa che vi appartiene, della quale non sarete più padroni. Nel momento in cui cederete la vostra individualità come scelta libera, questa individualità non sarete più voi e voi avrete superato quella che è la soglia di una dimensione che non è più quella alla quale appartenete oggi.
Pertanto, ripeto, è possibile per l'uomo, per l'essere incarnato superare il limite dell'individualità per attingere a quella che è la percezione del corpo comune, alla visione dell'Essere Unico o quantomeno di un essere che superi le individualità. Tutto ciò è anche indispensabile affinché l'uomo possa alimentare quella che è la propria visione o, per usare un termine forse un po' più abusato, quello di alimentare la propria fede perché sia la ricerca della visione che la professione della fede hanno bisogno di essere alimentate attraverso grani di consapevolezza...e quale più grande consapevolezza non è la visione di ciò che è realtà, nella verità dell'Essere Unico?
Sicuramente saranno percezioni, visioni frammentate, velate, costrette, ma averne coscienza è grande gioia, è alimento capace, è energia potente.
Pertanto non pensate che il superamento cosciente dell'individualità sia una condizione e che sia l'unica condizione che vi si prospetterà nel momento in cui supererete la soglia. Quando veramente sarete in grado di superare la soglia il vostro dono, il vostro cedere libero, non vi permetterà di avere più indietro ciò che avete donato e non sarete più individuo. Pertanto la frase superamento cosciente dell'individualità avrà bisogno ancora di molto lavoro, di molto svelare, di molto capire; ma ci accompagna già da tanto tempo, pertanto dovrebbe essere già per noi amica e conosciuta quantomeno nel suono, quantomeno nel suo richiamo, quantomeno nel suo porre traccia.
Ancora, ripeto, il vero dono, frutto di una scelta libera, di un cedere sincero, non permette il ritorno di ciò che abbiamo donato.
Ma quando sarete davvero in grado di poter essere padroni di voi stessi e in grado di donare la vostra individualità?
È difficile rispondere a questa domanda, è difficile per ciò che conosco di voi, ma posso già affermare che sarete veramente padroni di voi stessi quando scoprirete che la scelta attraverso il libero arbitrio, la sincera e vera scelta, non avrà più due possibilità, non avrà più il bisogno di valutare tra una possibilità oppure l'altra, ma diverrà un affermare gioia e vita.

Non so come, non so quando, non so in quali vesti potrete percepire questa essenza di verità, ma così avverrà...e mi auguro che il mio essere con voi e voi essere con me vi aiuterà a capire, a comprendere, a fare vostro consapevolmente questo possibile; altrimenti sarà come già avete imparato, sarà un bisogno di ritornare a ricreare l'individualità anche aldilà della morte fisica e ben ne siete stati testimoni di questo e siete stati testimoni della difficoltà e del peso che a volte grava su individui, su uomini ancora, che deboli della mancanza di forza, della consapevolezza e della certezza della presenza di un corpo, andranno a cercare, ad elemosinare possibilità attraverso un mezzo ancora vivo, ancora forte del proprio essere uomo fisico, per trovare consapevolezza e libertà.
Il mio spingervi nella ricerca è proprio impedire ciò che è stato affermato come incapace e sbagliato, come tempo perso, come energia sprecata.
Vorrei che davvero foste consapevoli di tutto ciò e questa consapevolezza vi porti ad esprimere alla massima potenza la vostra possibilità. È vero, chiunque arriva, chiunque sarà parte di quell'Arazzo...ma vorrei tanto che poteste godere gioia senza tenere oltre che il tempo necessario che è legato alla vita, al vostro essere uomini e in questo essere uomini esprimere capacità e potenza, e non come difficili sacchi vuoti......
Siate molto attenti su quella che è la vostra scelta, su quella che è la vostra espressione di libero arbitrio. Credo che la finale percezione in quella che è la possibilità di scelta possa essere di grande aiuto quando il dubbio che divide le due possibilità non sia così grande, non sia problema e difficoltà. Ponete tutto ciò che avete in quel bivio, in quella possibilità di esprimere libertà.
Già ve lo dissi, essere liberi porta ad essere veri, essere veri porta a paternità dell'individualità, ad affermare possesso e consapevolezza....
Sono certo di non essere espressione definitiva dell'Essere Unico...ma sono certo di portare in me testimonianza della verità dell'Essere Unico.

Sì, penso che l'intenzione sia un buon aiuto per avviarsi, per cercare di porsi nella condizione del superamento dell'individualità. Definire un'intenzione è un buon esercizio, delimita la possibilità, concentra e coagula energie, utilizzando l'immagine che ben conoscete porta ad affinare la punta di bulino.
Creare un'intenzione comune, condivisa apertamente, definita nella precisione e nelle modalità amplifica ulteriormente il peso che su quella punta potrete porre, ma questo è esercizio che già conoscete perché già vi è stato dato...e la misura più grande l'avete in Clelia e in ciò che avete donato nell'essere con lei.

Cerchiamo il corpo comune ora. Poniamo l'intenzione alla ricerca dell'incontro.............................