venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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25 agosto 2011

diciannoveagosto 11

Molte volte ho affermato che ciò che esisteva prima della nascita dell'individuo e ciò che lo aspetta dopo la propria morte fisica fossero la stessa cosa, quasi un riappropriarsi di quello che è l'essenza vera.
L'affermazione credo che sia giusta, ma va un pochino spiegata. Esiste differenza fra ciò che io sono e fra un essere, un'entità che ha avuto la possibilità di incarnarsi e di vivere per poi superare quella soglia del superamento dell'individualità, un'entità quale potrebbe essere la nostra amica Clelia...esiste differenza fra lei e me?
Sicuramente esiste una differenza, esiste una differenza di potenziale, esiste una differenza precisa, ed è proprio questa differenza che spinge l'essere ad incarnarsi...spinge l'Essere Unico, Originale, a frantumarsi in quella che è la creazione per poter creare un movimento e – come già vi dissi l'ultima volta che ci siamo incontrati – è proprio questo movimento che crea, salda la struttura che ci circonda, la mantiene forte, erta.
Questa differenza di potenziale, ho detto, è il motivo vero che crea la nascita; io sto vivendo questo momento, il mio desiderio di essere individuo e attraverso questo mio essere individuo esprimere la possibilità, è un bisogno e se come sono certo che io non sono individuo, questo bisogno appartiene anche all'Essere Unico...quasi che il Movimento Originale appartenga anche a Lui, costringa anche Lui ad una condizione di movimento. Ma perché esiste questa differenza, questa differenza formata, creata, costruita dall'incarnazione? Credo che questa differenza sia dettata proprio dal bisogno dell'Essere Unico di affermarsi. Già cercai altre volte di spiegare questo mio concetto, questa mia visione. Se così non fosse, ben difficilmente ci sarebbe il frantumarsi dell'individualità, ben difficilmente voi avreste potuto incarnarvi, avreste voluto incarnarvi per creare individuo, per creare esperienza, occasione...ma questa occasione che senso ha?
In fondo è la motivazione, è la risposta a quella domanda che molto tempo fa vi feci, quella domanda che secondo me non ha risposta e che è formulata chiedendo perché avete deciso di nascere, di incarnarvi, di essere individui...e ripeto ancora come già dissi prima, questo bisogno, questa decisione non appartiene per forza all'individualità, che ancora non era presente; l'individualità è frutto proprio della scelta spinta da quel bisogno.
L'Essere Unico, per essere tale, ha dovuto frantumarsi, ha dovuto essere creazione e ha dovuto essere creazione con un movimento che lo porta a superare anche quella condizione per tornare al punto iniziale. Per affermare ciò che era il punto iniziale deve avvenire la frantumazione, l'uomo deve esprimere attraverso il libero arbitrio scelta e volontà.
Possiamo anche domandarci se questa possibilità di scelta e volontà è la caratteristica dell'Essere Unico, è la qualità, il preciso specchio, misura di ciò che l'Essere Unico, Dio, è. Ogni singola parte, ogni singolo frammento, deve rispecchiare questa possibilità, questo potere, questa qualità, la qualità e il potere, la possibilità di volere e autonomamente decidere per ciò che compete la singola possibilità, occasione.
Esiste differenza fra ciò che io sono e ciò che l'amica Clelia oggi è, esiste comunque anche differenza tra ciò che io sono e ciò che fu Clelia nel momento in cui espresse il suo peccato originale. Io sono il bivio, la possibilità; Clelia è il volere, la scelta, la libertà di poterlo esprimere il libero arbitrio. Io credo che l'Essere Unico sia cosciente di questo bisogno, addirittura tradotto con il termine umano e comprensibile di “bisogno”.Ma io credo che non sia neanche uno stato che cambia, ma che sia uno stato immutabile, che crea proprio quel movimento che è il Movimento Originale.
Nel momento in cui la staticità, l'essere senza divenire, ciò che è l'Architettura, ciò che è l'Essere Unico cesserebbe....anzi, meglio, mai avrebbe potuto essere. L'Essere Unico esiste, è, solo perchè il Movimento Originale lo sostiene e lo nutre. Nulla è statico, nulla è fermo, l'immutabilità è nel movimento. Se possiamo legare tutto ciò che è il Creato e il Creatore, è proprio nel Movimento Originale che tutto quanto sostiene, irriga.
La possibilità di scelta, la possibilità di decidere, è specchio, è misura dell'essenza divina dell'Essere Unico. La scelta più grande, la possibilità più ardua da comprendere, è il superamento dell'individualità. Se per quanto riguarda l'essere incarnato, l'uomo con un nome così come siete voi, questa scelta è legata dal superamento dell'individualità al termine di quella che è l'esperienza materiale, la stessa scelta, nella stessa qualità, nella stessa purezza, appartiene all'Essere Unico nel momento in cui ha riconosciuto il frantumarsi della sua presenza; voi divenite qualità, voi divenite riconosciuta purezza al termine di quella che è la vita. La precisa presenza, la purezza dell'Essere Unico, appartiene alla scelta della frantumazione, della creazione.
Affermo con certezza che esiste differenza tra ciò che io sono e ciò che è oggi la nostra amica Clelia ma anche ciò che fu nel momento in cui espresse libero arbitrio attraverso il suo peccato originale.
Si chiamava allora Clelia come si chiama ancora oggi Clelia? Questo è un quesito che lascio senza risposta, che rimbalzo a voi affinché possiate, attraverso la comunione, attraverso il confronto preciso e puro con l'amica Clelia, trovare risposta...se risposta esiste...ma esiste la risposta solamente se il vostro bisogno di averla ne creerà l'esigenza.
Questa urgenza di risposta appartiene all'uomo che si avvicina alla soglia, all'uomo che vede sempre più costrette le proprie scelte, vede sempre più incapaci le sue possibilità.
Rimango sempre molto stupito della difficoltà che ha l'uomo di parlare del destino che lo attende aldilà della soglia; credo che invece dovrebbe essere gioia e piacere svolgere l'argomento, quasi fosse il premio e la qualità di una vita liberamente vissuta, di una vita ricca delle capacità offerte e delle occasioni afferrate. Io credo che la nostra amica Clelia gioisca, sia satura e sazia e vorrei che anche voi lo foste...vorrei che anche voi non subiste l'urgenza a volte così capace e pressante.
Nel nostro ultimo incontro vi parlai del timore, della paura che a volte assale l'uomo quando scopre l'urgenza del maturare la propria decisione, la propria comprensione.
Vorrei che fosse gioia la preparazione al passaggio, vorrei che fosse godimento l'assaporare l'occasione, vorrei che fosse bagaglio piacevole, consapevolezza dolce e gioia l'offrirlo.
La realizzazione dell'essere è legata alla condizione umana dopo il proprio passaggio. Esiste differenza fra ciò che io sono e ciò che è la nostra amica Clelia ora; esiste la consapevolezza di aver colto ricchezza, possibilità, qualità.
Non è desiderabile la mia condizione perché è incapace. Verrà il mio tempo e questa mia possibilità ed occasione sarà legata alla vostra consapevolezza, alla capacità di inserire la vostra vita in quello che è il Disegno, alla serenità consapevole di farne parte, parte preziosa, parte viva...vera.
Esiste differenza fra ciò che io sono e ciò che voi sarete.

Cerchiamo il corpo comune ora, rendiamo concreto il nostro essere assieme, il nostro condividere e scambiare. Portiamo con noi chi amiamo, cerchiamo con noi chi ci ama.