venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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09 giugno 2009

cinquegiugno 09

La fede. È un parolone…un parolone che dovrebbe, per chi non ci crede nella fede, dovrebbe rimanere sugli altari, nei tabernacoli, all’interno dei monasteri oppure sui monumenti, sulle torri, sugli obelischi, sempre lontano dall’uomo, come qualcosa che non lo riguardasse, che non gli appartenesse…ma la mia visione della fede è ben diversa.
Io riconosco con il termine fede quella che è la componente originale dell’uomo, la componente immutabile, quella che accompagna come filo conduttore l’esistenza terrena dell’uomo, immutabile da quando avviene la nascita a quando avviene la morte fisica dell’uomo e si supera la soglia, il gradino, la porta.
La fede è riconoscere come propria questa componente, riconoscerla quale tesoro prezioso, quale energia, proprio perché è immutabile, inesauribile, che non si consuma, che non si deteriora, che pone quale aiuto ciò che in quel momento tu abbisogni, con una ricchezza, con una freschezza che sazia e disseta, nel momento in cui la riconosci tale.
La fede non si acquisisce, la fede non si compra, la fede non si crea, nessuno te la può dare, ti appartiene, è tua. Ma per renderla comprensibile a quello che è lo strumento fisico dell’uomo, la mente e il corpo, abbiamo bisogno di creare attorno ad essa delle convinzioni, delle immagini, delle spiegazioni, delle giustificazioni, dei teoremi.
“ Io credo nella vita oltre la morte perché, io che faccio spiritismo, so che chi muore può tornare a parlare con me “. Questi alibi, queste spiegazioni, servono innanzitutto a noi, alla nostra mente, ma servono anche a chi sta attorno a noi, all’altra parte della dualità.
Noi dobbiamo spiegare perché agiamo in un certo modo, noi dobbiamo illustrare e definire precisamente, nei minimi particolari, perché agiamo in un certo modo e questa spiegazione, questa immagine, deve essere logica, deve essere comprensibile, deve essere certificabile.
È la fame della nostra mente, è la fame del nostro orgoglio che ci porta a creare queste fantasiose immagini.
La fede è l’afflato, la fede è il respiro, la fede è l’essere. Riuscire a coglierlo dà ebbrezza, sazietà, leggerezza; coglierlo ti permette di sentirti facente parte, di essere veramente. Utilizziamo strumenti, immagini quali possono essere lo spiritismo e permettetemi di utilizzare questa immagine, perché è quella che abbiamo condiviso e ancora oggi condividiamo.
Noi crediamo nella vita oltre la morte, crediamo nella testimonianza dei cari che sono defunti e che si pongono oltre la soglia per darci testimonianza ma non solo, per darci aiuto, energia, conforto; ma è vero che le immagini, le voci, le testimonianze non sono altro che il nostro portato e l’aiuto che noi riceviamo , il conforto, l’energia, non sono altro che percepire questa dimensione che noi riconosciamo attraverso questi cari defunti, ma che noi ben intimamente crediamo appartengano a questa dimensione che è questa energia, che è questa componente immutabile e primordiale che ci appartiene e alla quale noi apparteniamo.
L’aiuto, l’energia, il conforto, non sono altro che cogliere questa coscienza, sentire, provare che noi siamo parte di questa energia, di questa armonia, di questo essere originale.
Vestiamo queste sensazioni attraverso il conforto dei cari defunti e va bene che sia così, e va bene che noi lo testimoniamo per convincere chi ci sta attorno della bontà della nostra ricerca e della verità della nostra ricerca.
Ma io credo oggi sia tempo di svestirci da questi inghippi, da queste sovrastrutture per cogliere veramente ciò che è la testimonianza e la fede che noi abbiamo e che riconosciamo come nostra, testimoniandola nella verità. Togliamo la fede da quegli altari, portiamola fuori da quei tabernacoli, facciamola cascare da quegli obelischi e riappropriamocene testimoniandola.
Se la testimonianza avviene attraverso storie, immagini, incontri, relazioni, giudizi, diviene più facile rapportarci agli altri…se il desiderio nostro è di convincerli alla genuinità della nostra ricerca.

Vestiamola con abiti sfarzosi oppure con castigati saii, se abbisogniamo di ciò, ma è tempo, energia sprecata. È nel silenzio, è nell’essere sguarnito, è nel vuoto delle immagini, delle sensazioni, dei suoni, dei colori che troviamo la tentazione.
La tentazione è la possibilità di scegliere. Questo concetto io lo ribadirò continuamente…finche, presi da stanchezza forse, non cederete.
Con tutto ciò io non voglio dire che la testimonianza di chi avete incontrato, di chi abbiamo incontrato – perché io con voi l’ho fatto – Emanuele, A., S., erano, sono in voi, sono reali, concreti, genuini…ma collocateli, dategli senso, dategli misura, peso; è importante che non siano zavorra, ma che siano lievito e che siano leggerezza, ausilio a quella che dovrebbe essere conclamata fede, certa, sicuramente non cieca, non assoluta ma in continua ed attuale scoperta, verifica.
Le risposte possono essere trovate, le verifiche, le testimonianze già vi appartengono; manca la libertà che vi permetta di afferrarle, scuoterle, darle giusto valore.
L’essere, l’individuo, tutto ciò che vi sta attorno…è tutto qui il Cosmo, è tutto qui l’Universo, nell’esageratamente grande e nell’infinitamente piccolo……………………………………………

La non presenza non ha da essere spiegata, giustificata, ma accettata come tale. Così era e così oggi è…non presente, evaporato….il mio nome è gioia per le orecchie che vi… chi mi stava attorno…amore…voce….trottola sonante, moneta luccicante, cuore sano, luce bella, orecchio fine, naso un po’ grosso…orecchie a penzoloni…che se non stai attento le calpesti…poi piangi…..stupido!
Ballonzoli come un orso, hai pelo tale e fitto come l’orso, bocca sguaiata, voce stridula….dai noia…dai noia….dai noia! Un poco puzzi, stupido! Caccia fuori la testa e io ci metto sopra i piedi…sentirai che rumore che fa quando scoppia….stupido!