venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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26 maggio 2009

ventitduemaggio 09

Il peccato e il timore di poterlo commettere sono una condizione sempre presente nel momento in cui si cerca di costringere il Disegno ad avvicinarsi all’uomo.
Il Disegno è qualcosa che è immutabile, che difficilmente può essere cambiato, interrotto, strappato, rammendato, completato. Il Disegno è il Grande Affresco; la difficoltà e la possibilità di mutarlo appartengono ai particolari che sono le individualità, le originali presenze dell’uomo, del singolo uomo, dell’individuo.
Prima che l’uomo peccasse il Disegno era veramente immutabile, era un’Armonia Divina, grande, armonica.
Dio giunse a peccare…perché non si può che dire in questo modo, se consideriamo che tutto ciò che era, non era altro che Dio: nel momento in cui l’essere, l’uomo, l’individuo si auto determinò è perché è un’azione che appartenne al Divino, a ciò che era la Scintilla Originale…pecca. E lo stimolo, l’informazione che portò al peccato fu la tentazione, la tentazione di auto definirsi, la tentazione di concentrare in qualcosa di denso, umani, fisico, ciò che era l’Armonia, ciò che era l’Origine. Fu chiamato peccato originale e credo che il peccato, il vero peccato, non fu il nutrirsi, il mordere quella mela, ma il vero peccato fu la scelta, la possibilità di poterlo o non poterlo fare: la tentazione grande che portò a quello che chiamiamo peccato fu quella di affermare una volontà per la prima volta.
Se così non fosse stato non ci sarebbe stata l’esplosione, la frammentazione, per portare poi alla meticolosa ricerca del completamento di ciò che era l’Affresco iniziale.
La tentazione che ha portato al peccato è stata la possibilità di poter scegliere. Affermare una volontà anche in contrasto a quello che pareva l’Affresco, l’Armonia. L’uomo attraverso la scelta si auto determinò, ma questo auto determinarsi ha sconvolto quella che era la coscienza che ha portato alla scelta di libero arbitrio.
Dio si è fatto uomo; nella confusione che questa scelta ha portato, ha creato questa confusione, questo timore di essersi allontanato da Dio, dall’Affresco Originale, ha portato all’allontanamento della coscienza di ciò che era prima della determinazione dell’individuo. Il cammino successivo non era altro che uno sforzo a ritrovare quella coscienza che non era altro che l’Essenza del Divino, la Scintilla Originale.
La tentazione è la prima definizione che si da alla possibilità del peccato, è avvenuto anche in questo cerchio.
La tentazione…ma in fondo la tentazione in fondo non è per una visione di qualcosa che possiamo raggiungere, del denaro, del sesso, del potere, ma la tentazione riguarda la possibilità di scelta, ancora… di nuovo…di poter scegliere, di poter affermare libero arbitrio, di conseguenza capacità, possibilità di scegliere, di decidere, di volere. È questa la vera tentazione, non è il bene che puoi raggiungere attraverso la trasgressione, attraverso la negazione degli schemi, l’infrazione delle leggi, dei Comandamenti.
L’uomo, attraverso la tentazione della possibilità di scegliere, si riconosce ancora capace…ma ciò è pericoloso, ciò crea dissonanza. Quando si è messo tanto tempo ed energia a creare una musica che possa dare armonia, quell’armonia che ricorda quella che era l’armonia del Disegno Iniziale, ma, credetemi, è impossibile per chi non è in grado di scegliere veramente quella che era l’Armonia Iniziale, pertanto se ne crea una fittizia, a volte anche allegorica ho detto, spacciandola come verità.
La tentazione è ricordare all’uomo la possibilità di poter scegliere…la tentazione è credere di avere ancora quella possibilità, la tentazione è ripetere all’uomo che è in grado ancora di poter scegliere.
È vero che esiste la possibilità di abbandonarsi a quello che è il Movimento Originale, ma credetemi non è così semplice come è semplice affermarlo. Innanzi tutto va colto questo Movimento Originale, coglierlo per poterlo riconoscere come capace anche per l’individuo che lo coglie…possibile per lui: solamente attraverso questa convinzione, coscienza, potrà tranquillamente cedere ed abbandonarsi al Movimento Originale che lo porterà naturalmente, armonicamente, allo stato che ha abbandonato attraverso la scelta dell’incarnazione. Ma cedere, nel momento in cui la tentazione si pone come possibilità ancora di poter scegliere, è un cedere sbagliato, è un cedere che porta resa, che porta incapacità, impotenza. Nel momento in cui l’uomo è ancora tentato, ancora deve essere in grado di poter scegliere: attraverso la serie delle scelte di espressione del libero arbitrio si giunge all’auto determinazione e come già ho affermato è indispensabile che l’uomo si auto determini prima di poter cedere qualsiasi cosa.
Si potrà cedere solamente ciò che si possiede – cedere per accodarsi alla visione di qualcun altro, cedere per accodarsi ad un disegno, ad una armonia che qualcuno ci spaccia come vera, reale, non ha senso,non è incedere che vi propongo , ma è un abbandonare la possibilità, è un non riconoscere per se stessi, per l’individuo, la possibilità… e allora ben venga la tentazione, ben venga il peccato della scelta.
Si è sempre tentato di analizzare ciò che attraverso la scelta si voleva raggiungere, per poter definire il peccato, ma cerchiamo di imparare ad utilizzare i termini per ciò che realmente sono. Il vero peccato è la scelta non ciò che raggiungerai attraverso di essa. La tentazione è l’intravedere la possibilità, la tentazione è riconoscerci ancora capaci, in grado, potenti.
Anche Dio fu tentato, anche Dio peccò. Se così non fosse l’uomo non sarebbe mai esistito, e questo peccato l’ha ribadito attraverso l’incarnazione di un Dio fatto uomo.
La tentazione è qualche cosa che appartiene all’intimo, la tentazione avviene nella solitudine, nell’incapacità, nell’impotenza. La tentazione non avviene attraverso l’offerta di strumenti, mezzi, possibilità; la tentazione, credetemi – e continuerò a ripeterlo – offre la possibilità di peccare attraverso la scelta.
Non so quali immagini creino queste cose che io dico, ma proprio perché scaturiscono da immagini o da situazioni, o dal vissuto, mi è difficile potermi esprimere in modo diverso…e non sono neanche intenzionato a vestire abiti che non coprirebbero nessun corpo.
Chi ha timore della tentazione teme ciò che lui è, chi teme la tentazione teme l’influenza di qualcuno che non è lui stesso, chi teme la tentazione si sente vulnerabile all’azione di una volontà estranea e questo è terribile, triste, sofferente. Temere il peccato dell’altro è ancora più triste, io credo. Pensare che la scelta di qualchedun altro possa ledere, intaccare ciò che la possibilità che ci siamo affermati attraverso……………………………………………………………………….

Se veramente questa è certezza di non avere limiti, che cosa vi costringe a subirli ancora?
Se la certezza è così grande, perché sprecare tempo?
Se la convinzione è così certa, perché ancora indugiare?
Infondo basta finalizzare, indirizzare, vestire, nominare,colorare ciò che desiderate.
È troppo semplice dire che basta la scelta e dire che non è ciò che scegliete, che desiderate, la cosa importante……comunque la scelta porta ad un desiderio, ad una volontà, ad un’immagine.
Sono questi i colori, i suoni che rendono gradevole, appetibile, l’agognato bene.