venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

Nome:

13 maggio 2009

ottomaggio 09

La dualità…e il mio tentativo di cercare di spiegare sempre meglio e sempre in modo più comprensibile alle vostre menti di cosa sia per me l’individualità…credo che sia un lavoro un pochino arduo, impegnativo e sicuramente che non si possa esaurire in pochi nostri incontri.
Posso però cercare man mano di spiegare attraverso modi, immagini, situazioni, quella che è la mia concezione della individualità e di conseguenza anche della dualità, perché i due stati sono molto uniti,molto vicini.
Considerate che è la mia visione, è la visione di qualcuno che non ha ami avuto l’occasione, l’esperienza di passare attraverso le vostre vesti, le vostre possibilità, i vostri limiti ma anche le vostre potenzialità…perché se esistono dei limiti legati a quella che è la veste fisica e mentale, esistono anche delle potenzialità che solo attraverso la vostra veste fisica e mentale voi avete
e che non saranno mai a disposizione, ad uso di entità quale sono io.
La mia può essere chiamata anche una visione aliena,distante, che parte da presupposti, da punti di vista, da posizioni diverse da quelle che sono le vostre quotidiane, reali. Può in questo modo essere una visione più distaccata, meno emotiva sicuramente, meno partecipata, più oggettiva, meno vincolata e veicolata attraverso modi di essere o di fare o partecipazioni concrete, azioni, pensieri, che sono le potenzialità che appartengono alla vostra dimensione.
Potenzialità e limiti, torno a dire, che non hanno da essere considerati né come potenzialità né come limiti; non sono altro che gli strumenti che vi appartengono, pertanto gli strumenti adatti a quella che è la vostra esperienza viva.
Nel momento in cui l’uomo, attraverso la sua prima espressione di libero arbitrio decide di incarnarsi, diviene individuo, si definisce come preciso, originale essere, a quel punto si genera, io credo, la dualità.
La dualità, vi dissi, non è altro che l’individuo, l’essere, da una parte e dall’altra tutto il resto, vi dissi. È un’affermazione che può apparire quantomeno strana, quantomeno incomprensibile, diversa, ma credo che sia vera per ciò che è il mio punto di vista e affermo ulteriormente che questa dualità fa sì che l’essere, l’individuo, una delle due parti di questa dualità, abbia il confronto con tutto quanto il resto che c’è attorno a lui…e tutto quanto c’è attorno a lui e tutti coloro che si trovano attorno a lui sono in sua funzione.
Anche questa è un’affermazione che può essere provocante…può far pensare ad una visione egocentrica, presuntuosa, arrogante…ma io credo fermamente in questa affermazione e credo che ogni essere, ogni uomo, debba fare sua questa consapevolezza.
Tutto ciò che avviene attorno ad ognuno di voi è in funzione vostra, non a servizio, non a proprietà, non a sottomissione ma in funzione vostra. Può essere un’affermazione che può apparire presuntuosa, ripeto, ma – credetemi – è un’affermazione che implica, all’uomo che fa sua questa convinzione, un impegno grande e l’impegno grande è quello di far sì che esso possa comprendere ogni cosa che avviene attorno a sé…e comprendere non è sufficiente. Comprendere è far sì che ogni cosa che avviene attorno a sé venga a far parte di quel disegno che lui ha riconosciuto per sé; per fare che ciò avvenga l’uomo deve dare senso – e senso buono – ad ogni cosa che accade attorno a sé.
La visione classica, la visione facile, la visione “alibi” della dualità è sempre stata quella di credere, quantomeno come prima analisi, nella realtà di due forze molto grandi: il Bene e il Male, Dio e il Diavolo. Questo permetteva all’uomo che faceva sua questa visione, di scaricare, delegare a qualcosa d’altro che non gli competeva e alla quale lui non apparteneva, la difficoltà di dare senso a ciò che attorno a lui accadeva.
Nel momento in cui esisteva un Dio e un Diavolo, nel momento in cui succedeva qualcosa che era incomprensibile e non aveva senso, diveniva facile avere due atteggiamenti: se ciò che era avvenuto apparteneva ad una azione della parte Divina, Bianca, di Luce, la preghiera affinché venisse l’aiuto che colmasse questa difficoltà a comprendere oppure se l’azione incomprensibile fosse stata assodata, assestata a quello che era il Diavolo, il Buio, la bestemmia, perché l’azione veniva da qualcosa al di fuori dell’uomo che gliela imponeva, gliela faceva subire.
I due atteggiamenti erano la preghiera e la bestemmia. Tutti e due gli atteggiamenti erano atteggiamenti di resa di fronte a qualcosa al di fuori di sé stesso e di più grande.
Dichiarazione di impotenza, d’incapacità; nel momento però che si accetta che la dualità non è altro che l’individuo da una parte e tutto ciò che è aldilà dell’individuo dall’altra parte e l’uomo accetta che tutto ciò che succede deve avere senso nel suo disegno, in un suo buon disegno, l’urgenza, l’esigenza è quella di cercare di comprendere, di fare proprio tutto ciò che avviene attorno a sé.
È un compito che pare impossibile, sicuramente arduo, sicuramente gravoso…ma colui che dichiara di essere in ricerca, colui che afferma di poggiare la sua ricerca sulle sue consapevolezze e sui grani di coscienza acquisiti, deve fare anche questo sforzo.
Il disegno deve essere chiaro, il disegno deve essere comprensibile, il disegno deve essere buono. Non è indispensabile, non è obbligatorio, ma se la presenza è veramente di qualità, se la ricerca è veramente testimonianza, anche l’approccio a questo bisogno di dare senso ha da iniziare.
Ogni, qualsiasi cosa che avviene attorno all’uomo lo riguarda, ogni cosa che avviene attorno all’uomo gli compete, è per lui, è una richiesta, è un insegnamento.
Questa è la mia visione della dualità e questo è uno degli aspetti che fanno sì che questa mia visione possa essere testimoniata, cosciente, possa essere individuale, possa essere legata all’uomo.
Quando affermo che la visione classica dell’individualità, così come la visione di Dio, può essere ingombrante, io intendo proprio questo: allontanare da quella che è la…………………………….

Se esiste da parte dell’uomo che cerca in verità questo bisogno, questo sforzo di comprendere ciò che avviene attorno a sé, e se c’è la quieta convinzione che ciò che a lui è richiesto è richiesto a qualsiasi altro uomo, con pari dignità, con pari qualità…lo sforzo non deve essere solo quello di comprendere l’azione nei suoi confronti ma lo sforzo deve essere anche quello di far sì che la propria azione nei confronti dell’altro possa divenire comprensibile all’altro, se si riconosce nell’altro pari dignità di ricerca.
L’incontro fra due persone che in verità cercano è il primo tassello, è il primo alimento alla fede in questa convinzione, in questa certezza della bontà della ricerca, per cui ripeto, se lo sforzo che l’uomo, l’individuo, deve fare – ed è quello di comprendere ciò che avviene verso di lui – è importante che lui cerchi di spiegare ciò che da lui va all’altro e porsi come obiettivo di essere visibile, trasparente, comprensibile dall’altro. Questo scambio attraverso l’attenzione di ciò che si riceve e………………………………………………………………………………………………
È mia intenzione di parlare questa sera anche di quello che per qualcuno è il peccato…e la tentazione quale nocciolo, essenza di questo peccato…ma sto facendo fatica…………….
Già Emanuele ha affermato che cosa è il peccato definendolo come colpevole atteggiamento di cercare di dare ciò che noi…………………………………………………………………………..

La possibilità, per chi è in grado di superare la soglia, è quella di poter superare il proprio limite, esprimendo forze che l’uomo non possiede.
Grande e potente energia appartengono a colui che in grado è di superare la soglia.


Basta poco ad affermare fede, proclamarla. Ciò che porterai con te ti apparterrà…