venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

Nome:

02 marzo 2007

trefebbraio 07


Ancora, adesso io, Emanuele, per il cerchio, il cerchio spiritico.
Sicuramente il nostro incontrarci troverà sbocchi diversi da quelli che sono stati fino ad oggi; non perché il nostro essere assieme fino ad oggi ha avuto compimento, è semplicemente perché - più carichi, più coscienti- possiamo assieme passare oltre. Ma, prima di fare ciò, è importante che arriviamo completamente assimilare ciò che è avvenuto.
La morte, vissuta come lo spegnimento di una candela, come un mozzicone, non ha avuto compimento.
È importante che noi arriviamo ad elaborare questo momento che assieme abbiamo partecipato e vissuto, è importante che arriviamo a dare innanzitutto senso – come già altre volte vi ho detto – pensando che la malattia della nostra amica C. e la sua morte, siano comunque stata cosa buona e se a questo primo livello di comprensione forse, per alcuni gradi siamo arrivati alla comprensione…. bisogna arrivare anche a pensare che oltre che comprendere come cosa buona, bisogna arrivare a comprendere ed accettare che è stata cosa buona ma anche giusta, giusto compimento, indispensabile tassello senza il quale non avremmo potuto continuare lo svolgere del disegno…Cosa buona e giusta. So che può essere difficile accettare questo mio dire, ma dovremmo…assieme, arrivare ad accettare questa mia affermazione.
Io cercherò di dare spunto, di dare forma, di dare indizio, di dare ausilio alla accettazione di questa mia affermazione., so che è presto, però ha da essere fatto, prima di poter passare oltre.
Sento molto tra di noi il pensiero che si sia concluso qualche cosa, che un’esperienza sia giunta a termine, ma per me è importante riuscire a comunicare con voi il fatto che proprio questo giungere a termine, a conclusione, ha da essere supporto per poter andare oltre, per arrivare a comprendere cose nuove, possibilità nuove.
L’esperienza con C., con la nostra amica C., la sua malattia e la sua morte, sono sicuramente riuscite a creare dentro di noi quello spazio di accoglienza che sicuramente fino a qualche tempo fa non esisteva. Ognuno di noi è riuscito ad aprire il suo intimo per poter accogliere C….si, l’amica …ma questa apertura non ha da essere vana, questa sperimentazione, questa comprensione di possibilità ha da non essere vana.
Questo spazio creato, questa possibilità di accoglienza che esiste in ognuno di noi e che C., - attraverso il suo essere qui con noi – ha scardinato , ha da essere mantenuta presente, capace, agente. È questo che io vorrei che fosse.
Proseguire oltre non vuol dire abbandonare tutto quanto e superare con un passo un poco più lungo la soglia… proseguire oltre è far carico di ciò che abbiamo accumulato, compreso e, attraverso questa comprensione, affrontare ciò che ci si aspetta aldilà di quella soglia; e non sarà possibile se non in questo modo, perché se sarà in modo diverso da quello che ho detto, vorrà dire voltare le spalle a quella soglia e percorrere a ritroso quel cammino che fino a qui ci ha portati.
Un’altra soglia ancora… e la chiave è la comprensione. ciò che è avvenuto a C., alla nostra amica C., è stato buono e giusto.
Voglio che sia una richiesta pressante, dentro di voi, di comprensione di questa mia affermazione… ne abbiamo bisogno, ne avete bisogno. Nel momento in cui accetterete questa mia affermazione e la farete vostra, sarete davvero, veramente in grado di mantenere aperto quello spazio vuoto che ha da essere riempito attraverso la disponibilità e l’accoglienza… è uno spazio che ognuno di noi ha creato a perfetta misura della visione dell’altro che si appressava ad esso. L’abbiamo arredato, possiamo immaginarlo quasi fosse l’ingresso di una casa, nella quale abbiamo messo una seggiola, i quadri che più ci piacevano o quelli che pensavamo sarebbero piaciuti a chi si sarebbe seduto su quella seggiola… ma il vano c’è, esiste, e la porta è stata aperta …Facciamo in modo che rimanga tale.
Va bene, che le pareti rispecchino quello che è il desiderio di mostrarvi agli altri… va bene anche in questo modo… i quadri si possono cambiare, il pavimento si può sostituire, la seggiola può essere cambiata, possono esserne aggiunte anche delle altre e ad esse un tavolo, un tappeto, una poltrona….
Facciamo tesoro di questo dono che C., ha saputo darci, cerchiamo di esserle grati mantenendo questa disponibilità, questo spazio vuoto.
La scomparsa, la morte – è il termine giusto di C,. – ha creato una serie di questi spazi vuoti….la sua mancanza è la cosa che pesa e deve pesare di più, ma questa mancanza ha creato uno spazio vuoto che ha da essere colmato e non abbiamo …. Nessuno di chi ha avuto contatto con C., può esimersi dal cercare di comprendere e di interagire con questo spazio vuoto che la sua morte ha creato.
È inutile, è dispendioso cercare di andare a comprendere ciò che avverrà al di fuori di questo cerchio; non siamo in grado neanche lontanamente di intravedere ciò che sta avvenendo e che avverrà….a noi è dato cercare di comprendere ciò che è avvenuto qui, in questo cerchio, in questo corpo comune.
È mia intenzione, mio desiderio, mio bisogno continuare in questa ricerca. È normale, per chi è disincarnato come me o come A., avere netta percezione, comprensione precisa di ciò che è lo spazio vuoto, - io continuo a usare questi termini per parlare di questa casa – dicevo per me che sono trapassato, questo spazio vuoto è ben preciso, è palpabile, è concreto, anche se dire “concreto” per chi non ha più dimensioni materiali può essere folle, ma realmente è così.
Per voi lo è meno, perché avete possibilità di distrarre quella che è la percezione di questa mancanza. La mancanza, le non – presenza, per noi che siamo morti, è situazione contingente di ogni momento, di ogni giorno, pertanto avere – ripeto – ancora misura di ciò che è lo spazio vuoto, per noi è normale. Cercate che sia così anche per voi.
Il corpo comune, la trance del cerchio spiritico, creano le condizioni che appartengono alla nostra dimensione. Se siete realmente in grado di abbandonare la mente o tutti quegli esercizi che siete maestri a mettere in atto per colmare il vuoto, per rischiarare il buio, siete in grado di dare dimensione, reale precisa dimensione di quello che è lo spazio vuoto lasciato a voi dopo la morte di C , e porsi in questo spazio vuoto è esercizio eccellente, camera di risonanza dove percepire suoni che non hanno causa.
Continueremo anche con il corpo comune e attraverso il corpo comune vi chiederò di cercare i vostri cari defunti e sceglierne uno in particolare affinché possiate, attraverso un singolo ricordo, cercare di definire meglio e senza possibilità di distrazione, quello che è il legame tra voi incarnati e la persona cara defunta, morta.
Vi chiedo, attraverso questo esercizio, di non cercare C per un po’ di tempo. Pensatela con A…..
A è felice e la sua felicità è in grado di accogliere, riscaldare, soccorrere. Non abbiate timore o pena per C ; la vostra attenzione sia più rivolta a voi e, ripeto ancora, in modo particolare sullo spazio vuoto che la mancanza di C ha creato. Un alibi rimosso, una distrazione condivisa, accettabile, giusta, un supporto che ci è stato tolto, una stampella che ci è venuta a mancare…ma in fondo l’attenzione non aveva che……..ma ne parleremo più avanti…………………………………..

Desidero che cerchiamo il corpo comune, ora.
Cerchiamo la catena; la candela è al centro di questa catena, è una candela che fa luce attorno a sé e illumina i visi di noi che stiamo consolidando questa catena, che stiamo cercando di renderla forte, protetta, comune. Punto di partenza dell’energia è la mia voce, punto di arrivo la mia voce…..
Sentiamo l’energia scorrere in questa catena, lasciamoci da essa colmare e, quando sazi ci sentiremo, la offriremo all’amico che accanto a noi si trova.
La luce della candela ci permette di vedere chi con noi sta realizzando questo corpo comune, i singoli anelli di questa catena. Sentiamo tracce della loro presenza nell’energia che passa attraverso di noi, sentiamo i loro tratti, riconosciamone le tracce, i dettagli, lasciamoci da essi colmare….

Cerchiamo ora un nostro caro defunto. Sia una singola entità, una singola persona; poniamolo di fronte a noi, cerchiamone il viso, chiamiamone il nome. Sforziamoci di ricordarne il viso e i tratti somatici…cerchiamo di riconoscerlo, di non avere dubbi sulla sua presenza.
La luce della candela si trova alle sue spalle ma passa attraverso e permette di rendere luminosi i dettagli della sua presenza; è attraverso quest’immagine che percepiamo la luce della candela, filtrata, ma non velata.
Allunghiamo le braccia davanti a noi e tocchiamo chi ci sta di fronte…c’è un legame luminoso che ci lega, che ci mette in contatto…un legame prezioso, di valore inestimabile, che ci appartiene.
Cerchiamo di cogliere cosa avviene attraverso questo incontro, sforziamoci di sentire….
Cerchiamo di attrarre a noi ciò che ci viene donato…lo spazio esiste…cerchiamo di sentire, sforziamoci di domandare…sentiamoci capaci di rispondere.
Questo cordone che ci lega riluce, è un cordone che troppo spesso dimentichiamo…e troppo facilmente scordiamo……attiriamo a noi la persona amata e abbracciamola forte…..

Sciogliamo ora l’abbraccio e accompagniamo il distacco….
Visualizziamo ora lo spazio all’interno della catena, il nostro prato fiorito.
E’ uno spazio di pace, dove tranquillamente abbandonarci, certi di essere riconosciuti e accolti.

Lasciamo ora la catena e il corpo comune…..
Vi chiedo di cercare anche singolarmente il contatto con i vostri cari defunti e credo anche che sia importante che riusciate a definirne uno precisamente, definirlo con attenzione, affinché possa essere lui il vostro tramite.
L’importante è che in questo momento, che è un momento particolare, cerchiamo e cerchiate tutti quanti voi, di trovare questo contatto attraverso l’evocazione dei vostri cari defunti, del vostro caro defunto.
Potete coglierlo attraverso il sogno, ma anche attraverso il silenzio, l’attimo di buio; cercate di fare perno su quello che è lo spazio vuoto creato dentro di voi attraverso l’offerta da voi fatta all’amica C e alla mancanza che in voi si è creata….uno spazio vuoto, pronto all’accoglienza.
Cercate di capire che è naturale, facile, poter collegare quello che è il nostro mondo di disincarnati alla percezione vostra di esseri viventi, e questo è un cerchio spiritico.
E su questa fiducia, su questa fede, su questa tranquilla accettazione si basa il nostro trovarsi assieme e creare cerchio spiritico….sforzatevi e noi ci saremo, così come già è avvenuto, il collegamento passa attraverso la comprensione. Credetemi, l’entità che vi ama desidera attraverso voi poter arrivare a comprendere ciò che non è riuscito a comprendere attraverso la sua vita terrena.
E’ questo l’aiuto che voi potete dare a noi e che noi possiamo dare a voi, attraverso uno scambio di coscienza, di coscienza avvenuta, di coscienza elaborata.
Assieme riusciremo a comprendere sempre di più e meglio e questo colmerà la nostra paura.
D. (N) E’ riuscita C a comprendere questo?
E’ difficile poterlo affermare adesso. Di certo C ha avuto un buon aiuto, ha avuto buoni compagni e li ha ancora adesso. C è privilegiata, lo è stata e lo è ancora.
Siate tranquilli e fiduciosi, non lasciatevi distogliere da ciò che avviene a C in questo momento; se volete a lei essere cari lavorate molto, con forza, desiderio, su ciò che avviene in voi,sulla traccia luminosa che vi è stata donata e su quello spazio vuoto che si è meglio definito.
Cercate il silenzio, cercate il buio…

Un ultimo invito, prima di andarmene. E’ importante che arriviate ad accettare che ciò che è avvenuto è cosa buona e giusta.

A voi tutti il mio saluto, arrivederci.