venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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22 gennaio 2007

diciannovegennaio 07


Ancora, adesso io, Emanuele, per il cerchio spiritico.
Il sogno. Vorrei parlarvi un poco di ciò che rappresenta il sogno per l’essere incarnato.
Il sogno. Si dice che è impossibile non sognare, si dice che se un uomo non sognasse morirebbe… ed è vero. Ma è un’affermazione che va un pochino meglio chiarita.
Il sogno è la misura della presenza dell’essere; se non ci fosse questa presenza non ci sarebbe neanche l’essere, pertanto non potrebbe esserci l’uomo. È ciò che si intende e che viene tradotto dicendo che se l’uomo non sognasse morirebbe. Potremmo dire che l’uomo non ci sarebbe, se non sognasse. L’uomo c’è e pertanto sogna.
Il sogno è una finestra, una finestra alla quale la mente dell’essere incarnato, il corpo dell’essere incarnato, può vedere ciò che esiste, può intravedere quel movimento naturale che ho cercato di spiegarvi una volta, dicendo che l’uomo, nel suo divenire, prosegue una corrente che ha una direzione ben precisa, è un movimento che porta da un punto per giungere ad un altro, che sono – questi due punti – lo stesso, che è l’interezza, la comunione, l’Essere Unico.
Se esiste questo movimento continuo e inarrestabile, il sogno permette alla mente, all’attenzione, all’essere sveglio, desto, di intravedere questa corrente, di prenderne coscienza; viene presa, questa visione, attraverso la lettura della mente, perché è nel momento in cui l’uomo si desta, che cerca di elaborare attraverso ciò che è la propria mente, il proprio raziocinio, ciò che è intravisto attraverso quella finestra e lo traduce attraverso le definizioni che l’uomo ha di se, la misura che l’uomo ha di se, e questa misura passa attraverso i suoi bisogni, passa attraverso a quelle che sono le cause della ricerca.
La mente traduce ciò che ha visto dandogli delle immagini comprensibili. È impossibile cercare di dare forma, misura, a ciò che è il movimento originale. Avviene una traduzione attraverso ciò che si è colto al momento del risveglio, su ciò che è avvenuto durante il sonno, attraverso lo spegnimento di ciò che è la mente, il corpo, attraverso ciò che è quasi il respiro dell’uomo.
Si va a contatto, si … abbandona la resistenza a quel movimento originale che - vi ho detto – ha una direzione ben precisa, inarrestabile.
Una direzione ben precisa, inarrestabile, che l’uomo, attraverso la sua esperienza terrena, però cerca di rallentare, cerca – quasi fosse un’utopia – di fermare, credendo a volte di poter invertire anche la direzione di questo movimento ma … credetemi, ciò è impossibile.
L’uomo, attraverso la sua esperienza di incarnato, cerca in qualche modo di preparare strumenti limitati quali sono la mente ed il corpo, alla comprensione di quello che è il movimento originale.
Ciò è impossibile.
Arrivare a comprendere la visione… ma si può cercare di dare senso al proprio vivere in sintonia, al proseguire parallelo a questo movimento – torno a ripetere – originale.
Attraverso il sogno noi riusciamo ad abbandonarci a questo movimento, vi ho detto, e per frazioni, per momenti, attimi, siamo in grado di annullare la resistenza a questo movimento, per cui ci lasciamo trasportare in esso e proseguiamo verso quella che è la direzione unica, che ci appartiene.
Al momento del risveglio, però, la mente deve cercare di codificare, di trasferire attraverso immagini ciò che è stato il vissuto in quell’attimo di incoscienza. Pertanto veste ciò che ha colto attraverso il sogno con immagini, torno a dire, che appartengono alle cause che hanno provocato la ricerca.
Cerchiamo di chiarire meglio ciò che sto dicendo. Ci sono delle cause ben precise che portano l’uomo a ricercare a dare senso; queste cause sono i vettori che spingono l’essere, l’uomo, a uscire da quello che è il mondo materiale, quasi fosse… ho già usato questa immagine del razzo vettore che porta la navicella nello spazio, dove non esiste attrito, dove non esiste misura, forma, peso, dimensione. È proprio ciò che avviene: il vettore è il nostro corpo; la nostra mente i nostri bisogni sono il propellente di questo razzo e l’essere, l’individuo, viene scagliato al di fuori della dimensione concreta, definita, misurabile,per cogliere misura senso, sensazione di quello che è il movimento originale. Ma poi l’attenzione torna ad essere desta, e qui avviene il trasferimento, la traduzione.
È vero, sì, avete detto bene, a soddisfare quelli che sono i bisogni, ma questo è solo funzionale ad alimentare il desiderio e la possibilità di ancora e ancora proiettarsi al di fuori di quella che è la condizione concreta, materiale.
Esiste una possibilità di poter vivere coscientemente questo stato di incoscienza, anche se può apparire assurdo quello che sto dicendo, io credo che sia possibile… credo che sia possibile nel sogno e, attraverso il sogno elaborare in una condizione, in una situazione particolare che può amplificare di molto la comprensione, l’attimo di coscienza.
Cercate di essere pronti a sognare, cercate di essere presenti nel sogno, so che è impossibile attraverso la mente, ma non è questo che vi sto chiedendo… ma anche là, al di fuori di quella che è la condizione corporale, si può agire. È una situazione molto simile alla nostra di esseri disincarnati; noi il vettore l’abbiamo abbandonato… il nostro vestito, il nostro corpo, più non ci appartiene, ma ancora non è la situazione originale… questo perché? Perché anche noi disincarnati ancora portiamo con noi tracce…. Bagagli in qualche modo, che ci legano all’essere incarnati, di quando eravamo ancora uomini vivi, terreni, concreti. Sono bagagli che hanno legami profondi e quasi sempre questi legami portano a persone care che abbiamo lasciato dopo la nostra morte terrena.
Noi dobbiamo arrivare a liberarci anche da questi bagagli, per poter trasmigrare in quella che è la situazione originale, in quel movimento che ci accompagnerà a tornare ad essere ciò che eravamo.
Questi bagagli, questi legami, non possono essere gettati, ma vanno in qualche modo elaborati, vanno in qualche modo risolti. Sono dei legami profondi, torno a dire, a persone che abbiamo lasciato dopo la nostra morte terrena…non sono zavorre, credetemi.
Si può pensare che possano rallentare quella che è la nostra evoluzione a ciò che dovrà essere il nostro stato…ma così non è. Sono ricchezze, sono alimento, sono ulteriori dettagli che vanno a definire meglio ciò che è l’essere originale e non è possibile fare altrimenti.
La completezza dell’essere passa attraverso l’elaborazione anche di questi dettagli; senza di essi non saremo mai pronti per poter passare oltre.
Il sogno…il sogno è una naturale forza che arricchisce il nostro credo, il sogno è la verifica, il sogno è l’alimento, il sogno è la soddisfazione, il sogno è grano di consapevolezza, il sogno è strumento. È per questo che vi chiedo: cercate di essere pronti al sogno, non posso certo meglio di così dire. Ciò che desidero con questa mia frase starà a voi arrivare a comprendere, qual è il modo migliore per essere pronti al sogno…ma è possibile….è possibile.
Non so quale sia il modo migliore per poter aiutare di più e meglio C…io so, per ciò che mi riguarda, qual è il mio modo migliore.
Attraverso di me riesco a portare accanto a C e attraverso A, molte volte, cari defunti che possono aiutarla. Non posso certo dare a voi, ad ognuno di voi, qual è il modo, la ricetta.
Sono certo che vivere sia cercare di creare attrito, ostacolo, resistenza a quello che è il movimento originale, ma questo è stabilito per l’uomo, per l’essere incarnato; è proprio perché attraverso l’espressione del suo libero arbitrio, lui può completare ciò che è l’esperienza terrena e non altrimenti sarebbe possibile.
Abbandonarsi, affidarsi, non avrebbe senso, se non fosse una scelta precisa del proprio libero arbitrio; arrivare a cedere, perché si crede che cedere sia il metodo, il modo migliore. Arrivare però a sguarnire, smarrirsi, cedere, è un cammino lungo che va a coinvolgere tutte e tre le componenti che appartengono all’essere incarnato, a colui che vive, che cammina, che pensa, che ragiona e che sceglie. È lo strumento principe che appartiene all’uomo, il libero arbitrio. Prezioso strumento, che serve certamente e per forza di cose va a rallentare, a creare resistenza, ma così deve essere perché l’abbandono, il cedere, deve essere cosciente, scelto, desiderato.

È tempo..è tempo per me ora di terminare, a voi tutti il mio saluto, arrivederci.

Ancora, adesso io, A, per il cerchio, il cerchio spiritico che sceglie, desidera,vuole il corpo comune che riconosce come proprio strumento, come propria possibilità, occasione per poter aiutare C.
Visualizziamo la catena, chiamiamo tutti gli amici, portiamoli qui con noi………………………
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Ringraziamo gli amici che sono stati con noi…ciò che sta avvenendo alla persona che amiamo provoca molta pena, molta sofferenza, ma io credo che ciò che sta avvenendo sia comunque bene.
Io sono perfettamente d’accordo con Emanuele quando dice che è impossibile fermare il movimento originale, impossibile invertire ciò che è il movimento originale…esso prosegue sempre nella stessa direzione.
A noi è consentito solamente rallentarlo e, sicuramente, ciò che in questi giorni sta avvenendo è comunque bene, la direzione rimane quella buona. Se non può apparire quella giusta, sicuramente ciò che avviene è bene.
Me ne vado, ora. Un bacio a C e a voi tutti, amici.