venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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20 novembre 2006

diciassettenovembre 06


Ancora, adesso io, Emanuele, per il cerchio, il cerchio spiritico.

Quando, venerdì scorso, parlai di domande inespresse, le definii in modo sbagliato; non è vero che sono il rombo di un tuono, ma le domande inespresse nascono come un brusio. All’inizio appena impercettibile –non deve disturbare affinché venga tollerato – poi il brusio sale di tono, ancora e ancora, e man mano lo si tollera, poiché non sono altro che un brusio, ma a furia di crescere diventa un rombo che va a coprire tutto il resto.
Le domande inespresse non hanno senso in un cerchio spiritico. Date voce alle vostre domande – vi esortai venerdì scorso – perché dare voce alle proprie domande, ai propri dubbi, vuol dire dar riconoscenza al cerchio, fiducia, vuol dire dichiararsi facenti parte di questo cerchio..
È vero, i quesiti sono tanti e a volte ci portano lontano da quello che è il tema che si è deciso tutti quanti di affrontare e la ricerca che si è deciso di portare avanti, però io credo sia indispensabile dare risposta a queste domande. Molte volte è difficile…e qui dovrei tornare a parlare di fede, dei due modi che io conosco di professare la propria fede.
In un cerchio, dove esiste un credo preciso, accettato da tutti quanti, e attorno a questo si è formato il cerchio…si possono ottenere risultati diversi da quelli che stiamo cercando di ottenere in questo cerchio, dove non esiste un denominatore comune, un espresso credo, un’accettata fede.
In quei cerchi spiritici, dove attorno allo spiritismo e alla cieca sicurezza della presenza degli spiriti, ottengono risposte diverse da quelle che io posso dare a voi, si possono ottenere anche fenomeni, evocazioni, presenze diverse da quelle che in questo cerchio possono avvenire, e il dialogo con i morti, con i trapassati, può divenire il fine di una ricerca. E se davvero attorno a questo fine il gruppo si allea e consolida il proprio credo, è più facile…più facile che avvenga la testimonianza, la comunicazione con i defunti.
Purtroppo, o per fortuna, non è stato deciso ciò, in questo nostro cerchio.
Difficilmente sarei in grado di soddisfare alcuni vostri quesiti; sarebbe una svolta precisa e probabilmente io cambierei, io non sarei qui con voi, perché anch’io esprimo dei talenti, ho un compito, una missione, un bisogno…
L’ evocazione passa attraverso la simpatia vibratoria – ho chiamato – in questo cerchio, perché voi l’avete stabilito, voi avete posto come punto focale di questo nostro trovarci assieme l’espressione del vostro libero arbitrio. Non siete disposti – e ne sono felice che non lo facciate, perché anch’io non lo faccio – di andare a superare quello che è il proprio individuale libero arbitrio, affinché possa avvenire la manifestazione che soddisfi un bisogno che io però non conosco e non perseguo.
Può apparire buffo che un disincarnato parli della soddisfazione, del bisogno di avere in questo cerchio, dei disincarnati. Tutto ciò confonde… tutto ciò rimette in discussione….
D. (G.) Posso farti una domanda ?
Se vuoi.
D. (G.) Ecco, come giustamente diceva anche Cla, nei tanti messaggi delle volte che c’ero io, non ho mai sentito effettivamente parlare sinceramente di amore… o non ricordo adesso di averlo mai sentito. Non so, cosa ne pensi tu? È qualcosa che vivete?
Probabilmente non s’è mai parlato di ciò che per te era amore.
Io ho cercato di esprimere ciò che per me è amore…
Il mio è stato semplicemente un contributo a questo cerchio; molte volte ho ripetuto, ma forse non ancora a sufficienza, un anello di questa catena, a paritaria qualità vostra.
Io capisco – non completamente – che tu possa aver bisogno di riscontri, io capisco che tu attenda conferma, ma non l’avrai da me…non l’avrai da me perché questo impedirebbe a te e al tuo libero arbitrio espresso, di poter esprimere, professare, definire ciò che è amore per te. Io non capisco perché tu voglia che io parli a te di ciò che per te dovrebbe essere l’amore. Se è questo che vuoi, qualcosa deve cambiare.
D. (G.) Credo di averlo anche sperimentato molte volte che cos’è l’amore, credo di conoscere bene
cos’è l’amore…
Perché hai bisogno che io confermi la bontà del tuo amore? Se tu lo conosci, l’hai sperimentato, è reale, che bisogno hai che qualcuno…
D. (G.) Non dico di dirlo per me, però… parlare di tanti problemi non è nemmeno amore, perché la fede allontana dalla mente, o da un disincarnato, comunque dovrebbe allontanare il dispiacimento della sofferenza o del ricordo di quando si era in vita e che si è morti perché avvicinandosi a Dio come voi fate, dovreste vivere più vicini all’Amore Divino, quindi essere illuminati da questa bellezza… è questo interrogativo che mi sono posto anch’io.
Io non riesco ad essere diverso da ciò che sono… io posso portare la mia testimonianza, il mio modo di vedere, il mio credere in un cammino. Non sono il Verbo incarnato.. se tu cerchi questo, qualcosa deve cambiare. Probabilmente ho dato per assodato cose che non avrei dovuto, ma … io torno a ripetere come già molte volte feci, io un singolo anello di questa catena sono, posso portare la mia esperienza, non posso portare la tua o quella di nessun altro e non voglio farlo… già fui prete e non più lo sono…
È tempo, è tempo per me ora di terminare, a voi tutti il mio saluto, arrivederci.

Il mio nome era S. e ancora oggi S. mi chiamo.
Sarò con voi, questa sera, per il corpo comune.
A. non sarà qui con noi, è con C.
Visualizziamo la catena, sentiamo gli amici che con noi lo compongono, C. è al centro, la sua candela le illumina il viso…
Cerchiamo gli amici e i nostri cari che ci possono aiutare, facciamo loro spazio… Sentiamo l’energia che percorre questa catena, facciamoci da essa colmare e offriamola all’amico che accanto a noi si trova…
Lasciamo ora C. Visualizziamo il nostro prato, lo spazio all’interno della catena. È affollato; cerchiamo i nostri cari… sono lì con noi…
Salutiamo gli amici che sono stati con noi; ringraziamoli per il loro aiuto…
Io sono forse l’ultima persona che dovrebbe parlare… chi è più confuso di me?
Però mi sento di dirvi una cosa; io sono qui che aspetto che qualcuno mi passi accanto e io possa accogliere la sua presenza e attraverso la sua presenza esprimere la mia presenza, il mio essere ancora vivo.
Invito voi che siete ancora nella possibilità: non aspettate.
Me ne vado ora. Vi ringrazio di avermi tenuto con voi.