venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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09 agosto 2006

quattroagosto 06


Ancora, adesso io A, per il corpo comune.

Cercherò di essere un poco con voi, con le mie parole, prima di iniziare il corpo comune. È importante… è importante per me, ma penso anche per voi, poter tranquillamente chetare un pochettino, esprimendo i pensieri e lasciando libero sfogo affinché possano lentamente chetarsi, depositare e iniziare quello che è il nostro momento magico. È il compito che aveva Emanuele nei nostri incontri precedenti, stasera non sarà qui con noi, è con N
Vorrei parlare ancora un attimo per l’immagine che ho cercato di darvi, riguardo ai vestiti e al mio riporli ordinatamente accanto a me.
Il mio vivere, per ciò che era una visione esterna che non mi apparteneva se non all’apparenza, la mia vita poteva sembrare disordinata, ma quando A cercava A e lo incontrava, questa abitudine di creare ordine attorno a sé era indispensabile, per rilassare i pensieri, per godere questo piacere di stare con A e ci riuscivo, era un momento magico, era un momento desiderato.
Non sempre avveniva, molte volte venivo distratto e ciò che era avvenuto poco prima mi impediva di essere con A e tranquillamente con lui; ma quando davvero riuscivo ad essere solo con A, questo mio cercare di creare ordine attorno a me era indispensabile piegare con attenzione un indumento per riporlo al posto giusto era quasi una cerimonia che esprimeva questo mio stare bene, questo mio stare bene con A, con me stesso, in fondo.
Capisco che il mio affermare che in questo momento tolgo vestiti e li ripongo ben ordinati accanto a me, possa dare immagini diverse. Vorrei chiarire che ciò che vi ho detto parte proprio da questo presupposto, per questa nuova occasione, per me, di ritrovare A e stare bene con lui, stare bene per dove mi trovo, per come sono, per ciò che sento e per ciò che colgo.
Per cui questo mio togliermi gli abiti, ripiegarli con cura per porli accanto a me in ordine, al posto giusto, dà questa sensazione, questa immagine, questo mio star bene. È vero, sto anche cercando di andare aldilà di quello che è questo mio distratto sentire, questo mio sentirmi non bene per come mi trovo ora, in questo mio…sto per dire corpo, ma non esiste corpo…per cui in questa mia condizione che vivo oggi da disincarnato.
Sto trovando il mio sentirmi bene in questa condizione e questo mi piace. Utilizzare questa immagine del togliermi i vestiti ,piegarli e riporli,dà questa sensazione, per cui non è – questo mio dire – un volervi salutare, o questo mio voler abbandonare collegamento con quella che è stata la mia vita, ma solo un affermare il mio sentirmi bene per ciò che sono ora. Non avviene sempre così, come non avveniva sempre quando ero incarnato.
Erano comunque momenti di grazia, ma sento che sempre più lunghi diventano, e ciò mi piace, mi fa stare bene, mi fa sentire in pace. Null’altro intendevo dire con questa immagine che ho cercato di darvi. Io sto bene con voi.
So che dovrò passare oltre a questo mio bisogno di voi, ma avverrà tranquillamente, avverrà assieme, di ciò sono certo, non ho timori in questo senso. Ciò che sta avvenendo deve darci una traccia, deve farci capire qualche cosa, qualcosa dobbiamo cogliere, qualcosa dobbiamo caricare dentro di noi, permettergli di reagire senza frapporre barriere….qualcosa sta avvenendo…col messaggio si dipana………….
Attiviamo il nostro sentire…..per me è una canzone………..
È vero, è possibile leggere ciò che avviene, è possibile cogliere ciò che avviene; più difficile è rendere manifesto ciò che si coglie, esprimerlo.
L’intuizione, la percezione, è possibile ed è importante non avere timore ad esprimerla. Io mi accorgo, guardandovi, guardando questo cerchio, con quale difficoltà a volte si cerca di esprimere l’intuizione che si coglie. Non ci dovrebbe essere questa difficoltà, non ci dovrebbe essere il bisogno di dire: “Questo è un mio pensiero”.

L’intuizione è possibile, leggere è possibile; più difficile è portare questo che si legge all’espressione, alla manifestazione, al dire all’altro.
Non sempre ciò che si legge può essere comprensibile; mi accorgo, a volte, e mi è capitato anche, quando ero ancora in vita, di avere l’intuizione riguardo ad un amico, ma nel momento in cui ho espresso questa mia visione, l’amico – attraverso la sua reazione, attraverso la sua chiusura – ha stravolto la bontà della mia visione.
Cosa intendo dire con questa mia affermazione? Voglio dire che la mia visione non era sbagliata, ma che è stata la reazione dell’amico a cui l’ho svelata, che ha reso sbagliata questa mia affermazione. Perché dico questo?
L’intuizione diviene possibile, e la manifestazione di essa, l’espressione di essa, può agire nel momento in cui esiste una persona aperta di fronte a voi, e la lettura che viene fatta è accettata.
Non esiste una chiusura dall’altra parte che invalida questa possibilità.
Io credo che dobbiamo imparare – almeno qui, all’interno di questo cerchio – ad accettare la possibilità di visione dell’altro, la capacità di intuire, di vedere. Sarebbe importante per noi sperimentare questa cosa; è molto facile però chiudersi di fronte a questa possibilità e invalidare, rendere nulla, sbagliata, la visione.
Accessibili ad essere letti, aperti alla visione…provate, sforzatevi. So che la parte più difficile sarà esprimere ciò che si vede. Siete in grado, siete capaci.

La catena, ora;una catena importante sarà questa sera, forte, potente. Sentiamo gli amici che con noi la compongono. Punto di partenza, come sempre, C , con la sua candela…allarghiamo le maglie di questa catena, portiamo qui con noi gli amici che desideriamo amare, che desideriamo avere con noi…facciamo a loro spazio, permettiamo a loro che si possano comodamente sedere accanto a noi, tra di noi, sentiamone il contatto, evochiamo la loro presenza qui con noi…chiamiamoli.
Desideriamo averli qui con noi, godere della loro presenza, unire la nostra forza alla loro forza.
Sentiamo l’energia che circola in questa catena, apriamoci ad essa, lasciamoci colmare per poterla offrire all’amico che accanto a noi si trova, più forte, pregna della nostra presenza………………..
Lasciamo ora….visualizziamo il nostro prato, lo spazio all’interno della catena, il nostro prato fiorito, colorato, odoroso…sentiamoci con i nostri amici, con i nostri cari e cediamo a loro……….
Cerchiamo ora N, portiamola qui con noi……………………………………………………………
Lasciamo anche N, ….ringraziamo chi è stato con noi………………………………………………
Mi viene in mente, ancora quando io ero con voi e facevamo le sedute, che si parlava di un lettore, colui che a turno sarebbe stato in grado di poter vedere. Non è una dote particolare, ma è la caratteristica che ognuno di noi ha….è solo che manca la fede ad attivarla….ma non solamente questo – come ho cercato di dire prima – anche la disponibilità dell’altro, colui che deve esser letto, deve essere attiva, presente, certa. È facile mascherare, è facile riappropriarsi della maschera che – è vero, sì – puoi avere anche appoggiato accanto a te, ma nel momento in cui scopri che la visione è sempre più nitida, sempre più profonda, poterla afferrare nuovamente e calzarla…per cui la possibilità esiste di poter leggere, ma la disponibilità ad esser letti è difficile, e ancora più difficile accettare la possibilità di esser letti, credere che una visione che non ti appartiene possa essere genuina.
Mai io accettai questa possibilità per ciò che mi riguarda, mai volli che qualcuno violasse – perché allora credevo che fosse ciò – la mia intimità.
È tutto più semplice, tutto più naturale, è tutto più reale…….

Vado ora. Un bacio a te, C , e a voi tutti, amici.