venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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24 settembre 2006

quindicisettembre 06


Ancora, adesso io, Emanuele, per il cerchio, il cerchio spiritico.

È vero, io sono diverso, io sono il diverso, ma la diversità maggiore, la più importante, sostanziale, tra me e voi, è che io sono disincarnato. È questa la caratteristica, l’essenza più importante del mio essere diverso, non per ciò che ho fatto quando ero simile a voi – per possibilità, per vesti, per mezzi – ma per come sono oggi e per come oggi mi pongo qui in mezzo a voi, diverso sicuramente, indubbiamente, e questa mia diversità che comunque appartiene anche a voi, perché è uno stato, è uno stadio del vostro divenire che senz’altro diverrà concreto, palese, vivo, io sono proiettato, sono il vostro essere oggi proiettato in un futuro. E darvi traccia di quello che potrà essere questa mia dimensione credo che sia l’essenza del fare spiritismo, di ciò che è un cerchio spiritico in contatto con qualcuno di diverso che è in grado di dare sostanza, connotazione, immagine di uno stato a divenire.
La differenza principale, sostanziale, è che noi disincarnati siamo liberi da quelli che sono i vincoli e i limiti che il corpo pone e la caratteristica più grande nella diversità è la possibilità della visione, della visione sgombra, già ve ne parlai: chi come me è disincarnato, ha possibilità di visione sgombra su ciò che è, su ciò che è stato. Sicuramente su ciò che sarà non è possibile – è chiaro – ma su ciò che è e su ciò che è stato sicuramente la visione è sgombra.
È una visione che voi non potete avere, se non attraverso un esercizio, una ricerca. A noi è donata, a noi è reale, per forza di cose. La visione sgombra è su di noi, su ciò che è stato il nostro vissuto, su ciò che è il nostro essere oggi.
Il passare oltre è fare di questa visione patrimonio, concreto bagaglio,assimilata coscienza, e il mio essere con voi mi dà questa possibilità, il mio essere con voi rende questo cerchio un cerchio spiritico. Attraverso la lettura è possibile avere questa visione sgombra, però non è consentito per il singolo individuo farla su sé stesso…è impossibile, è umanamente impossibile. Per ciò che voi siete, attraverso il vostro corpo, attraverso la vostra mente, attraverso il vostro bagaglio e la percezione del bagaglio che avete, attraverso strumenti che sono il corpo e la mente, vi è impedito di avere visione sgombra, così è e così sarà.
Avete però possibilità di leggere l’altro, perché nel momento in cui cercate di leggere l’altro, la possibilità esiste, diviene reale; è per questo, io credo, che la lettura in questo cerchio può essere un utile grano di consapevolezza. Credere nella possibilità, prepararsi alla visione sgombra, credetemi, per sé stessi e individualmente non è possibile, ma il gruppo, il cerchio, può farlo.
Se il gruppo, il cerchio, ha le caratteristiche necessarie, esse fanno di un gruppo un cerchio spiritico, un corpo comune. È questo il mio ruolo: dare traccia, dare dimensione, spessore a questa possibilità, perché io ne sono padrone.
Visione sgombra, che non è un fine, non è il fine, non è il punto d’arrivo, non è altro che un altro tassello, un altro gradino attraverso il quale, però, per forza di cose si deve passare. È perciò che io parlo della visione che Emanuele oggi ha dell’Emanuele di allora; cerco di rendere sempre più visibile, perché è questa la misura di quello che voi potreste essere in grado, nella lettura dell’altro.
Io mi pongo sguarnito, impotente alla lettura, mi affido alla possibilità del lettore e per fare questo devo rendere concreta quella che era la protezione che misi in campo allora, che è quella protezione che rende difficile comprendere, per voi, ciò che è la mia visione, in modo particolare riguardo all’atto d’amore che io credo di aver ricevuto.
Ma se continuate ad accanirvi su quella che è la barriera che io ho posto, vi logorate solamente.
La grotta di Qumran. Ciò che avvenne nella grotta di Qumran fu un grande regalo che io non meritai probabilmente, che io non cercai sicuramente, che io non elaborai, ma mi fu donato…fu un grande dono, e di esso sono grato, ma le sensazioni che io colsi in quello stato di grazia mi danno misura di ciò che è avvenuto, di ciò che è la bolla, di ciò che era la bolla per Emanuele, prima; di ciò che avvenne alla bolla.
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Le protezioni che noi mettiamo a difesa di ciò che è la nostra intima essenza vanno a formare una crosta, una sfera attorno a noi; ogni lato, ogni sfaccettatura del nostro essere deve essere protetta, è per questo che costruiamo attorno a noi questa crosta, e diamo molta energia al mantenimento di essa, facciamo in modo che appaia così come vorremmo che gli altri la vedano…tanta energia poniamo…e dobbiamo rendere questa crosta distante da quello che è il punto nodale del nostro essere.
All’interno di questa bolla esistono degli spazi, degli spazi che non sempre io ero in grado di controllare. Erano spazi che creavano scompensi, avolte, falle in questa bolla, e maggior energia dovevo mettere a protezione di quel settore. Cerco di dare un’immagine concreta, materiale…a volte non è così, ma…voglio che dia davvero idea di ciò che avviene…..
Nella grotta di Qumran, quando incapace, impotente fui, perché non ricevevo domande, sollecitazioni, e la mia mente più non era in grado di creare immagini, dettagli, io mi arresi.
Questa bolla, questa crosta, crollò; rimase un unico punto nel quale focalizzai la mia essenza. Era un punto piccolo, ma talmente pregno di energia e di Emanuele, che sfavillava. L’energia che consumavo prima a protezione si purificò, si condensò, diventò semplice piccolissimo punto.
Questa coscienza, però, era solamente mia, e non fui in grado di portarla agli altri; ancora e ancora costruii protezioni, filtro, crosta.
Permettere, con la mia partecipazione ad un cerchio, ad un corpo comune, di demolire coscientemente, partecipando a questa demolizione, permetterà di proseguire oltre.
Io devo donare a qualcuno ciò che trovai nella grotta di Qumran, e questo qualcosa è un metodo, è un modo, è una via. Ciò che trovai nella grotta di Qumran era Emanuele e io non posso donarvi Emanuele. È su ciò che è la visione sgombra e la possibilità di lettura che dovete lavorare, è su ciò che è la visione sgombra e la possibilità di lettura che io darò il mio aiuto. Io sono certo, comunque, che anche se ognuno di voi giungesse a questa possibilità, troverebbe uno scoglio più arduo di quello che io trovai. Dare questo tesoro, mostrarlo agli altri….
Io sono diverso, io sono disincarnato e ho visione sgombra.
Non è solamente attraverso il confronto che voi potreste avere con me, che sarete in grado di togliere porzioni di questa crosta, ma è anche cercando di andare voi verso gli altri, anche con quell’ingombrante, mastodontica – a volte – crosta, palla, sfera e, se sarete in grado di sentire questo trasporto, se avrete desiderio di aiutare e di amare l’altro, l’unione di queste due cose – visione sgombra e bisogno d’amore – porterà alla demolizione.
È il corpo comune il momento magico, è in esso che la possibilità esiste, è quella l’occasione nostra.
Liberi alla possibilità di lettura, liberi di amare l’altro. La libertà maggiore è quando sarete in grado di riedificare il punto iniziale, la scintilla e, tanto più sarà piccola, tanto più sarà grande il grado di possibilità, di occasione.
È tempo, è tempo per me ora di terminare, a voi tutti il mio saluto, arrivederci.

Ancora, adesso io, A, per il corpo comune.
Ricordiamoci qual è stata la nostra scelta, qual è stata la svolta che ci ha riportato ad essere ancora insieme…il nostro desiderio, il nostro obiettivo di aiutare C, e così deve essere in questo corpo comune. Sicuramente attraverso ciò meglio raggiungeremo ciò che Emanuele ci propone, non c’è dubbio, ma deve essere chiaro, comprensibile, accettato.
Visualizziamo la catena, chiamiamo con noi gli amici che ci aiuteranno, evochiamo il loro nome, il loro viso, facciamo a loro spazio affinché si possano sistemare comodi accanto a noi, abbracciamoli in una grande catena solidale, forte, protetta.
La candela di C sia il punto di partenza, sentiamo l’energia che percorre questa catena, lasciamoci da essa colmare per poi offrirla all’amico che accanto a noi si trova……

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Lasciamo ora C, visualizziamo il nostro prato, lo spazio all’interno della catena….cerchiamo di individuare ora il nostro viso in questo prato, cerchiamolo; facciamo in modo che divenga sempre più particolareggiato, sempre più riconoscibile, preciso. Sforziamoci in questo, sempre di più e sempre meglio cerchiamo di definire la nostra presenza in questo prato.
Non ci devono essere dubbi, è il vostro viso…ancora di più e ancora meglio.
Continuate fino a che la vostra mente non trovi difficoltà a trovare nuovi dettagli, sforzatevi fino a che, stanchi, non vi abbandonate…..
Lasciamo ora…salutiamo tutti gli amici che sono stati con noi, i nostri cari e ricordiamoli con affetto,grati della loro presenza..

Desidero dire qualcosa anch’io riguardo alla visione sgombra che noi disincarnati abbiamo. Appena ne ebbi traccia, coscienza, il mio primo pensiero fu di capire se ciò che vedevo era stato buono, era stato bene oppure no, avevo bisogno di capire, avevo bisogno di dare un colore a ciò che vedevo, ma era impossibile e, credetemi, ci ho messo tanto.
Avere visione sgombra – sì, è vero – è una cosa che ci appartiene ma che però a me è saltata addosso, più che…
È difficile poi capire che farne di questa visione sgombra. Vedere A…..ma dare un senso a questo vedere è la cosa che, io credo, sia più difficile, per me quantomeno.
Posso dire di essere padrone di ciò che A è stato, di ciò che A oggi è, ma sono in una…animazione sospesa, non tocco terra ma non sfioro nessuno al di sopra di me…… voglio capire………………

Vado ora. Un bacio a te, C , e a voi tutti, amici.