venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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20 maggio 2014

sedicimaggio 2014

Io a voi parlai di ricerca, perché è sicuramente quella la strada che vi è più affine, è quello il percorso più vicino al vostro vivere. Non tengo conto di coloro che aspettano il Salvatore, il Messia, colui che tutti quanti monderà. Credo che non arriverà mai, nè mai è già arrivato. Attendere l'illuminazione, attendere la salvezza, attendere colui che sarà in grado di portarvi con sè e aprirvi la via non ha per me senso. Parlai di ricerca invece; la ricerca è sicuramente il modo per mettersi in cammino e ribadisco che la curiosità è gran cosa, se la curiosità è figlia di quel bisogno che porti il desiderio di progredire, di capire, di intuire e dare senso in qualche modo a ciò che è il percorso, la vita, lo scorrere, il divenire. bollai la curiosità del cercare il testo occulto, il Verbo, la parola che tutto chiarisce, perché come chi aspetta la venuta, spreca tempo ed energia impedendo di muoversi, impedendo di cercare...badate bene, ripeto, di cercare non di trovare. Se qualcuno pensa di trovare e risolvere in questo modo la propria occasione sbaglia, stupidamente sbaglia, semplicemente si ferma, cerca, razzola, scoperchia sassi, cerca chiavi e porte ma non progredisce. io credo che figure importanti che hanno tracciato non dico la strada, ma hanno ribadito la possibilità per l'uomo di intuire anche mentre ancora vive, mentre è nel limite delle spoglie umane. Già queste figure ci sono state, i Giusti in fondo, gl'Illuminati, molti ve ne sono stati. L'errore è riconoscerne uno solo, è assurgere egli alla Verità. mplti hanno indicato la possibilità realizzando quella che era la loro ricerca, trovando quello che era il punto focale del loro vivere, l'appartenenza a quella Corrente Originale, Divina, che tutti quanti noi impregna. Resa manifesta la possibilità, l'errore fu di definire quell'essere, quell'uomo, come Divino, diverso, speciale, unico. Ogni uomo giungerà, ogni uomo ricollocherà la propria dimensione divina, definirà con il proprio nome essa, riconoscendosi. La ricerca deve essere proprio questo. E' vero, la certezza che ciò possa avvenire è quasi protezione, auspicio importante, indispensabile per alcuni ma non è certo misurando l'esperienza di qualcun altro che vi può portare a questa fede nella possibilità, ma ricercando in voi quei tratti, quelle condizioni, quelle intuizioni che vi pongono là, in quella dimensione alla quale credete di non appartenere...quasi fosse un cambio, una trasmigrazione con abbandono di identità, di individualità. Se l'abbandono dell'individualità è fondamentale per passare oltre, la consapevolezza di poterlo fare appartiene all'uomo, è condizione concessa e garantita perché, ripeto, ogni essere è permeato di Divino. La ricerca deve creare squarci, la ricerca deve portare ad attingere, a riconoscersi. E' chiaro che comunque tornerà l'incapacità ; il limite è tale. Già vi dissi che è impossibile valicare i limiti che l'uomo ha, ma l'uomo ha questi limiti per un motivo preciso: ha senso la fragilità, ha senso la durezza, l'incapacità, il "non essere in grado di", ma non sono parvenze quegli attimi, non sono illusioni o allucinazioni ma sono frutto di quella ricerca con la quale ho iniziato questo mio dire. Essere in ricerca vuol dire muoversi consapevoli di muoversi; essere in ricerca e riconoscersi in ricerca vuol dire credere di progredire. La ricerca non è sempre foriera di piacere e gioia, già ve lo dissi, ma l'uomo che può e non è in grado perché pesi lo costringono a terra, deve per forza provare quell'insoddisfazione di essere e non poterlo sempre, di essere e non poterlo a comando, di essere ma non essere in grado di esprimerlo. Ripeto, è preziosa la fisicità dell'uomo, è prezioso l'ingombro della mente; senza di esso svaniremmo, senza di questi fardelli non saremmo in grado di muovere. Abbiate perseveranza nel cercare, fiduciosi di poter trovare; già intravedere, già cogliere anche se per brevi attimi, deve essere alimento grande, stimolo imperioso; ma cercare, cercare per non trovare, vi ho detto, è frustrante..certo, lo capisco, ma se ben siete consci di non poter trovare perché già avete ma non siete in grado di essere. Percepisco a volte il peso della colpa che viene data ad altri; peso che impedisce di poter essere diversi, trovando in questo modo giustificazione all'incapacità. La ricerca costa fatica e con fatica intendo spreco di energia; la ricerca implica sfrondare, già vi dissi, e non è semplice, non è così facile e comprensibile. Allora ci manteniamo comunque quello spazio, quella scorta, quella protezione, pensando che tutto ciò sia provocato e costretto da qualchedun'altro. Io non sono in grado di vedere perché chi è attorno a me me lo impedisce; io non sono in grado di spiccare il volo perché troppi sono aggrappati a me, ma io li sostengo quasi fossi un tutore. Questo in fondo è timore di essere soli, di trovarsi soli, sfrondando sempre di più e sempre più profondamente...ma in fondo sono io che ho bisogno di loro; impreco e inveisco scioccamente per non ammettere la mia incapacità, ammantandomi di bontà, forza e podestà.