venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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05 ottobre 2013

ventisettesettembre 2013

Ancora della visione sgombra vorrei questa sera dire, quasi a chiudere, sigillare. Visione sgombra. Credo sia affascinante per chi è individuo pensare a quella possibilità che dà la visione sgombra. Visione sgombra non è semplicemente vedere – ho cercato di spiegarvi – ma essere, essere ogni cosa, ogni individuo nello stesso momento, con piena identità, non semplicemente assistere, misurare, individuare, ma essere. Credo sia quasi impossibile per la mente umana arrivare a comprendere questo concetto, però è così. C'è chi, durante la propria esperienza attraverso la sua incarnazione, è riuscito, sebbene in minima misura, ad arrivare a cogliere questa possibilità attraverso sicuramente il superamento consapevole e cosciente dell'individualità, ma questo passaggio, questo varcare la soglia, di certo non ha portato quei limiti, quelle dimensioni – anche se di limiti e dimensioni è folle pensare e parlare – di quella che è la mia possibilità di visione sgombra o di chiunque come me non è individuo ma è parte di quell'Essere Unico, non semplicemente una porzione, non semplicemente una parte ma misura precisa di quello che è l'Essere Unico. Ma torniamo alla possibilità che l'essere incarnato può avere avuto; ho detto che è solamente attraverso il superamento dell'individualità, quello consapevole e cosciente, che si può arrivare a varcare il limite che l'incarnazione ha definito. Ci sono tecniche che portano a varcare quella soglia, sia prima della nascita che dopo la morte. Prima della nascita potremmo pensare a chi ha ricordo di precedenti incarnazioni; al termine della vita, per coloro che sono deceduti, è semplicemente lo spiritismo che porta a varcare quella soglia, ma il limite rimane. Si può arrivare a cogliere un'unica testimonianza per colui che è vissuto e morto o un'unica dimensione e incarnazione per chi varca la soglia di prima del nascere, arrivando a definire questo modo con il termine del ricordo, traccia della precedente incarnazione. Chi ha visione sgombra come me, ripeto, ha nello stesso momento identità di tutto ciò che esiste, di tutto ciò che è. Ripeto, può apparire affascinante, può apparire grandioso e per chi ha sperimentato il superamento della soglia, per quel piccolo frammento, quella scintilla pallida che lo ha portato a prendere misura di qualcosa che non è lui, essere individuo, già è apparso così potente. Ci si può riuscire, ho detto, attraverso il superamento dell'individualità, attraverso l'abbandono e la negazione dell'individuo, ma non può essere semplicemente una professione di fede ma deve diventare disciplina e pratica ben precisa, sia per lo spiritismo che per il ricordo e la misura di incarnazioni precedenti, che non per forza sono della singola individualità. Se è chiaro per ciò che riguarda lo spiritismo che per forza di cose si va a mettersi in contatto con entità diverse – può essere un parente, può essere un amico, un figlio – ma per chi coglie incarnazione precedente convinto che sia quella che preludeva alla propria nascita, falsamente credendolo perché così non è, semplicemente andava a cogliere individualità che è passata nella dimensione unica, originale, dell'Essere Unico. E non avrebbe potuto che essere in questo modo; la mente umana non può portare con sé traccia così grande quale è la visione sgombra: impazzirebbe, esploderebbe. Ripeto, è affascinante, credo, per voi immaginare cosa possa essere la visione sgombra; eppure io coscientemente me ne privo. La visione sgombra cessa nel momento in cui l'incarnazione avviene; si entra in un cono d'ombra che ha come vertice proprio il momento preciso dell'incarnazione e questo cono d'ombra non avvolge semplicemente quell'essere che è divenuto individualità ma tutto ciò che a lui si avvicina. Può apparire stupido, sciocco, arrivare a scegliere una cosa così limitante, abbandonando una così grande possibilità che è la visione sgombra, ma esiste una grande differenza per chi come me si trova nella condizione in cui ancora mi trovo: semplicemente è, null'altro. L'essere incarnato può decidere di non essere, può decidere di negare oppure affermare e questo credo sia veramente potente. Chi ha visione sgombra non può che essere e vedere; chi ha visione sgombra ha certezza di appartenenza, non ha dubbi di sorta ma non ha neanche possibilità di poter scegliere, non si pone davanti a lui occasione di bivio, è negata a lui la negazione di ciò che è o di ciò che vede, è negata a lui la capacità di giudicare. Il cono d'ombra può spaventare, il cono d'ombra evoca smarrimento, impotenza, incapacità....ma ciò non è vero. Il cono d'ombra afferma potenza e capacità, afferma occasione. Credo che quelle pratiche che portano a varcare la soglia di cui vi parlavo prima non abbiano molto senso e non portano costrutto, non danno frutto, non certo merito ma neanche evoluzione. Avere capacità di vedere non provoca quella possibilità che è lo scegliere, il maturare e il trovare dopo ricerca. Non cercate possibili scorciatoie, non cercate risposte che non appartengono a una vostra scelta perché a nulla servirebbero se non a stordire e a stornare, a portare lontano. Affermare con gioia, affermare con sicurezza la scelta dell'incarnazione perché si riconosce in essa bontà e possibilità; io per ora lo so perché semplicemente assisto, sono, e vorrei tanto non avere più questa cecità che è la visione sgombra...vorrei poter davvero vedere e attraverso questo vedere poter scegliere, affermare o negare, perseguire o rifiutare. Tutto ciò per tornare a ciò che sono, ma consapevole di aver voluto, deciso e attuato la mia occasione, di aver avuto quella qualità che solamente Colui che tutto ha iniziato... E' tempo di far cascare quelle spiegazioni, quegli alibi che hanno sostenuto la vostra ricerca; è tempo di scardinare quelle pratiche che sembrano e sono apparse come strada possibile e capace e tornare ad affermare la vera occasione, la vera possibilità, la vera qualità che vi rende simili. La visione da cogliere non è certo aldilà della soglia, la visione da affermare – già troppe volte vi ho detto – non è lontana da voi ma è semplicemente ciò che voi siete. Anch'io voglio capire e potrò solamente quando avrete riconosciuto la bontà di questa scelta.