venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

Nome:

22 aprile 2014

diciottoaprile 2014

La ricerca. In fondo tutta la vita dell'uomo ha come filo conduttore la ricerca; ogni uomo, anche l'essere che appare così lontano dal pensiero del cercare, anche lui dovrà trovare, perchè sappiamo bene che non c'è possibilità alcuna dal non passare da questo trovare...questo trovare che porta a vedere, comprendere la necessità ed il bisogno di passare oltre. Ma parliamo della ricerca per gruppi come il nostro. All'inizio qual è lo stimolo, la molla e il desiderio che portano a ricercare, a cercare cose sconosciute, celate, nascoste, esoteriche, per pochi, occulte? È la curiosità, il bisogno di sondare spazi e conoscenze che non ci appartengono, che sono per degli eletti, per coloro che ne hanno le chiavi. La percezione di queste nozioni, questi segreti, si cerca di trovare il modo, la chiave per poter cogliere verità, segreto. È cosa buona la curiosità, il desiderio di conoscere, di fare proprio...ma ad un certo punto qualcosa cambia, e cambia scoprendo che non esistono segreti, tracce, ricette, esperienze che possano portare alla conoscenza di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, di ciò che è bene e ciò che è male, alla conoscenza di quelle chiavi che ti possano permettere di acquisire potere e visione. Ad un certo punto comprendi che è un vicolo chiuso, una strada che non porta a nulla...se non quello di passare ad un' altra ricerca di segreto, di traccia, di chiave. Ma qualcosa avviene, avviene nel momento in cui l'individuo, l'essere, scopre di essere”naturalmente” in ricerca: la curiosità più non esiste, non c'è più nulla da trovare, nulla da conoscere, nulla da svelare... non esiste l'oracolo, non esiste la bocca della verità. A questo punto la ricerca diviene interiore, non più stanze da scoprire, non più testi da trovare, non più maestri che ci possano educare, offrendoci le chiavi. La direzione si è inversa, è a ritroso, la ricerca ci porta a noi stessi. Non è più la curiosità di trovare; la ricerca diviene sperimentazione, diviene testimonianza e conoscenza, sì, di ciò che l'individuo è: le domande affiorano, ma non cerchiamo più le risposte a queste domande ma facciamo sì che le domande pongano la direzione, indichino il cammino. Già questo modo di comprendere, questa consapevolezza, dona traccia ed alimento alla ricerca...il percepire essenza, il percepire qualità, il percepire possibilità. Ma esiste a questo punto un'altra traccia, un'altra molla, un'altra sensazione che ci porta a proseguire, a cercare con rinnovata forza e a quando, dopo aver scoperto la possibilità, sentirsi incapaci di realizzarla. Potremmo dire che è la sofferenza a questo punto che ci dà stimolo, che ci pungola. La sofferenza di non sentirci in grado dopo aver compreso della potenzialità che abbiamo. Sappiamo qual'è la direzione, abbiamo individuato la traccia, abbiamo gustato la gioia della libertà, la forza dell'arbitrio, abbiamo riconosciuto paternità alla scelta, capacità, quando non siamo in grado di essere veramente ciò che abbiamo intravisto, la sofferenza ci pungola, ci costringe. Crediamo di sapere cosa dobbiamo trovare, quali sono gli strumenti che ci permettono, ma soffriamo l'incapacità, il limite. Se attraverso la curiosità la mente aveva la direzione, la mente fantasticava creando aspettative, quando la curiosità è scemata la mente ha perso la possibilità, ha sodato che la sua non presenza, la sua non-direzione portava ad esprimere ciò che si era intravisto. La sofferenza non ha senso, non è logica, non è comprensibile. La puoi percepire, la puoi misurare, ma dare ad essa senso è la difficoltà per la vostra mente, oggi; capire che la sofferenza di non essere ciò che potremmo è il pungolo giusto, è l'alimento necessario al vostro cercare. Mi tolgo ora e di voi parlo...perché capisco che a volte distoglie questo mio pormi come vostro simile, ancora incapace di poterlo essere. La sofferenza non è mai auspicabile; abbiamo parlato di una goccia d'acido, ma anche di paura, timore di essere soli. Ma la mia speranza per voi è che il timore non sia dell'errore e dell'inganno, non ora, non qui. Sia preziosa quella vena di malinconia, di insoddisfazione, d'incapacità; è la traccia della caducità, è la traccia del limite. Non cercate di scacciarla, non trovate palliativi che la zittiscano, non trovate alibi e spiegazioni ma cercate di riconoscerla come vostra. Se esiste una conversione, con ciò che potrebbe apparire spiegazione a questo termine, è proprio il comprendere che la ricerca è testimonianza, ora; è accettare, accogliere, afferrare quella sofferenza che può esserne conseguenza, è segno di maturità, di presenza. Io vi dissi che c'incontreremo spalla a spalla, ci guarderemo negli occhi...ma semplicemente questo non è un tempo a venire ma è una capacità che voi sarete in grado di esprimere. Già ci sono state possibilità, già io accanto a voi mi posi, ma non foste in grado di cogliere il mio sguardo e dare ad esso senso e comunicazione. Non stiamo parlando di un tempo a venire, ripeto, ma semplicemente capacità vostra. Già molte volte accanto a voi passai e non fui riconosciuto. Un'ultima cosa prima di salutarvi: la mente non sarà mai in grado di condizionare, velare ciò che è la componente spirituale originale che in ognuno di noi si trova. Ma potrà portare una discor...........

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

la tensione verso l'esteriorità, il non riconoscermi quale sono e quale potrei essere, questo vela il cammino e mette in dubbio la bontà della direzione.

9:01 AM  
Anonymous Anonimo said...

la tensione verso l'esteriorità, il non riconoscermi quale sono e quale potrei essere, questo vela il cammino e mette in dubbio la bontà della direzione.

9:02 AM  

Posta un commento

<< Home