venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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12 novembre 2013

ottonovembre 2013

Il senso del vivere, il motivo. Se è chiara la volontà iniziale per ognuno, per chiunque si è incarnato, il buio nasconde e cela quello che è il senso di questo cammino; così deve essere. L'obiettivo, la missione, la destinazione, sono d'intralcio; è nello smarrirsi che l'uomo esprime ciò che è veramente. Anche nel nostro comune cercare abbiamo spostato quella che era l'attenzione da un capo all'altro, da un punto cardinale all'altro, da quella che è la morte dell'uomo a ritroso, alla nascita che lo ha portato ad essere uomo. Eravate comunque voi in gioco, voi che muovevate l'attenzione, lo sguardo e la ricerca; e chi era il vostro interlocutore che dava luogo al suo parlare? Erano anch'essi....io posso essere Emanuele, anzi lo sono certamente anche se nome ancora non ho. L'uomo è al centro del Creato; attorno a sé, in una grande sfera, tutte le verità e le realtà si trovano e interagiscono con lui e l'uomo può lanciare il proprio sguardo in una qualsiasi di queste direzioni, preferendo quella fondamentale e quel nucleo che attrae tutto ciò che attorno a lui si trova e lo tiene vero, concretamente vicino e reale. Non sarò io a nascere a nuova vita ma sarete voi ad accettare la mia nascita quale verità e non per forza attraverso una figura precisa, un bimbo. Il vostro sguardo ha spaziato lontano, ha cercato, frugato, cercando motivo e testimonianza di non arrendersi; quello che era l'Essere cercato, agognato, voluto. Lo Spirito abbandona la propria essenza per divenire uomo e questo per portarvi a ricercare di nuovo qual è il punto focale, il centro di ogni cosa...quasi che questo frugare sia spreco, circolo vizioso, girare su sé stessi. Il mio nascere a vita è distogliere il vostro sguardo là dove più non serve cercare la verità, il senso e il motivo del vivere. Sarete voi ad istruirmi, sarete voi a darmi nozione. Per ogni uomo, per ogni individuo esiste una domanda; è la fonte del disequilibrio, è incrinare la staticità, è sporgere, sporgere così tanto che se non si muove il passo a terra si cadrebbe. La domanda che sarà per me nozione sarà per me alimento, stimolo, non certo traccia, non certo svelare disegno ma creare anche in me quel disequilibrio che impedisce la staticità, la stagnazione. Io sarò uomo, per cui nell'altro simile a voi e non semplicemente e solamente quale matrice ma anche come dimensione, come fisicità, come precisa uguaglianza. Se è supino accettare l'affermazione che la matrice sia unica, è sicuramente provocatorio e intimo riconoscere questa uguaglianza anche nell'altro che è simile a te, nel suo essere uomo simile e diverso, ostile e sbagliato, comune. Io sarò in quella veste; non più l'alieno, non più lo spirito, non più l'entità, ma in ciò che voi siete, nel vostro essere estranei e diversi. Donarsi all'altro per riconoscenza, per aver conosciuto e riconosciuto la fratellanza, donarsi all'altro come cedere, come arrendersi a una visione vera. Non esiste spreco di energia se l'uomo lascia fluire semplicemente ciò che lui è, nella salute oppure nella malattia. La malattia non per forza di cose è il collassamento dello spreco dell'energia. È l'energia che delimita l'uomo; semplicemente l'energia è quella componente che lega la volontà, la mente, quello che è il corpo nella sua caducità. [Decidere] quello che noi siamo nella verità che è la misura precisa di ciò che siamo; esiste spreco di energia nel momento in cui si vuole produrre, alimentare, sostenere quando più non esiste il senso in ciò...si sottrae energia per sostentare nella vita. La malattia a volte semplicemente esprime verità di uno stato di cose, uno strumento ormai deteriorato, incapace di sostenersi con quelle che sono le dinamiche, le chimiche che appartengono alla dimensione fisica...si cerca l'intervento, l'ausilio, la forza, l'espressione energetica; allora sì che spreco esiste, che la malattia diviene incurabile, quasi provocata, tratta e sospinta. Verità è ciò che noi siamo nel nostro essere trino delle tre componenti; cedere alla verità vuol dire esprimere verità, gioia al suono di un messaggio, alle avvisaglie che alla malattia portano, andavano alla trasformazione. Chi crede nella dimensione dell'Essere Unico, eterna,vera, definita, non deve temere. Il vero spreco di energia interrompe il flusso, l'armonia, la verità cercando di incanalare, deviare, costringere con false idee di sanare, di costruire, di vivere... Inni si levino a corpi che trasmigrano, canti si alzino.....esprimano gioia sublime...............................