venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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22 gennaio 2014

diciassettegennaio 2014

Amore e dubbio, due termini che sicuramente appartengono alla vostra dimensione più che alla mia. Il dubbio prima. Per ciò che io sono e per tutti quegli esseri che attorno a me si trovano non credo che esista il dubbio, sia per me, che decisi di incarnarmi, non fu una scelta tra due possibilità. Semplicemente il mio scegliere di incarnarmi era qualcosa che doveva essere, qualcosa che si è tardato nel tempo e semplicemente per permettermi di allinearmi a questa mia decisione già presa. Questo allinearmi ancora oggi è in atto. Per me affacciarmi alla soglia, avere questa possibilità, vuol dire cogliere attraverso la vostra presenza spazi, potrei chiamarle quasi intuizioni, anche se la cosa appare assurda, perché quando parlo di intuizione a voi è quel cogliere qualcosa che è al di fuori del vostro essere umani, ma può apparire simile il concetto. Sono intuizioni che vengo a cogliere attraverso il vostro essere con me, il mio incontrarvi quando, capaci sulla soglia, siamo in grado di essere simili e fratelli. È in quel momento che mi sono sorti timori, dubbi, ma ripeto, non ci fu dubbio nel mio decidere di incarnarmi come non c'è dubbio, credo, per la scelta di quegli angeli che abbiamo chiamato Angeli caduti nel negare la verità dell'Essere Unico, perché in fondo questo negare l'Essere Unico non era altro che manifestare l'Essere Unico. L'Essere Unico è...ma anche la negazione di esso è; sono vere ambedue. Amore. Un termine che appartiene sicuramente all'uomo. Credo che sia lo sforzo per l'uomo di cercare di riconoscere, nel suo vivere e nel suo scegliere modo di vivere, riconoscimento di quella che è la presenza dell'unicità. Tutto ciò che avviene, le azioni e le scelte che si riconoscono e portano sentore e presenza dell'unità, credo si possano definire amore...ma sono talmente svariate quanti sono gli individui che popolano il creato, che è difficile comprendere ciò che amore vuol dire. Credo che attraverso un atto d'amore si possa cogliere il sapore dell'unicità, la misura di ciò che vuol dire essere un'unica cosa, un unico corpo, un Unico Essere, quella che potremmo chiamare comunione, eucaristia. Attraverso lo sperimentare, l'assaggiare, l'intuire, il percepire ciò che è l'Essere Unico, guida, dirige, trascina con sé l'azione dell'uomo che crede di amare. Ma questa sera vorrei porre un ulteriore quesito a voi. Esiste veramente il libero arbitrio, è veramente tale la possibilità dell'individuo, tale nell'essere libero, nel poter decidere? Certamente non nella scelta delle singole azioni che portano al fare dell'uomo, ma il libero arbitrio nell'unica, grande scelta che definisce tale l'uomo nell'affermare individualità o cedere essa alla verità dell'Essere Unico. Ho detto con forza, forse con troppa arroganza, della mia certezza che l'uomo, ogni uomo, tornerà a far parte dell'Essere Unico, ma se è vera questa affermazione, che scampo ha l'uomo, come può negare l'uomo questa fine? Certo, abbiamo anche detto che l'uomo può all'infinito negare la verità, ma questo suono di questa parola, che pare dilatato nel tempo, dà comunque un limite, un fine, una scadenza. Allora ripeto, l'uomo ha davvero il libero arbitrio? L'individuo può avere quella caratteristica divina? Io credo di sì. E in fondo la misura è proprio nelle figure degli Angeli caduti, coloro che hanno negato l'unicità dell'Essere Unico, coloro che senza dubbio, senza tentennamento, senza paura o timore, senza premio o castigo, hanno negato la verità. È cosa buona, o forse meglio, è cosa vera negare l'evidenza? Se è tale per gli Angeli caduti, coloro non limitati dalle condizioni umane, ha da esserlo anche per l'uomo, ma deve essere un uomo dimentico dell'ogni giorno, del fare la cosa giusta, del mentire perché c'è un motivo, del mentire per non far soffrire, del mentire perché è transitorio, “più avanti potrò non farlo, potrò non mentire”; non è certo questo lo spessore del libero arbitrio. Perché è desiderabile, per un essere che è consapevole, ciò che è vero all'incarnarsi? Per gioire del dubbio, per misurarsi in esso, per pesare la sofferenza, per riempirsi della gioia e, forse, per poter cercare di definire ciò che voi chiamate amore? La mia domanda certamente non ha risposta, non ha una risposta assoluta, non ha una risposta che abbia peso o misura, ma è quieta consapevolezza soddisfare il dubbio del porsi la domanda. È fondamentale la figura dell'Angelo caduto; senza di esso, senza il suo essere così vicino all'unità, non avremmo i riferimenti che collimano, che chetano, che rassicurano. Raccogliere un sasso, sentirne il peso, privarlo del peso scagliandolo in alto.....raccogliere un sasso, sentirne la forma......... Essere colti come un sasso, soppesati e lanciati...per mai più ricadere.................................................