venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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12 gennaio 2011

settegennaio 2011

L’uomo, l’individuo, è la perfetta, precisa testimonianza di ciò che è il tutto.
Nel momento in cui l’esplosione frantuma in mille milioni, miliardi di individualità, permette che ogni singola individualità abbia le stesse identiche caratteristiche e potenzialità di quello che è l’essere unico originale; non solo immagine e somiglianza ma, ripeto, fedele e precisa essenza.
L’uomo, attraverso il suo vivere, ha la possibilità di raccogliere particolari, definizioni, esperienze, incontri, testimonianze che portano a fare patrimonio e bagaglio grande, tanto più simile a quello che è l’essere unico, il tutto.
È per questo che affermo che l’uomo, l’uomo libero, è in grado di esprimere potenza e questa potenza non è altro che visione di quello che è l’originale…senza limiti…testimoniare attraverso la possibilità che la libertà pone di poter scegliere, afferma questa potenza.
Creare un cosmo, per quello che è un essere finito, limitato individuo, è grande espressione, gioia pura, armonia. Qual è la definizione che più si avvicina a descrivere, a definire il termine libertà?
La prima, inevitabile affermazione, è dire che l’uomo libero è colui che è in grado di scegliere. La scelta più pura è già stata espressa nel momento in cui l’essere unico si frantumò e visivamente distruggere, annullare quella che era l’essenza che tutto quanto comprendeva e definiva…decidere di rompere ciò che era l’armonia, ciò che era musica precisa………………………………………..
Restate con me…ponendo presenza.
Vorrei essere capace di dire parole che voi possiate comprendere……………………………………
Cerchiamo di fonderci in quello che è il nostro corpo comune……………………………………….

La conseguenza di quello che fu il peccato originale è un senso di colpa, quasi ad indossare quella che fu la scelta di staccarsi da quello che era il tutto per divenire essere individuale.
È un senso di colpa che l’uomo afferra saldamente nel momento della sua nascita quale colpa di voler affermare il proprio sé quale possibile, unico e preciso Io cosciente…è un laccio che segue l’uomo lungo il suo vivere, è una colpa che in qualche modo bolla quale sbagliata vita e tanto più
l’uomo afferma scelta attraverso il proprio libero arbitrio, tanto più riaffaccia questa sensazione di peccato.
La mente dell’uomo abbisogna di motivi, cause che alimentino e giustifichino questo sentirsi sbagliato. Affrancarsi da questa colpa è importante tassello che porta a giungere a sospirata libertà, convinzione e certezza cosciente che ogni successiva espressione di scelta attraverso il libero arbitrio sia pura e precisa testimonianza di desiderio.
Non a caso si affermò il termine di “peccato originale”, quasi a macchia. È un gioco preciso, che l’uomo condivide, ogni singolo uomo indossa e addossa a sé questo peso.
L’assoluzione e il perdono, la liberazione quasi viatico agognato, è indispensabile all’affrancare dell’integrità dell’io, precisa dissonanza in quella che è l’armonia, il suono…questo io percepisco ed affermo in questa mia visione.