venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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13 ottobre 2010

ottoottobre 2010

Vorrei questa sera tornare su una affermazione che io ho fatto già alcune volte ma che anche Emanuele vi aveva donato ed è l’affermazione che tutto ma anche il contrario di tutto siano cosa buona e giusta, siano cosa vera.
Io credo che questa nostra affermazione, per noi che siamo ancora in grado di intravedere quella che è l’architettura, quella che è la struttura immutabile, riteniamo vera, riteniamo che sia così come io ho detto, che non abbia possibilità interpretative diverse.
Credo che sia difficile per una mente che utilizzi il raziocinio, per un uomo che abbia già avuto un vissuto e che questo vissuto sia carico di incontri che sono stati davvero il tutto ed il contrario di tutto, perché se per quanto pensiamo che le cose belle siano vere, siano giuste e buone, arrivare a comprendere che anche colui che ci offende, colui che ci fa del male, colui che ci crea sofferenza, sia cosa buona e giusta, temo sia quasi impossibile…sicuramente arduo per una mente raziocinante, per un uomo che ha subito gli urti che a volte dolgono ancora, che a volte creano sofferenza, voglia di rivalsa e a volte vendetta, pensando che essa serva a colmare il torto subito e cercando attraverso un altro torto di riportare quel riequilibrio che la mente crede sia giusto…ma così non è.
Tutto e il contrario di tutto è cosa buona e giusta. Se così non fosse, non avrebbero verità le parole che vi ho detto quando vi parlai e quando vi parlo di ciò che era e di ciò che sarà.
Se non arriviamo assieme ad accettare, a credere in questa affermazione, ben difficilmente sarà possibile accettare la destinazione che noi abbiamo posto di fronte a noi.
Vorrei che le parole che io – ma anche coloro che come me si sono posti all’interno di questo cerchio – abbiano senso e abbiano rispondenza anche in voi.
Non pretendo, non chiedo che sia la vostra mente ad accettare verità e bontà delle affermazioni che io, noi, facciamo all’interno di questo cerchio, ma vorrei che voi poneste e misuraste, se non – ripeto – a livello mentale e logico, ma a livello di interezza queste nostre affermazioni in modo che ne possiate trarre auspicio, risposta , che può essere anche negativa, contraria, ma che ci sia dentro di voi la misura sulle parole che io pongo all’interno di questo cerchio.
Il tutto e il contrario di tutto, il bene e il male, il bianco e il nero, non sono altro che indispensabili codificazioni che l’essere, dopo la sua nascita e dopo l’attivazione e la presa di contatto e di coscienza del proprio corpo e della propria mente, mette in atto. Ha bisogno di codificare, ha bisogno di creare schemi attraverso i quali poter iniziare a vivere…ma io credo che tutto ciò sia giusto, indispensabile. Credo che l’affermazione e la formazione dell’uomo, la sua presa di possesso dell’autocoscienza, abbiano l’esigenza di creare la dualità…dualità che è funzionale solo a questo primo terzo del divenire dell’uomo ma che poi pian piano vada a decantare per essere superata attraverso una verità diversa, attraverso un’intuizione che porta visioni diverse….attraverso il vivere e attraverso la coscienza che l’uomo carica quale risultato del proprio agire che va ad attingere a quella che è la consapevolezza latente ma mai svanita all’interno dell’uomo, quella consapevolezza che lo lega a ciò che era la matrice, a ciò che è la matrice che immutabile rimane in ogni uomo…in ogni momento del suo vivere.
È proprio il collegamento tra ciò che è la matrice immutabile e la misura che l’uomo dà del suo sentire, che porta la differenza.
Anche questa è un’affermazione che io ritengo categorica, indiscutibile. La matrice non cambia, la matrice non diviene, la matrice è. È solamente la consapevolezza di essa che l’uomo ha, che crea le possibili differenze, misure, pesi.
L’uomo, al termine della propria auto definizione, già vi dissi, la vive con piena responsabilità, con piena podestà e attraverso la verità di quella che è la scelta del libero arbitrio, l’uomo misura ciò che sono le certezze, le sicurezze che ha affinato, che ha definito attraverso il proprio vivere, attraverso questo periodo. L’uomo scuote quello che è l’albero che ha fatto crescere per arrivare a quella che è la libera scelta di cedere strumenti potenti che attraverso il suo vivere ha affinato.

Cederli in funzione di qualche cosa, con la certezza dell’inutilità di essi per quello che è il percorso che lo attende.
Per arrivare a fare questo l’uomo deve intuire la bontà di questa destinazione, di questo obiettivo; per l’uomo è indispensabile che possa giungere, attraverso sprazzi di intuizione, a quella che è la visione. Attraverso il termine visione intendo definire quella che è la possibilità di vedere quello che è il movimento originale e anche di ciò che ho già cercato di spiegare…movimento originale che accanto a noi scorre e noi in esso ci barcameniamo; perlopiù cerchiamo di creare attrito e resistenza a questo movimento, convinti di essere, attraverso il nostro libero arbitrio, padroni capaci di dare direzione.
Ma così sia, se sentite che questo è il modo che vi permette di essere capaci di scegliere, forti della bontà delle decisioni. Una serie di sprazzi, di intuizioni, portano a delineare quella che è la visione; ogni uomo ha bisogno di intravedere la propria visione e la visione non è altro che la parvenza, la dimensione, l’intravedere ciò che è la struttura e la sua matrice.
La visione ha un grande potere: è quello di permettere all’uomo di credere che qualsiasi cosa avvenga è all’interno di quello che è il percorso, il movimento originale…in fondo è quello di arrivare ad accettare che il tutto e il contrario di tutto sia una cosa buona e giusta.; ogni azione, sia essa bianca o nera, buona o cattiva, porta nella direzione………cercate di rimanere con me…ho bisogno di vedere quelle che sono le vostre capacità affinché io possa parlare anche alla vostra mente, a quelle che sono le cose buone che avete riconosciuto proprie, che vi danno colore, che vi danno sensazione di buon percorso, di giusta strada.
Io devo parlare attraverso queste che potete chiamare anche capisaldi, ma che sono le cose buone e giuste che portate in voi. È indispensabile che colui che si pone come maestro, guida, sia in grado di mantenere il contatto con coloro che cercano in quel momento di seguirlo. È solamente attraverso il bagaglio di ognuno dei….mi è difficile definire questo termine ma potremmo anche chiamarli discepoli…attraverso questo bagaglio che colui che in quel momento si pone un passo più avanti deve essere in grado di parlare per mantenere questa comunicazione. Se io cercassi di raccontare, di spiegare quella che è la struttura senza utilizzare parole, termini e concetti che vi appartengono, non farei altro che scardinare il contatto che ci lega.
Colui che è in grado di vedere poco più in là non può allontanarsi troppo ma deve cercare di portare con sé chi accanto a lui si pone. È facile pensare che colui che è in grado di avere visione sgombra possa aiutare colui che ancora non ne ha percezione attraverso la propria esperienza….
Termino….termino cercando di dire ancora una cosa: sarà mia premura e mia cura riprendere il discorso iniziato, però sappiate che è importante che non si crei questa netta distinzione fra colui che è in grado di vedere e di avere visione sgombra e coloro che ancora non ne hanno mezzi.
Ci sono esempi precisi per quello che è il racconto dell’uomo e del suo divenire; coloro che erano in grado di vedere , intravedere quello che si chiamava futuro, verità o certezza, mai cercavano di definire chiaramente quella che era la loro visione, ma per coloro che chiedevano aiuto si utilizzavano indovinelli, domande, parabole. Questo al fine di smuovere quello che è il terreno di colui che cerca senza dare la visione di ciò che l’aspetta.
Non aspettatevi mai da un maestro, da un oracolo, da colui che è in grado di avere visione sgombra o fare lettura precise risposte illuminanti del percorso che vi attende. Attraverso queste risposte così esplicite verrebbe cambiato e stravolto quello che è il vostro divenire.
Il camminare dell’uomo attraverso il movimento originale non è altro che un continuo affermare libero arbitrio. Se ci fosse qualcuno che impedisse a voi dandovi risposte di ciò che vi aspetta, precluderebbe a voi la possibilità di poter essere presenti attraverso il libero arbitrio.
Nella ricerca diffidate sempre di coloro che hanno le risposte e hanno visione su ciò che vi aspetta; il vero maestro mai sarà esplicito, ma non farà altro che muovere, scassare il terreno del vostro divenire.


Cerchiamo il corpo comune ora.
Cerchiamo di chetare la nostra presenza, cerchiamo lo stagno, sentiamoci tutti attorno – io con voi – a questo stagno. Percepiamo l’acqua che ci lega, che ci rende tutti nello stesso momento un corpo comune.
Dal centro dello stagno parte un’onda che ci cerca, che ci trova, che ci muove e ci porta con sé a ritroso, verso il centro dello stagno.
Cercate di percepire la vostra visione; la visione è quella cosa che permette di rendere cos buona e giusta tutto ciò che vi tocca e tutto ciò che voi toccate.
La visione è la certezza, è la fede incrollabile di essere cosa buona e giusta.