venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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20 marzo 2007

sedicimarzo 07


Ancora,adesso io, Emanuele, per il cerchio, il cerchio spiritico.
Vorrei cercare di dare anch’io un mio contributo ai discorsi che fino a poc’anzi avete fatto, e non può essere che la traccia spiritica il mio contributo.
Io, da essere disincarnato, non posso che portare un apporto che sia legato a noi esseri defunti, trapassati, e cercare di chiarire sempre meglio qual è la bontà e la qualità della ricerca con gli esseri trapassati, i defunti. Sono d’accordo nel fatto che dentro in ognuno di noi esiste tutto quanto, esiste – nella purezza massima – tutto quanto si trova al di fuori di voi , e tutto quello che ci sta attorno non è altro che lo spiegare, il dimostrare la qualità di quel punto originale, di quel condensato di essenza che esiste in ognuno di noi.
Tutto ciò che ci sta attorno, tutto ciò che è la vita, il divenire, non è altro che un tentativo di dimostrare, di quantificare, di qualificare ciò che è questo punto originale che si tro va all’interno di ognuno di noi. All’interno di ogni essere esiste tutto quanto.
Il confronto spiritico serve a fornire nuove tracce, nuovi stimoli per questa ricerca che porta al riconoscimento, all’appartenenza, alla riconoscenza di ognuno di noi con quel centro originale che si trova nel proprio essere.
In quale modo può l’essere disincarnato, il caro defunto, aiutare questa comprensione? può farlo dando misura, dando traccia, connotazione ad alcuni aspetti che appartengono all’essere incarnato.
Già alcune volte cercai di dirvi che esiste in ognuno di voi la traccia di chi abbiamo amato e che poi, morto, è passato in una dimensione diversa dalla vostra, ad una dimensione non cosciente, non definita, non reale in qualche modo, ma dentro in ognuno di noi esiste questa traccia e, proprio perché è dentro di noi e non al di fuori, ed è proprio perché è dentro di noi e non è visibile, non è udibile, che sicuramente viene riconosciuta come essenza intima, traccia di quel punto originale di cui vi ho detto.
L’incontro con il caro defunto ha la possibilità di far risuonare echi oramai sopiti all’interno dell’essere; a volte sopiti perché rifiutati, perché in qualche modo allontanati, considerandoli come condizionamento, forzatura, disturbo. Questo avviene in modo particolare con entità famigliari, quelli che possono essere stati i nostri padri, le nostre madri.
Il bisogno di affermare il proprio io, il proprio essere, la propria integrità, passa molte volte attraverso la negazione di questa traccia che chi ci ha generato ha definito dentro di noi.
Il ritrovare, il rincontrare questi cari defunti permette di dare nuovi echi, ripeto, che si trovano dentro di noi.
È per questo, io credo, che l’incontro con i cari defunti che ci hanno amato e che noi abbiamo amato, permette l’apertura di una comprensione, di un riconoscimento che sempre più è riconducibile a quel punto originale che si trova dentro di noi.
Lo spiritismo, superate quelle che sono le sciocche curiosità, non può che avere questo obiettivo, questo scopo: quello di andare a rievocare voci, suoni, presenze sopite dentro di noi e molte volte, credetemi, anche allontanate con violenza, negate con volontà quasi fossero – proprio attraverso questa negazione – modo di affermare l’essere impeto, la libertà, l’affermazione…il credere di non essere condizionati, il credere di non essere guidati, il credere di non essere condotti.
Tornare al confronto con queste entità che con uno spessore così grande hanno saputo influenzare il nostro essere, il nostro modo di vivere, le nostre potenzialità, riaffermare questo confronto per misurare appieno e sempre meglio quali sono le limitazioni che abbiamo posto alle nostre capacità di vedere, di cogliere, di amare.
Credetemi, sono percorsi ben precisi, sono pareti, a volte barriere che con forza condizionano il nostro vivere.
Lo spiritismo, l’incontro con le entità, con i nostri cari defunti, è un ottimo strumento per riconoscere, affermare possesso di questi percorsi – labirintici a volte – che condizionano pesantemente il nostro vivere, il nostro amare, il nostro soffrire.

Cerchiamo il corpo comune, cerchiamo l’immagine dello stagno, io credo che sia importante che torniamo a riappropriarci di questo strumento, di questo modo…
Visualizziamo lo stagno, è qui in mezzo a noi tranquillo. La superficie dell’acqua è ferma, immota;tranquillamente sistemiamoci ai bordi di questo stagno, è un ambiente che conosciamo, che già ci appartiene…rilassiamo il nostro corpo, rilassiamo la nostra mente…qui non ci servono, sono inutili. Siamo comodamente sdraiato sulla sponda di questo stagno, siamo protetti, sicuri.
Un’onda parte dal centro dello stagno e si muove in eguale misura, con eguale velocità, verso di noi. Tutti quanti ci tocca, allo stesso modo,nello stesso tempo…ha la stessa forma, sostanza per ognuno di noi.
L’onda, dopo averci attraversato, passa oltre e va a toccare quanti dietro a noi si trovano e ci proteggono, ci amano…
Una seconda onda parte dal centro dello stagno, viene a toccarci, a lambirci. Sentiamo il movimento dentro di noi; tutti quanti completamente, ci tocca e ci supera.
Sentiamo gli amici che, accanto a noi, compongono questa catena, questo corpo comune, sentiamo la loro presenza, desiderio, intenzione.
Una terza onda parte dal centro dello stagno, ci raggiunge, trova un corpo rilassato, abbandonato…
Un suono nasce al centro dello stagno e, come l’onda ci raggiunge, contemporaneamente ci tocca e passa oltre…………………………………………………………………………………………
L’onda sonora, a ritroso, torna verso il centro dello stagno e nuovamente passa sopra di voi, attraverso voi, con un suono, una voce, una vibrazione…
Cercate di cogliere senso in questo suono che indugia dentro di voi e che trova spazio, agio a utilizzare la vostra voce……………………………………………………………………….
Lasciate ora che l’onda passi attraverso di voi ed esca e torni al punto centrale dello stagno dove diviene sempre più piccola, fino ad annullarsi in un unico punto.
È attraverso l’esperienza del corpo comune e lo stagno, che potreste essere in grado di dare voce, di dare evocazione ai vostri cari defunti, nel momento in cui vi sentirete colmare da quest’onda che vi ho chiesto di percepire e lasciare che il suono dentro di voi agisca…e se riuscite a cogliere senso in questo attimo, portatelo al di fuori di voi al centro dello stagno…voi potreste o chi per voi, potrà dare voce, dialogo, ma dovrete essere voi ad accompagnare questo suono, dovrete essere voi ad evocare la voce…..