venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

Nome:

28 giugno 2006

ventunoaprile 06


Ancora, adesso io, Emanuele, per il cerchio, il cerchio spiritico.
Due cose ancora prima, su ciò che dissi venerdì scorso e che voi questa sera avete detto, per cercare di chiarire meglio quello che era il mio pensiero.
Ha detto bene e ha ragione A. quando dice che una voce da sola, senza contraddittorio, è libera ed ha certezza di esprimere cose vere…… ma neanche vere, giuste, perché nessuno gli dice contro.
Allora io vi dissi, cercate di deporre accanto a voi quella pertica che è le certezze. In fondo chiamarle (le certezze) al plurale, vuol dire distogliere solamente l’attenzione.
Io credo che la certezza che svetta al di sopra di noi sia una, ben definita, chiara, comprensibile, visibile.
Il cerchio spiritico vi dà la possibilità di appoggiare questa pertica accanto a voi, le condizioni sono quelle propizie; il buio vi nasconde agli occhi degli altri, è facile porla accanto a sé, lo spazio esiste, la luce è spenta… è facile, torno a dire, porla accanto a sé e lasciarla lì, tranquillamente, per poi riprenderla al momento in cui le luci verranno riaccese, ma…. cercate di dare questa immagine perché, in fondo, è indispensabile che voi crediate alla possibilità che è il centro spiritico.
Questo è la nostra palestra, la nostra arena nella quale poter realmente sperimentare, liberi da giudizi, da pregiudizi, da convinzioni errate, da difficili comprensioni e immagini distorte.
Il cerchio spiritico è il nostro momento magico, è l’occasione poggiata accanto a voi, è la pertica della vostra certezza. E in merito a ciò che la certezza è, vorrei dire anche su questo qualche cosa.
Non è sufficiente dire “io comunque certezze non ne ho, pertanto sono a posto”; anche non avere certezze è una pertica ben alta, che svetta al di sopra di noi.
In fondo, il momento magico è la conversione. Capisco che questo termine possa creare distorsione nella comprensione, perché “conversione” è sempre stato utilizzato per ciò che rimane l’idea della religione, dell’essere pio, di ciò che i preti dicono.
Ma la conversione è un’inversione, è un ripensamento che porta a un cambiamento.
In fondo è questo che deve essere auspicabile; è il cambiamento, abbandonare ciò che è sperimentato, definito, consacrato, per poter sperimentare, ricercare e trovare un modo nuovo: il modo nuovo. Per cui, per chi non ha sicurezza, certezze, è il momento di iniziare a cercarle. Sperimentare questa strada permette di porre in gioco energie che avete in qualche modo accantonato; è a questo che serve la conversione, il cambiamento, la svolta, ed è questo che credo sia indispensabile.
Così è avvenuto per me e io di certezze ne avevo libri pieni; la mia immagine, sorretta dalla certezza, era attaccata ai muri, era il santino posto in chiesa, ma la mia ricerca era sterile, finita. Continuavo a sprecare energia senza acquisirne di nuova, senza essere alimentato, e questo mio non alimentarmi dava spossatezza fisica, mentale, ma soprattutto spirituale.
Sempre maggio energia a custodia dell’immagine consacrata, il mio palo, la mia pertica era la più alta di tutti e da tutti quanti era riconosciuta come tale, ma una frazione di angolo bastò a disequilibrarla e ringrazio il tonfo che fece nel cadere a terra.
Vi chiedo una svolta, una conversione, un mettere in campo energie sprecate ad un servizio che a nulla dà beneficio, alla custodia di un fantoccio quale ero io.
La conversione : capire, credere nella possibilità di cambiare; dentro di voi, dentro di voi esistono queste spinte che, come per la donna pregna, urgono.
Date retta a loro, non cercate di sanare il dolore che queste spinte danno, non cercate di chetare la sofferenza che vi creano, ma alimentatela affinché la reazione sia supportata anche da ciò che è la mente e il fisico vostro e non solo dall’esigenza spirituale che dentro di voi preme, spinge, e urge.
Aiutatemi in questo, io sarò con voi.
Voi l’occasione l’avete e io ho la vostra occasione,ed è la mia…ora. Cercate di porre accanto a voi la pertica,rilasciate i vostri muscoli,la tensione all’equilibrio…cercate l’immagine che vi darà traccia.