venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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28 giugno 2006

ventunoottobre 05


Ancora,adesso io,Emanuele,per il cerchio,il cerchio spiritico.
Sono cosciente anch’io della difficoltà che a volte possiate trovare nel comprendere il mio dire ma esiste anche una difficoltà da parte mia ad esprimere concetti, ad esprimere traduzioni in modo particolare quando cerco di parlare della condizione che noi disincarnati possediamo ora, oggi.
Mi è più facile quando parlo della vita, della mia vita passata, quando incarnato come voi mi trovavo, perché era semplice trovare il collegamento alle sensazioni , all’avvenuto, poterlo spiegare a voi, fare in modo che lo possiate comprendere, ma nel momento in cui mi trovo ad esprimere quella che è la condizione, la veste che, oggi io indosso, mi è più difficile cercare di tradurre sì, questo il termine giusto, tradurre modi di essere, sensazioni che non sono sensazioni, parlare di sofferenza o di gioia per noi che viviamo con davvero vesti diverse dalle vostre. Però devo cercare di fare capire, farvi comprendere perché solamente attraverso questa comprensione voi sarete in grado di accettare la mia presenza.
Lo so, l’ho già ripetuto diverse volte, questo fatto, questo concetto, ma diventa importante per me che voi accettiate, rendiate solida la convinzione, la certezza della mia presenza, del mio essere vivo, del mio essere individuo; individuo che esprime libero arbitrio, pertanto essenza che accanto a voi si pone con le stesse primordiali caratteristiche ma con vesti diverse, vi ho detto, strumenti diversi, ma con un’essenza unica, identica a quella che voi possedete. E’ indispensabile, torno a ripetere che voi accettiate questa mia presenza. Emanuele non è solamente una voce, ma un essere che esprime il suo essere vivo, che accanto a voi pone la propria presenza per poter dare ma allo stesso tempo ricevere, provando piacere da questo essere comune che è nel momento dell’evocazione, nel momento del cerchio. Cercavo venerdì di spiegare a voi che l’essere disincarnato esprime ancora il libero arbitrio, è un concetto che và a superare ciò che già vi dissi , tempo addietro, quando vi dissi chiaramente che solamente all’essere incarnato spettava il diritto di poter esprimere il libero arbitrio.
Allora era in questo modo perché il concetto, l’immagine del libero arbitrio per voi aveva vesti…..possiamo dire ancora limitate, il concetto era appena abbozzato poi, pian piano, nel nostro essere insieme, siamo riusciti ad allargare la visione, la comprensione di questo libero arbitrio che io credo sia la più grande forma di energia che l’essere, incarnato e disincarnato, possa esprimere.
Definizione del Divino, possibilità del Divino, garanzia di essere parte di Dio. Il concetto si è allargato, pertanto se allora ciò che io sto cercando di dire adesso poteva sembrare alieno, sì, alieno, termine giusto, già usato ma va bene così…..poteva sembrare alieno perché cercavo allora di spiegare la grande possibilità che l’essere incarnato aveva, a differenza di ciò che noi eravamo nel nostro essere di trapassati. Volevo che vi fosse chiara la possibilità, l’occasione che voi avevate e che avete ancora oggi nell’esprimere, nel percorrere la vostra vita terrena, mi sembrava importante dare forza alla possibilità che voi avete, affinché capiste quale strumento maneggiavate e maneggiate ancora oggi, a differenza di noi disincarnati.
Se allora vi dissi che il libero arbitrio appartiene a voi perché questo mi garantiva la possibilità di esprimere il concetto.
Oggi il concetto è assodato, è cosciente nel vostro essere; posso pertanto allargare un pochettino l’orizzonte senza timore di stordire la visione. Ripeto che anche a noi appartiene il libero arbitrio.
Vorrei cercare di fare un esempio che possa esprimere al meglio il concetto che sto esprimendo: nella visione cristiana di ciò che è la vita dell’uomo, al momento del trapasso l’uomo si trova a dover cascare in tre differenti luoghi chiamati paradiso,purgatorio oppure inferno. Utilizziamo questa immagine, è solamente un’immagine che ci possa collocare nello spazio e nel tempo del concetto che voglio esprimere.
L’uomo, al momento della sua morte, utilizziamo questo termine senza timore, della sua morte terrena, si trova ad avere visione completa, visione sgombra di ciò che lui è stato e di ciò che lui sarà, senza nessun ostacolo che offuschi, che mascheri, che impedisca la visione.
E’ un momento basilare, è una presa di coscienza molto forte, visione sgombra e completa su ciò che l’essere è stato, ciò che è e ciò che sarà. E’ un attimo denso, forte, caldo; in questo attimo il trapassato esprime nuovamente il suo libero arbitrio, sceglie il prosieguo della sua esperienza, del suo cammino, esprime libero arbitrio impedendosi l’abbandono a quel movimento che lo porterà all’ Essere Comune, alla scintilla, a Dio, rallenterà,attraverso una decisione precisa, forte, deciderà quale sarà il prosieguo della sua esperienza . Una di queste possibilità è l’incontro nell’evocazione del cerchio spiritico con entità ancora disincarnate e attraverso la sua testimonianza, creare l’essere comune che il cerchio spiritico evoca. Potrà godere della sua esperienza vissuta confrontandola con i compagni che con lui formeranno il cerchio; questo sarà il paradiso, esprime tranquillamente, chiaramente ciò che è il suo essere,esprimere la visione paga dell’esperienza vissuta nella propria vita. La fiduciosa visione di ciò che è lui ora e la gioia per l’obbiettivo finale, questo il paradiso, in questo modo gioirà per ciò che lui è non per ciò che in quel momento lui fa, cercate di seguirmi in questo. Lui esprime gioia ma non come risultato di un’azione, come succede per voi, lui esprime gioia per la coscienza di essere stato, per la coscienza di essere ora, per la coscienza di quando sarà. Questa è gioia per noi, questo è provare piacere, questo è sentirsi appagati, sazi.
Lo so, è difficile tradurre quel che ho cercato di dirvi dall’inizio, ma è mia intenzione, mio desiderio fare in modo che questa mia traduzione divenga sempre più fedele, divenga sempre più comprensibile a voi.
L’essere trapassato può anche decidere , scegliere, esprimendo libero arbitrio, di soffrire, esprimendo la sua vita passata, il suo bagaglio ancora parziale, incompleto, difficoltoso. Lui avrà coscienza di quale sarà il modo giusto, migliore per il suo prosieguo,ma deciderà di esprimere la difficoltà che ha avuto durante la sua vita;possiamo chiamarlo purgatorio.In esso esprimerà sofferenza per ciò che è stato ma che è ancora oggi,fedele specchio per l’esperienza da incarnato ma lui sceglierà di essere in questo modo,esprimerà libero arbitrio nella reale,sgombra visione di ciò che è stato,di ciò che è e di ciò che sarà.
Non voglio parlare di quello che viene chiamato Hitler,non ne voglio parlare perché non credo siate ancora in grado di comprendere ciò che potrei dirvi.Sappiate che esiste questa terza possibilità,questa terza scelta di libero arbitrio:è la sofferenza più profonda,ma mai passiva,è importante capire questo,si può esprimere libero arbitrio vivendo la sofferenza ma non voglio dire altro che questo,potrebbe creare incomprensione.
D. (N) Quindi la sofferenza non è legata a dei gradini di evoluzione ma solo al libero arbitrio?
Sicuramente.Credimi,l’essere disincarnato trapassato,l’uomo che muore,ha visione sgombra di ciò che è stato,di ciò che è,di ciò che sarà.Attraverso questa coscienza profonda,completa,lui esprime l.a.,scegliendo di godere,di lavorare ancora con forza oppure di soffrire ma non lo subisce,non può,non è possibile,non è nell’ordine naturale delle cose,sarebbe…un peccato.
D.(N) Ma allora perché chiami paradiso questo godere al manifestarsi e non invece quella voglia di
arrivare subito all’unione con la scintilla?Perché uno che sceglie la scintilla,diciamo,non è
in paradiso?
Perché cessa la propria esperienza,cessa il proprio progredire,si abbandona alla corrente.Io credo,per ciò che mi riguarda,voglio dirlo chiaramente,io credo per ciò che mi riguarda che abbandonarsi alla sofferenza,correre verso ciò che sarà,sia un errore.Il mio libero arbitrio crede in questo,io voglio indugiare,voglio capire,voglio avere coscienza,voglio possedere.
D. (N) Ma congiungersi alla scintilla non è la completezza più assoluta dell’anima,diciamo?
Stato definitivo,termine ultimo.Capisco che sia difficile parlare di tempo quando si indossano queste vesti ma sentirmi in comunione con qualcuno rimane ancora la gioia più pura che io riesco a provare.Io non so quale sarà la qualità,il livello di purezza del gioire dell’Essere Comune,conosco quello di oggi. Sarò parziale,sarò imperfetto,sarò incompleto ma proprio questa mia incompletezza mi porta ad indugiare,a resistere ancora per un poco al movimento che mi porterà là dove tutto è bene,dove tutto è giusto ma questo indugiare ricco,questo cercare di possedere mi dà gioia,probabilmente una gioia ancora incompleta,ancora parziale,ancora immatura ma è quella che io posso comprendere,è quella che io posso cogliere,fare mia.
La mia esperienza fino ad oggi è stata probabilmente così parziale,così incompleta che attraverso il mio essere con voi colmo la mia sazietà,attraverso l’essere con voi aggiungo valore.
Io credo di avere dentro di me un dono prezioso ma finche qualcuno non riuscirà a coglierlo,a dargli reale consistenza,io ancora un essere incompleto sarò ma credo che questo per tutti quanti sia.
Io so che attraverso la mia esperienza terrena un cammino di comprensione mi ha portato a ciò che oggi esprimo ma mi è stato impossibile perché la morte me l’ha impedito,poter donare l’intuizione da me colta,la visione da me intravista,ad altri.E’ perciò che io credo debba ancora indugiare.
Vi dissi venerdì scorso che ognuno di noi-voi ed io-abbiamo una missione,passatemi il termine ma non ne trovo altri nella mia traduzione,abbiamo una missione.Non esprimerla sarebbe per me peccare.
D.(N) Ma tu potresti,nella tua condizione,scegliere di reincarnarti?
Potrebbe, se ciò servisse alla tua domanda, potrebbe. Ma io sono vivo oggi, non ho bisogno di reincarnarmi; credimi, io sono vivo. Togli valore alla mia presenza domandandomi ciò.
D. (N) No, non volevo toglierti valore. Ho aperto questo discorso solo per capire se esiste la
reincarnazione, se è una possibilità.
Esiste, se ciò soddisfa la tua domanda, esiste se ciò soddisfa il tuo progredire, se dà senso al tuo camminare, al tuo muoverti, alla tua strada.
D. (N) Io te lo chiedo ma non ci credo……
Perché lo chiedi a me allora? Per avere la conferma che non sia così, quando tu già la risposta dentro di te possiedi?
D. (N) Va bene, ti chiedo scusa, non volevo……
No, non è questo, la foga mi rende tanto più vicino a voi. Quando tu poni e cerchi la traduzione di un testo che appartiene a realtà diverse, puoi rischiare di eccedere nella foga, nel desiderio di esprimere il concetto e, se a volte io faccio questo, non è nel mio desiderio, voglio solamente essere capace di dialogare con voi.
Non è impazienza la mia, né stizza .
D (N) No……. non devi giustificarti Emanuele,,,,,,non è necessario….forse ho posto una domanda
sciocca ….comunque non mi aspetto giustificazioni….
Il mio desiderio, a volte, è fare in modo che voi troviate certezza della bontà del vostro credere, tranquillamente possiate essere certi della vostra visione, confrontarla, certi della bontà di essa….non ci deve essere timore, in modo particolare quando ci si trova in un cerchio.
Capisco che a volte possa essere difficile esprimere concetti di cui stimo parlando in questo momento, al di fuori di quello che può essere un cerchio spiritico ma, credetemi, non dovete avere neanche questo timore. Esiste traccia in ogni individuo, perché in ogni individuo esiste quella scintilla che tutti quanti ci rende unica cosa nella diversità,; nell’originalità di ognuno di noi esiste un ‘eco, esiste un denominatore comune che ci aiuta ad avvicinarci, non abbiate timore, il vostro credo sia certo, solido, forte, saldo.
E ora..possiamo realizzare il corpo comune.A. sarà qui con noi.
E’ tempo per me ora di andare,a voi tutti il mio saluto,arrivederci.

Ancora,adesso io,A.,per il corpo comune.Ho voglia di esso,ne provo desiderio,ne sento la mancanza.Visualizziamo la catena,cerchiamo di cogliere gli amici che con noi la compongono,gli amici incarnati e quelli disincarnati,che dietro di noi si trovano e danno peso,presenza.
C.,punto di partenza,la sua candela le illumina il viso,io accanto a lei…sentiamo il movimento dell’energia che ci colma per poterla poi offrire all’amico che accanto a noi si trova…riconosciamo in Nadia la punta del bulino…

….lasciamo ora C.…visualizziamo nuovamente la catena,riapriamola per accogliere S.,che si trova qui con noi e il suo posto è alla destra di Raffaele…visualizziamo lo spazio all’interno della catena,il nostro campo di fiori.

Riconosciamo dapprima il nostro,quello che ci appartiene,poi man mano quelli di tutti gli altri.
Il mio è rosso,leggero,è poco profumato ma i suoi colori spiccano.E’ uno spazio di pace,dove facilmente abbandonare ogni tensione,ogni protezione,rigidità,certi di essere riconosciuti e accettati.
…lasciamo ora…….
Prima di terminare desidero dire un paio di cose al dottore,dottore della legge,Emanuele,maestro inflessibile,a volte.
Vorrei tanto che fosse in grado di spiegarmi com’è stato possibile per me scegliere la sofferenza che tanto temo e ha scosso tutto quanto me stesso, ha scrollato ogni mio singolo nervo; vorrei tanto che fosse in grado di spiegare anche a me, anch’io desidero comprendere …
Un’ultima cosa e poi me ne vado. Vorrei che sempre, il venerdì sera, si potesse fare il corpo comune. Ve lo chiedo, perché io comunque e sempre sarò qui con voi e con gioia, con desiderio, sarò con voi nel corpo comune.

Vado ora, un bacio a te, C., e a voi tutti amici.