venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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28 giugno 2006

sedicidicembre 05


Ancora,adesso io,Emanuele,per il cerchio,il cerchio spiritico.

Avete troppa fretta,cercate di correre lungo quella scala…ma cerchiamo di riuscire a fare bene il primo gradino.
Avete parlato di male,del male;io credo che il gradino che spetti a voi adesso è prendere coscienza del male e,oltre al male,io cercherei di dire diverso,sono due termini che molte volte si equivalgono,molte volte uno spiega meglio dell’altro ,l’altro spiega meglio del successivo,possiamo usarli contemporaneamente,a volte.
Allora,prendere coscienza del male,questa è la comprensione alla quale dovete giungere e prendere coscienza del male vuol dire prendere coscienza anche del male che è in ognuno di noi;prenderne coscienza vuol dire riconoscerlo ed accettarlo,accettarlo come proprio,come facente parte integrante del nostro essere.Per ripetermi,arrivare a comprendere che senza di esso non potete giungere alla completezza.
Più di una volta vi ho detto che ho abbracciato Emanuele,l’ho trovato,l’ho riconosciuto e l’ho abbracciato;in ognuno di noi esistono due oppure tre singole persone,di due Emanuele io vi ho parlato:un Emanuele,il primo,che si era riconosciuto per un ruolo,per una maschera,per un atteggiamento,il quale ha incontrato Emanuele nella grotta di Qumran,l’ha abbracciato,l’ha riconosciuto,e un terzo Emanuele,che però ho incontrato purtroppo solamente alla mia morte,quando mi tolsero la vita.
Comunque torniamo a voi;il gradino di comprensione è prendere coscienza del male,della nostra parte di male,senza la quale non possiamo essere completi,è questo che dovete cercare di elaborare ora,adesso. Non proiettatevi più avanti,non scappate oltre,indugiate qui;è vero,la vostra vita corre ma prendete tempo,prendete tempo,garantitevi il tempo necessario,è su questa comprensione,su questa presa di coscienza,che vi invito a lavorare:riconoscere in voi la parte diversa,la parte cattiva,riconoscerla come propria e abbracciarla.
Il nostro timore a rendere palese questa parte,molte volte è causato dal pensiero dell’opinione degli altri,è perciò che in questo caso userei la parola diverso. Diverso dagli altri,diverso dal sentire comune,dall’etica generale del momento;allora indossiamo maschere,precise,le andiamo a mettere là e impariamo a portarle con disinvoltura,senza soffrirne più di tanto,diventiamo avvezzi a questo mascherarci, a beneficio degli altri.
E’ vero,è importante per ognuno di noi essere riconosciuto come persona probo,buona,di valore; e inizia una commedia,sottile all’inizio,ma poi sempre più supportata da abilità,da stratagemmi,da mestiere,sempre più per garantirci questa buona opinione degli altri,e questo ci porta ad allontanarci da quella che è la completezza dell’essere. Abbiamo bisogno dell’accettazione degli altri,della stima,del riconoscimento degli altri,ma questo ci distrae,ci impedisce di lavorare a fondo sulla definizione dell’essere,della completezza dell’essere,pertanto prendere coscienza di questa parte che ad ognuno di noi appartiene,prenderne coscienza,accettarla ed abbracciarla,esprimendola con tranquillità,con gioia,con partecipazione. Questo è il gradino che vi spetta,questa è la comprensione di cui avete bisogno.
Per tornare alla mia esperienza in vita,quando i miei fratelli intravidero in me quella possibilità,quella abilità che faceva comodo alla comunità,io cercai di rispondere alle loro richieste,creai artifici,abilità,ripeto,per apparire in quel modo,per essere in questo modo riconosciuto; dapprima il pormi in un certo modo,poi il vestirmi in un certo modo,poi trovare argomenti che rispondessero alle esigenze degli altri,a ciò che gli altri si aspettavano da me.
Non li deludevo,soddisfacevo questa loro visione di me. Mi persi crescendo nella loro considerazione;non cercate di correggere ciò che in voi appare diverso,non cercate di reprimere ciò che scaturisce dal vostro intimo. Vi appartiene,vi appartiene,vi appartiene.

Credo che siano tre i livelli di coscienza,a voi il secondo divenga saldo,riconosciuto,accettato.
Dichiaratene l’appartenenza,esprimetelo con convinzione e subitene gli effetti. Non scappate oltre,affermate ciò che siete,riconoscetelo e abbracciatelo;sia sgradevole agli altri,sia fuori dai canoni,sia trasgressivo,ma sia vostro. E’ bene.
Esiste una parte di S. anche in ciò che vi sto dicendo,nell’esperienza sua . S. aveva riconosciuto per sé un’abilità nell’aiutare gli altri attraverso l’aiuto materiale,la risoluzione dei problemi;era abile in questo,era ricercato,era considerato in ciò. La malattia glielo portò via,gli tolse le gambe,la possibilità concreta di dare agli altri ciò che gli altri a lui richiedevano. Nel momento in cui gli altri,il suo prossimo ,capirono che non era più in grado di offrire ciò,in qualche modo cambiarono l’atteggiamento nei suoi confronti e lui si sentì tradito.
Cercò gli estranei,cercò qualcuno al di fuori della sua cerchia,intravedendo in questo qualcuno –che non si aspettava nulla di preciso da lui –la possibilità di essere aiutato a guarire.
Provate a pensare a questo,a ciò che vuol dire. Vi cercò,non conoscendovi,dandovi l’importanza della possibilità di essere guarito. Il primo luccichìo fu il fatto che non chiedevate nulla a lui ,la prima occasione è sentire che voi da lui non vi aspettavate nulla di preciso:poteva chiedervi tranquillamente aiuto senza dover mettere in campo nulla di sé stesso,di ciò che gli apparteneva per il suo vissuto fino ad allora.
Avrebbe dovuto aprire un rubinetto diverso,una possibilità diversa ed esprimere questa possibilità nell’incontro con voi :usciva dai canoni completamente,nulla più era codificato. A lui veniva chiesto qualcosa di diverso,che gli altri non capivano;chi lo conosceva non riconosceva più in lui S.. Voi partivate da zero,non potevate partire da base assodata,da convinzioni precise:questo fu il primo luccichio che lui comprese.
Ora che è morto,questa situazione è proseguita,si è dilatata,ha preso maggior consistenza;addirittura più neanche presente ,se non attraverso una voce,a chiedere qualcosa a voi nuovamente. Questo sballa tutto,scuote,lo schema viene rotto . E’ ciò che a lui serve, perché lui possa mettere in campo uno S. che ancora non conosce,lo possa riconoscere,accettare e abbracciare.
Io spero che in ciò che vi sto dicendo vi sia comprensione,che io sia in grado, attraverso queste cose,di dire qualcosa che abbia senso per voi. Togliere le maschere,le stampelle,cadere a terra rovinosamente,per poi trovare il modo di potersi ergere nuovamente di fronte all’altro,liberi da ogni ausilio artificiale,ma nella piena visione della concretezza dell’essere.
Lui sta prendendo coscienza di ciò,sta intravedendo questa possibilità e il luccichio ha ripreso vigore,ammicca ancora con forza,invitante. E attraverso esso riconosce la possibilità di guarigione.
Grazie S.,per essere con noi.

Confrontatevi ancora su questo argomento,credo che sia importante. Non scappate avanti,indugiate,
perdete,sprecate tempo e ne avrete buon frutto da questo spreco,da questa perdita. Se non siete in grado di offrire agli amici del cerchio ciò che siete veramente,è mera presa in giro,è commedia,e
allora è inutile trovarsi qui,basta andare in un teatro.
Cos’è il male,per ognuno di voi? Quali corde fa risuonare questo termine,quali tracce vengono a scoprirsi ? Indugiate in questo,sarà tempo proficuo,utile.
Potrete poi decidere di essere diversi,ma dovete appropriarvi di ciò che voi siete,e del momento in cui sarete padroni,reali attori del vostro vivere,del vostro essere;solamente attraverso questa presa di coscienza potrete decidere e scegliere qual è la vostra strada.
Vado ora,vi lascio ad A. per il corpo comune. A voi tutti il mio saluto,a risentirci.

Ancora ,io adesso,A.,per il corpo comune.
Prima di iniziare desidero dirvi che sono contento se N. riuscisse a mettere assieme ciò che è il nostro essere stati assieme e ciò che sarà il nostro essere assieme e mi propongo,se ne avrete bisogno,quale correttore di bozze…
N. :”Dovresti aiutarmi a concentrarmi…”

La catena,ora. Visualizziamola,cerchiamo di percepire gli amici che con noi si trovano,accogliamo anche S. qui con noi ,quale anello preciso,paritario,del nostro corpo comune.
Punto di partenza è C.,con la sua candela che davanti a lei arde e le illumina il viso. Cerchiamo di cogliere l’energia che scorre,lasciamoci colmare da essa,per poi poterla offrire al compagno che accanto a noi si trova.

Lasciamo ora C.,visualizziamo lo spazio all’interno della catena,il nostro prato fiorito,spazio di pace dove tranquillamente abbandonarsi,certi di essere riconosciuti ed accettati….

Lasciamo ora…credo che ciò che ci sta dicendo Emanuele per me sia importante;so cosa vuol dire essere considerato diverso,sbagliato,cattivo,so cosa vuol dire avere avuto dei genitori che cercavano di cambiarti,una madre,un fratello,convinti che ciò che ero era sbagliato,diverso,cattivo,e questa sensazione l’ho portata con me durante tutta quanta la mia vita,e quanto bisogno avevo invece di essere accettato,riconosciuto,stimato per ciò che ero,ma stavo bene attento a dare immagine fedele di ciò che io ero al di là dell’apparenza. Certo,non sono mai stato padrone di me stesso,perché vivevo la vita attraverso una schizofrenia,attento a non lasciar trapelare ciò che realmente ero,per timore di essere lasciato solo,per timore di essere ferito nel momento in cui ponessi aperta la visione di me stesso……non è certo questo il modo.
Vado ora,un bacio a te ,C.,e a voi tutti,amici.

S. ….mi chiamavo…e S. ancora oggi mi chiamo,perché ancora oggi sono qui.
Io non so in che modo poter aiutare C.,io non so in che modo poterle voler bene,io non so come poterla guarire ma so di voler essere con voi ,se vorrete…
N. “ Ne siamo contenti”
Aiutatemi,però,a capire cosa fare,tenetemi con voi…….non riesco a capire che cosa fare,non ho nessuna soluzione….
N. “Anche noi,S.,non sappiamo…però desideriamo farlo..”
Così sia,io sono con voi…ma voi tenetemi…
C. “ Certo “
…Grazie………….lasciatemi ora….
N. “ Ti salutiamo,S.,grazie per essere venuto….”