venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

Nome:

09 febbraio 2015

seifebbraio 2015

Dubbio è la parola chiave, e il dubbio definisce precisamente la condizione dell'uomo, l'uomo che respira e pensa. È il dubbio che permette all'uomo di esprimere libero arbitrio; non è certo la certezza, l'assoluta certezza, che permette all'uomo di scegliere di esprimere arbitrio. Dubbio che accompagnerà l'uomo fino alla soglia, dubbio alimentato da un ricordo impalpabile, immotivato, inconsapevole, dubbio che porterà l'uomo fino alla soglia, ho detto, e anche lì con il timore che qualcosa di diverso da ciò che si pensa, possa accadere. Dubbio come termine positivo, capace, potente, senza di esso l'uomo non sarebbe l'uomo, non avrebbe il valore e la potenza del libero arbitrio, condizione che già molte volte abbiamo detto lo avvicina all'Essere Unico, all'essenza dell'Essere Unico. Se l'uomo non avesse il dubbio ogni cosa cambierebbe. La leggerezza dell'essere, non più la pesantezza e la difficoltà del fare, dello scegliere e del decidere...ma a ben pochi uomini fu permessa una simile condizione, indicazioni, tracce. Il dubbio è compagno dell'uomo, tanto più presente quanto più l'uomo possa subire urti alla propria bolla. Quando l'uomo di fronte al dubbio non si trova in grado di decidere e abdica la sua possibilità di arbitrio ad un medico, ad un maestro, ad uno spirito buono o alle lusinghe del male, tanto più l'urto alla bolla è grave, tanto più la paura, il sentirsi vulnerabile, incapace, annebbiano la capacità di arbitrio. Ciò che nel ricordo svanisce, ciò che era il profumo, la sensazione, l'odore di quel ricordo, scompare. Pesantezza del fare, necessità di arbitrio, di scelta...dubbio che porta l'uomo a bivi, a decisioni, a scelte. La leggerezza dell'essere è difficile da vestire, da testimoniare. La nostra ricerca ci porta in quegli spazi protetti che sono il nostro stagno, luoghi protetti dove ricevere la possibilità di arbitrio. Giungere su quella soglia quando l'acqua vi ricopre, cercando di forzare direzione attraverso una volontà, un arbitrio, sarebbe tempo sprecato, energia buttata. Soglia dell'intenzione: la scelta e il dubbio di fronte ad essa di porci là, a quella soglia, è forzare, scrollare, misurare ciò che ognuno di voi è. La fede è nella possibilità, la fede è nell'assecondare il ricordo, la fede è riconoscere sprazzi d'intuizione per però poi non andare oltre, se non porci là come corpo comune cedendo arbitrio, cedendo individualità. Ma il dubbio è compagno indispensabile, capace. La ricerca porta a mutare, ad evolvere quello che è il vivere, lo scegliere concretamente azione del fare; il fare diviene sempre più preciso, semplice e comprensibile, il dubbio meno oscuro, meno gravoso. L'incontro con esso, il porci in discussione, deve divenire piacere, appuntamento desiderato, non certo spauracchio cattivo e buio. Se così fosse....... Sentite l'acqua che vi copre, una calda coperta che protegge, un tranquillo riparo, un nido all'interno del quale potersi abbandonare, senza bisogno di null'altro decidere.... Lasciamo che il ricordo, quale fosse un sogno, tranquillamente si dipani senza nulla cercare di capire. Forzare il ricordo, provocare il sogno, non ha senso. Siamo solamente spettatori partecipi. Qual è il mio nome...chi io sono.......... Il corpo è un abito che a nulla serve ora, vuoto. La mente segue un sogno, un sogno che non ha immagini, un sogno che è il nostro presente, il nostro qui. Non è la nostra volontà che ci porta a respirare, anche se non lo volessimo il nostro corpo continuerebbe a pompare; non è la nostra volontà che fa battere il nostro cuore, possiamo di esso dimenticarci. È la Corrente Originale, è il grande volano. Lasciamo defluire quell'acqua che ci ricopre. Che tutto torni stabile, in equilibrio, che il movimento sia lento. È piacevole essere accarezzati, è piacevole accarezzare il corpo, essere quell'acqua che defluisce. Tornate ad essere pesanti, bagnati e date attenzione a quelle chiazze d'acqua che indugiano sul vostro corpo. Sono segnali, indicazioni, avvertimenti.