venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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22 dicembre 2014

diciannovedicembre 2014

Praticare il corpo comune non è tornare al corpo comune ma ricreare quelle condizioni di verifica, di comunione, di solidarietà e condivisione; siano esse allo scopo di creare energia da offrire e donare con l'elemento acqua che tocca, muove e dilava, ma se l'approssimarsi dell'onda in ognuno di voi mette in movimento, evidenzia, risalta ciò che voi siete, è l'onda di ritorno che ha qualità, possibilità e dono; onda di ritorno che riporta la vostra impronta là in quel punto centrale dove tutto quanto è nato. Praticare il corpo comune è anche portare catena, singoli anelli, presenze vere e reali, solidali. Praticare il corpo comune è sodare il legame, è verificare la presenza, sentirsi un unico corpo. Praticare il corpo comune è portare la propria testimonianza. La condivisione è il momento attraverso il quale esprimere quella parte preziosa, più leggera, che si pone nel punto più alto del sedimento che è dentro di voi; cercate di coglierla, cercate di donarla, cercate di esprimerla. Praticare il corpo comune è abbracciare l'altro; senza pensieri, senza scopo e misura, senza motivo se non quello di donarsi. Praticare il corpo comune, per me, è attingere alla vita, è sentirmi sodale con voi, simile e fratello. Dal punto centrale parte un'onda, ne sentiamo il rumore, percepiamo il suo movimento, attendiamo il suo tocco. Raggiunge le nostre estremità e pian piano risale, percorre il nostro corpo, man mano sale, il movimento rallenta fino a che, quando completamente ci ha sommerso, si ferma. Attraverso l'acqua tutti quanti siamo uniti. Amare è sentirci parte del tutto...amare è voler essere parte del tutto.... Amare è avere qualcosa da donare, qualcosa di prezioso del quale sentiremo la mancanza. Amare è chiedere, certi del dono. L'onda torna, a ritroso vi accarezza, per tornare là dove è partita; delle chiazze d'acqua indugiano sul vostro corpo, hanno luce e colore diversi...cercate di percepirne la presenza là dove si trovano. Non cercate di trattenere l'acqua, permettetele di tornare. Cercate di capire cos'è cambiato in voi, cosa vi manca, cosa avete offerto e donato, cosa avete chiesto e ricevuto. Essere nuovamente soli è il clamore di un sonaglio assordante ma anche a quel rumore le nostre orecchie si abituano....tutto torna attivo.