venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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16 luglio 2014

dieciluglio 2014

Mi accorgo ora di essermi lasciato prendere la mano, di aver in qualche modo tratteggiato uno scenario troppo ampio. Cercherò allora di chiarire meglio alcuni punti, innanzitutto riguardo alla mente. L'affermazione che la mente dell'uomo è indispensabile e senza di essa la forma umana non esisterebbe, credo che sia verità e credo che sia la verità che in questo momento - per me e per voi - sia focale, sia centrale. Questo non vuol dire che ciò che fu prima o ciò che sarà poi abbia questo limite, questa caratteristica che oggi stiamo vivendoassieme, io e voi. Io sto parlando di mente perché sto parlando della vostra condizione, qui e ora, e sempre dovreste cercare di focalizzare la vostra ricerca su ciò che è qui e ora; andare a ritroso o scappare in avanti non farebbe altro che trovare alibi, risposte possibili, giustificazioni accettabili, ma è sul qui e ora che vorrei insistere; in questo momento sicuramente se la forma umana esiste è perché esiste la mente. Non fu sicuramente una scelta di arbitrio umano, quella che diede inizio, quella che diede il primo colpo al volano. Noi stiamo parlando di libero arbitrio riguardo all'uomo, perché è dell'uomo che stiamo parlando, noi forma umana, ma esistono altri arbitrii, già ve lo dissi, la stessa natura, la stessa creazione ha una forma di arbitrio difficilmente comparabile a ciò che voi siete, difficilmente comprensibile, ma anch'essa ha le stesse caratteristiche, le stesse similitudini al libero arbitrio dell'uomo. Questo stesso arbitrio, legato alla natura, al cosmo, alla creazione, ha forme che neanche siete in grado di immaginare, hanno la stessa filigrana, la stessa dimensione, la stessa misura di quella che fu la prima scelta. Ma torniamo all'uomo, la mente rimane indispensabile e rimarrà tale finché ci sarà il superamento definitivo, la trasmigrazione in una dimensione diversa di quella che voi siete, anche se l'intuizione sarà sempre più profonda, più manifesta, la mente sarà lì a prendere coscienza, a misurare, a pesare ciò che l'intuizione è stata. È per questo motivo che dico che la mente è strumento indispensabile all'uomo così come lo è il corpo, ma è della mente che voglio parlare questa sera, è la mente che in qualche modo cerca di comprendere, cerca di mediare attraverso i limiti e la vastità di quella che è l'intuizione; c'è motivo, ma sicuramente c'è, e il secondo argomento è quello che è la frizione che l'uomo, attraverso il suo scegliere fa su quella che è la corrente originale, ed è proprio la frizione che crea quell'energia che rende stabile l'architettura, ve lo dissi la settimana scorsa, e ve lo dico oggi. Cerchiamo di capire cosa vuol dire, che senso ha questa mia affermazione. Possiamo immaginare la corrente originale come un fiume che scorre libero nei propri argini, che rende una corrende stabile e comprensibile, naturalmente tale, ma per creare l'energia ci vuole un ostacolo, per creare l'energia ci vuole un salto, ci vuole un'ostruzione, ci vuole un'interruzione; solamente attraverso questa interruzione noi creeremo l'energia. Se è così per un fiume, è così anche per quella che è la corrente originale e la frizione che la mente dell'uomo può provocare. Sembra chiaramente normale, naturale, l'accettare l'esistenza di una corrente originale che non è certo e solamente quello che è il movimento legato al cosmo, ai pianeti, ma è qualcosa che va ben oltre e che va ben nel piccolo in modo particolare. Ci spaventiamo quando si parla di equilibri, dimensioni riguardo il cosmo, talmente grandi, talmente spropositati che proprio queste dimensioni fanno accettare supinamente, inconsciamente, la verità del loro esistere, ma è nell'intimo, è nell'essenza dell'uomo, in quella che è la sorgente della vita che il mistero diviene incomprensibile, e la mente urla questa sua impossibilità di comprendere e urla perché è così consapevole che esista questa verità talmente pura da non poter essere compresa: essere certi che qualcosa esiste, ma non essere in grado di poterlo misurare, né pesare, e questo grido, questa protesta, questa sofferta incapacità creano quell'ostacolo per il salto, per la produzione di energia. Ripeto, può apparire assurdo tutto ciò, sarebbe più comprensibile pensare che se tutto scorre ad un ritmo preciso e perfettamente bilanciato sia la soluzione ottimale, naturale, perfetta, ma l'uomo ha bisogno di comprendere, l'uomo ha bisogno di porsi lì, dove esiste l'incapacità e l'impossibilità, ed è proprio questo l'attrito, è proprio questo il volersi aggrappare, è proprio questo cercare di camminare a ritroso, ben consapevoli del movimento, ben consapevoli della fatica, ben consapevoli dell'attrito e del consumo. Se la mente non ci fosse, non ci sarebbe l'uomo, se la mente non ci fosse, l'uomo non sarebbe altro che architettura, sfondo, ma l'uomo vuol porsi là, vuole riconoscersi come simile di quel qualcosa di così grande che a tutto diede origine. Percepire questo attrito, misurarlo con lo sforzo e la sofferenza, consapevoli però della possibilità che viene data ad ognuno di noi, a quella possibilità di potersi misurare e riconoscere come capaci di muoversi contro, di spezzare l'equilibrio, di impedire l'armonia. Se l'uomo cedesse arbirtrio non sarebbe un'essenza capace, testimone vero, soggetto di questo divenire... ed è la ricerca che costringe la mente ad accettare la fatica, la sofferenza e lo spreco di energia, è la mente che pretende ed afferma la sua possibilità ed è per questo motivo che qui e ora parlo della mente, della centralità di questa componente, della possibilità di questa componente. Il Giardino dell'Eden era semplicemente uno scenario in attesa che qualcosa interrompesse quell'armonia e quell'equilibrio. Per quello che fu l'arbitrio quando l'uomo non era presente, non ha senso parlarne; di quello che sarà l'arbitrio quando l'uomo più non ci sarà non ha motivo qui ed ora, voi ed io. Proiettare oltre questa cerchia, queste essenze, questa dimensione, è un modo per fuggire, è un modo per ritirarsi al di fuori di ciò che noi siamo. La mente non cederà per stanchezza, la mente non cederà per incapacità, la mente sceglierà di non essere, riuscirà a dare comprensione a questo suo cedere, a questo suo non affermare arbitrio, non più... ma non è qui e non è ora. D. (Fr) Ma se quello che ci accade non può essere valutato dalla mente perchè la mente ha subito degli insulti, cos'è che può valutare allora quello che percepiamo? Continuamente la mente cercherà di valutare. L'impossibilità è a comprendere, ad abbracciare e fare proprio, ma lo sforzo sarà continuo ed incessante per quelli che saranno gli strumenti, i talenti, le possibilità, siano esse quasi cieche o nulle, siano esse spropositate, di una limpidezza enorme, di una capacità di calcolo incredibile, ma mai la mente cercherà di misurare e pesare. Ma essa attiva mai potrà comprendere ed abbracciare; sceglierà un giorno di cedere consapevolmente, volente, potente, non incapace e spenta. È forse questa l'energia che alimenta la ricerca, l'impossibilità di trovare. Chi abiura la possibilità di cercare cieco rimarrà per un periodo, ma costretto sarà a risvegliare quello che è il motivo ed il modo... non ci sarà scampo. Nelle forme e nei tempi che non possiamo comprendere, anche colui che pare incapace nello strumento mentale avrà modo e motivo di cercare. Ogni uomo è soggetto ed attore, non esiste comparsa, non esiste fondale, ma pretendere di poter comprendere in quale modo e in quali tempi è sforzo inutile, è arrovellarsi cercarndo di mordersi la coda. Qui ed ora, voi ed io. Lo scherzo più atroce fu quello di chi cercò di pesare, misurare l'essenza divina, l'anima dell'uomo. Allora sì che sorrisi di scherno creano brecce gravi e profonde su quella bolla, su quel pallone.