venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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13 dicembre 2014

dodicidicembre 2014

Tutto ciò che vi passa accanto, tutto ciò che vi tocca, vi compete. È una frase che ho sempre amato molto, è una frase che condivido, che sento mia; sento che posso avere io affermato quella frase, proprio perché io sono in quel modo, in quel senso. Ogni cosa che vi tocca vi compete...e se tocca una persona che vi sta accanto, il prossimo, le persone che amate, non possono che toccarvi. In quale modo però assorbire l'onda di quella pietra lanciata al centro dello stagno, in che modo reagire, muoversi, attivarsi quando quel cerchio sempre più grande arriva a sfiorarvi, provocando movimento di reazione , di attenzione? La richiesta è trovare senso, trovare modo e cercare di porre l'increspatura di quell'acqua come condizione indispensabile a quel movimento, a quel volano che gira e considerare ciò che avviene come un'ulteriore spinta, come forza, come energia e capacità per mantenere mobile, in movimento, quel volano che tutto quanto porta con sé, rende reale il divenire. Per trovare senso bisogna cercare di farsi carico, permettere a quell'onda di percorrere tutto il vostro essere nelle tre componenti, permettere all'onda di raggiungervi, percorrere e superare. Ma la richiesta è l'onda di ritorno, motivo e senso, azione propizia e utile al movimento di quel volano. Permettete all'onda di raggiungere ciò che voi siete...qui...ora. Non cercate di forare il movimento, neppure di rallentarlo, non esiste intenzione...ad essa dovete semplicemente cedere. Lentamente percorre tutto quanto il vostro essere, partendo dalle estremità più lontane, le meno capaci, quelle più periferiche...cercate di cogliere motivo e senso... L'onda rimonta, pian piano perde forza dandovi tempo e possibilità....lentamente rallenta fino a fermarsi, tutto il vostro essere ne è ricoperto ora...ci guida ancora ulteriormente, di nuovo e permettete che l'onda torni a ritroso là dov'era partita, portando con sé la vostra impronta.... Piccoli ristagni di acqua rimangono sul vostro corpo, indugiano............. Tutto ciò che vi tocca vi compete; cercate di sentire che l'acqua, l'onda che vi ha bagnato, è la stessa, identica, unica, di quello stagno, quel corpo comune. Trovare senso e motivo permette di sentirsi partecipi, capaci. In quell'acqua c'è la mia impronta, il mio colore, il mio profumo in quell'acqua c'è la mia voglia, il mio motivo in quell'acqua c'è il mio sentirmi vicino in quell'acqua c'è il mio donarmi, che ne condivido il motivo in quell'acqua c'è il mio dono.