venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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31 luglio 2012

ventisetteluglio 2012

E' dell'essere e del fare che questa sera vorrei dire. Io sicuramente sono, esisto, è indubbio che io qui sia. Non ho un nome, certo, non ho un vissuto, non ho una storia ma io sono e, ripeto, su questo non vi è dubbio, ma se la mia intenzione, quella che io reputo Corrente Originale, è quella di mutare la mia condizione divenendo uomo, incarnandomi e garantendomi in questo modo la possibilità di fare, è perché reputo la mia condizione di essere non sufficiente, incompleta. Io credo che esista una motivazione che non appartiene quanto all'individuo ma forse più a quello che è l'Essere Unico, questa intenzione è quella di portare movimento e particolare a quello che è il disegno, a quella che è l'essenza dell' Essere Unico, la sua completezza, la sua integrità, la sua giusta definizione, questa volontà di porsi capace di essere uomo creando l'incarnazione, creando l'individuo possiamo considerarla comune a qualsiasi essere che dalla sua essenza di essere diviene uomo...e il modo in cui verrà portato -quel particolare- a completamento del disegno, della definizione dell'Essere Unico, sarà compito questo punto non più di quella condizione di semplice essenza che è la mia ancora oggi, ma quella di uomo già affermato, capace attraverso la sua possibilità di scegliere attraverso il libero arbitrio anche di fare; perché questo fare, questo porsi di fronte alla possibilità di scegliere azione crea quel movimento che vi ho detto è l'essenza di quella struttura che mantiene salda la creazione. Pertanto se la scelta iniziale di ogni individuo è quella di portare movimento e perfezione nel Disegno, il modo in cui si porta questo particolare, questa sfumatura, questa nota, è scelta del singolo individuo, di un uomo già affermato, di una individualità indiscussa, senza limiti o vincoli se non quelli dati dal vivere. L'uomo che si incarna è libero per natura, su questo non vi è dubbio, credetemi, non esiste fato, non esiste disegno già scritto, non esiste condizione che porti ad una scelta vincolata se non attraverso il vivere. Certo, l'uomo può essere in qualche modo...istruito, reso saturo, ma di sicuro nel momento in cui esprime la sua prima vera scelta di libero arbitrio con il peccato originale ha la libertà più completa, più cristallina. In fondo è questo che io auspico nel mio divenire: la possibilità di fare perché fare crea veramente quel movimento. Senza ciò che l'uomo è in grado di produrre attraverso il suo vivere -ripeto- è l'energia che rende salda l'architettura della creazione... e io non ho dubbi che sia giusto e vero che io scelga per poter dare quel contributo alla stabilità, al coro, all'armonia. Il modo appartiene invece alla dimensione dell'essere che fa, dell'essere che sceglie, dell'essere che può cambiare se non chi sta attorno a lui, cambiare sé stesso. Già questa è un'affermazione che feci in questo cerchio. All'individuo non è data la capacità di cambiare gli altri; l'unica capacità che ha, l'unica possibilità, è di cambiare sé stesso. Puoi costringere con la violenza, puoi chiudere, puoi reprimere, punire ma se non è l'individuo che cambia non sarai tu che lo farai; credere di poterlo fare è pura follia, è realtà non vera, è falsità. L'uomo che cerca di cambiare chi sta attorno a lui -già ve lo dissi- è un uomo cieco e sordo, è un uomo che non è in grado di vedere né sentire. La differenza fra la mia condizione dell'essere e la vostra è quella del fare... fare perché attraverso il scegliere possibilità, concreta possibilità, vi permette di fare. Certo, pensare che arrivare a fare nel modo più libero e consapevole per poi cedere questa possibilità per tornare all'essere può apparire gioco inutile, perdita di tempo ma se credete, come io dico, che il vostro fare, il vostro scegliere, il vostro esprimere libertà attraverso l'arbitrio, crea energia che sostiene la creazione, ha motivo prché ciò avvenga. Qual è il modo giusto di fare? Io che sono posso tranquillamente rispondervi che fare essendoci è la condizione giusta, vera, ma sono anche ben certo che io non sarò nel momento in cui incarnerò la mia presenza e sarò uomo...ma questo mio esserci sarà dato proprio da un cammino, da una presa di coscienza, da un fare. Non potrò portare questa mia condizione di essere quando la mia incarnazione avverrà; dovrò ritornare a ritrovare e riaffermare il mio essere per poter essere nel fare. Potrei anche dire che fare essendo on sarebbe libero, non sarebbe esprimere scelta perché certa sarebbe la direzione che segue il mio essere. Fare essendoci, fare esprimendo la vera essenza di chi voi siete è la condizione magica, è la condizione ideale che testimonia la possibilità dell'uomo nella sua incarnazione. Affermo certezze forse, affermo certezze date dal limite di ciò che io sono. La mia condizione è immutabile finché rimango tale, la mia condizione è statica, io non divengo, io non regredisco né progredisco, io semplicemente sono e desidero per me questa possibilità di poter fare...anche perdendo ciò che io sono. Essere nel fare è la condizione ultima dell'uomo, di colui che in grado è di cedere individualità ma esistono gradi intermedi in questo essere nel fare e questi gradi intermedi dell'essere nel fare sono l'equilibrio delle componenti. L'uomo è nella misura in cui si trova, l'uomo è per l'evoluzione che testimonia e la testimonianza di ciò che lui è , è semplicemente l'equilibrio delle sue componenti al momento. Se io sono nella dimensione spirituale oggi e nulla più, non auguro a voi se non al termine del vostro vivere questa mia condizione e sono talmente certo di questo mio augurio che sono disponibile a perdere ciò che io sono, per poter anch'io essere uomo come voi. Essere nel fare, l'equilibrio delle componenti porta semplicemente alla possibilità di una scelta libera, non vincolata, non qualificata, non certificata ma semplicemente vera; la scelta non è altro che un desiderio della completezza dell'essere nelle sue componenti. L'uomo sarà nel momento in cui cederà arbitrio su ciò che lui è e sulle sue possibilità di scelta ma non perché questa è un peso, perché questo è lo strumento per tornare ad essere ciò che eravate, semplicemente attraverso l'arbitrio, la scelta, voi asseconderete la giusta direzione. Tutti quanti giungeranno -vi dissi- tutti quanti torneranno ad essere ciò che erano e porteranno quel particolare, quella sfumatura. La differenza è la sofferenza o la gioia, il dolore o la serenità, lo smarrimento. Io sono...certo, sono...ma incapace. Non porto apporto, beneficio, presenza. Io semplicemente sono e se la creazione avesse ciò che io sono e fosse a mia misura di immagine -anche questo già ve lo dissi- nulla ci sarebbe.