venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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10 maggio 2012

quattromaggio 2012

La mia presenza all'interno di questo cerchio deve per forza di cose trovare la giusta identità. Una guida che non è in grado di rispondere alle domande che vengono a lei poste mantiene la sua definizione, il suo valore, il suo peso. Io credo che il mio ruolo all'interno di questo cerchio sia quello di colui che deve essere istruito, colui che digiuno, ignorante e inconsapevole, chiede aiuto a coloro che compagni e fratelli si pongono a confronto. Io posso sicuramente chiedere, perché al mio chiedere esistono delle risposte legate a quelle che sono state la vita, l'esperienza, l'accaduto, il vissuto. Io ho bisogno di perdere consapevolezza, ma il timore è grande. Nella dimensione dove non esiste spazio e tempo è costretto lo scandire del tempo, è costretta l'urgenza di un essere, di un'anima, di uno spirito che costringe il suo essere legato a catena, a degli uomini che vivono il tempo e lo spazio e lo scandire preciso, terribile, del tempo che passa. Quando giunse per voi la possibilità di potervi incarnare doveste slegare il vostro pensare allo scorrere del tempo...ciò che è avvenuto, è avvenuto in uno spazio e in un tempo che non esistevano, dilatato all'infinito o compresso al minimo termine. Io mi trovo ad affermare volontà di incarnarmi legando questo mio divenire a nascere, ad un tempo preciso, ad un'urgenza. Io avrò bisogno di essere aiutato, io ho bisogno di essere aiutato. La prima domanda, il primo quesito, il primo bisogno è di cercare di comprendere perché ciò avviene qui, in questo cerchio...perché il mio nascere va a definire attenzione di questo cerchio...perché? Cosa ho portato a voi, nel vostro divenire, a questo incontro, quali risposte avete da darmi, quale verità potrete donarmi? Sento che il mio nascere a vita creerà un vuoto, difficoltà, mancanza....... D. (N) Da ciò che dici sembra più difficile nascere che morire...per l'uomo. Non so cosa voglia dire morire. Potrei pensare che la mia nascita sia il passaggio attraverso la morte di ciò che io sono, attraverso un azzerare, attraverso un privare, attraverso un isolare. Sono solo. D. (N) Penso che la solitudine sia una componente che poi accompagna tutta la nostra esistenza qui sulla terra. Sono solo per la mia diversità, sono solo per la mia incapacità, sono solo perché so cosa lascerò. D. (Fr) Senti il bisogno di essere riconosciuto? La nascita di un nuovo uomo passa sempre attraverso la disponibilità di chi chi è in grado di scegliere. Così avviene per lo scorrere conosciuto e naturale della vostra esperienza riguardo alla nascita di un figlio. La nascita di un uomo nuovo, l'incarnazione avviene certo, sì, attraverso una volontà ma questa volontà da sola non è sufficiente, esiste quasi qualcuno che offre la propria presenza a questa nascita quale mezzo, quale strumento attraverso il quale creare una nuova vita. Semplicemente una volontà non è necessariamente sola; esiste, ripeto, una disponibilità ad accogliere una nuova vita e a porsi quale custode, genitore. Essere riconosciuto, essere cercato, essere voluto, essere desiderato...essere riconosciuto come gioia accolta... è questo che ancora manca. So che...................................................................................................................................................