venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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30 giugno 2012

quindficigiugno 2012

Cercare di cogliere la mia diversità non vuol dire definire sempre meglio ciò che io sono e attraverso ciò che io sono comprendere quale sia la diversità nella possibilità di azione del mio essere incarnato. Vi dissi che io sono diverso proprio perché in voi esiste una lacuna e io sono il colmare quella lacuna, è molto vero tutto ciò; pertanto è arrivare a comprendere, a definire sempre meglio ciò che io sono. Credo però di poter tranquillamente affermare quella che è la mia visione di ciò che è la lacuna per voi. Sicuramente la lacuna che voi avete, la mancanza che è ancora presente nel vostro testimoniare vita è non aver concluso, non aver completato ciò che affermaste prima della vostra nascita. Il mio spingervi a ritroso per cercare di cogliere quale fu la volontà, quale fu la direzione, l'obiettivo posto prima dell'affermare volontà di incarnazione per voi aveva proprio questo scopo, quello di andare a far emergere quell'affermazione volente e cosciente, individuale per ognuno di voi. Sicuramente la lacuna che ancora accompagna il vostro cammino è senz'altro non aver completato, non aver terminato, non aver portato a termine, a compimento quell'affermazione di volontà prima del peccato originale, prima della motivazione, della presenza del libero arbitrio. Quando voi sarete riusciti a compiere ciò che vi foste prefissi colmerete quella lacuna. Cosa vuol dire che io sono la diversità che connota quella lacuna? È proprio la mia coscienza, la mia consapevolezza di ciò che voglio, di …......................................................................................... Esiste un equilibrio che sorregge quella che abbiamo chiamato Architettura, la Creazione; questo equilibrio è un movimento vi dissi, è quella che ho chiamato la Corrente Originale ed è alimentata dall'incarnazione, dall'esperienza fisica, dall'essere individuo, dall'essere uomo. Questo movimento afferma la presenza dell'Essere Unico; se non ci fosse questo divenire, se non ci fosse questo spostarsi nel tempo e nello spazio la presenza dell'Essere Unico sarebbe nulla, sarebbe zero, sarebbe vuoto. È per questo motivo che l'Essere Unico afferma sé stesso attraverso il cedere parti della sua unicità perché vengano affermate, perché l'Essere Unico divenga vero, presente, agente. Nel momento in cui ciò che lui ha ceduto attraverso una affermazione di individualità, è indispensabile trovare il colmare di quello spazio lasciato vuoto, di quella lacuna che , ripeto, alimenta il movimento. Io, ciò che io sono e voi, ciò che voi siete in questo momento, ci stiamo rincorrendo, stiamo definendo, testimoniando quel movimento che crea stabilità. Io sono ciò che voi non siete; quando voi porterete compimento io avrò creato la lacuna che creerà il passaggio, la nascita di un uomo nuovo. Cercare di definire qual è la lacuna, cercare di comprendere qual è l'obiettivo prefisso può apparire spreco di energia, può apparire corto circuito della mente...ma questo perché è un bisogno dell'uomo comprendere, afferrare, essere padrone, essere attore. È proprio il movimento, è proprio l'essere uomo che definisce questo stato di cose. Forse non è utile, forse è troppo arduo cercare di cogliere sguardo anche là dove misure non esistono, quello di dare fede a voci, a dimensioni che non sono le vostre ma io sono certo che per molti uomini ancora incarnati, mentre ancora camminavano, pensavano ed erano individui, è stato possibile cogliere il colmare della propria lacuna attraverso il confronto con la diversità, con una diversità precisa, forte, violenta, che sopraffaceva, che creava morte, dolore...uomini che hanno colto qual era la loro lacuna e l'hanno colmata ancora mentre testimoniavano vita offrendo quell'individualità, a far sì che fosse colmata quella lacuna individuata, quella mancanza, a creare equilibrio – avete utilizzato questo termine, certo -ma riuscire a cogliere in quale modo è possibile creare equilibrio è la cosa più difficile, più ardua...il sacrificio, che non è negare individualità ma affermarla per poterla cedere coscientemente. Ci sono stati uomini che hanno colto e hanno vissuto questa possibilità completando, portando a termine, avendo certa consapevolezza di quella che fu la direzione affermata prima della loro nascita, ripeto, quello che fu tornare alla paternità della scelta, che fu una paternità comune con l'Essere Unico. Il bisogno, la necessità della frantumazione, il bisogno, la necessità di creare lacuna e colmo di essa permettono all'Essere Unico – ripeto – di esistere. Se tutto quanto si fermasse,se la catena, se la creazione cessasse, più nulla ci sarebbe se non il vuoto, il vuoto che urla, il vuoto che abbaglia, che stordisce. Colmare lacuna è dato a voi, colmare lacuna è dato all'Essere Unico. Penso che torneremo............ Riconoscere identità, riconoscere appartenenza, è affermare quella che abbiamo chiamato terza componente...la divinità dello spirito, l'immutabile presenza della divinità in ogni cosa, in ogni essere. È allora possibile, sì, che la mente e che il corpo possano individuare ciò che manca all'individuo, ciò che fu la scelta, la volontà prima che tutto quanto fosse...sì, è possibile, è dato all'uomo...ma non so se è per merito, non so se è per condizione...ma è proprio la misura del diverso che crea quell'attrito, quella provocazione che rischiara, che illumina. Misurare il diverso è stata la mia richiesta, farlo vostro, ma non perché voi possiate essere quel diverso ma perché possiate misurarlo dentro di voi; definendo sempre meglio ciò che voi siete permetterete al diverso di prendere forma....e ad esso prendere misura. Se voi giungeste ad assomigliare, se voi giungeste ad essere simili a quello che avete definito diverso, sicuramente avrete fallito e ancora.....e ancora................... Non esiste urgenza, l'urgenza è la testimonianza dell'incapace, già ve lo dissi. Lasciate che tutto quanto avviene qui possa trovare spazio dentro di voi, possa anche turbinare come polvere portata dal vento, attendendo il tempo in cui possa sedimentare e che la tranquillità e la pace creino le condizioni adatte. Affermo con forza, con gioia, che esiste la Corrente Originale che vi accompagna e vi sostiene e che dà direzione al vostro divenire; non può essere affrettata, non può essere spinta...solamente cedendo ad essa ne prenderete misura e coglierete da essa energia, pace, armonia. Lasciate che tutto quanto decanti, in voi esiste lo spazio affinché tutto quanto trovi posto.