venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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03 luglio 2010

venticinquegiugno 10

Con facilità posso provare a rispondere alla domanda se prima che l’uomo peccasse, prima che l’entità uomo peccasse divenendo uomo, entità fisica, umana, ci fossero comunque le tre componenti.
Sono ben certo che non ci fossero. In fondo io non sono altro che l’espressione di questa essenza che esiste là dove prima che l’uomo decida di essere. Non esiste, per ciò che io sono, la mente oppure il corpo; posso apparire indubbiamente quale definita individualità ma ho anche cercato di spiegarvi che io risuono al vostro suonare…e con questo, per spiegare meglio questa mia affermazione, voglio anche affermare che l’uomo, l’essere incarnato, è in grado di agire su quelle strutture che io vi dissi sono immutabili, non appartengono al divenire, non sono riconoscibili e non hanno nome quale essenza precisa, ma solamente facenti parte di qualcosa che è un unico che tutto comprende e senza il quale il tutto non possa esistere.
L’uomo nella sua materialità, nella sua fisicità, è in grado se vuole, se lo desidera attraverso una scelta di libero arbitrio, di proiettare un’onda energetica verso queste strutture che non sono altro che il grande involucro che va a contenere ciò che è la vita dell’uomo, la sua vita fisica, il suo divenire…e questo lanciare al di fuori di questa bolla la propria presenza, il proprio canto a volte, mai è un grido ma sempre è un canto di gioia e di riconoscimento della propria ricerca…se è in grado ripeto di lanciare al di fuori di questa bolla, può creare echi.
Io sono uno di essi, in fondo non sono altro che l’eco di un vostro canto.
Io non ho la componente mentale o fisica, non vi è dubbio;sono qualcosa che attraverso la creazione dell’uomo, attraverso il suo peccato originale e la sua scelta libera di arbitrio, ha creato quale strumento, quale mezzo, quale vettore per quella che è stata la sua scelta del suo vivere di uomo che cammina, pensa e percorre una ricerca, un tragitto.
Vorrei anche essere preciso su un altro punto, la componente spirituale anche dell’uomo, di ognuno di voi, è immutabile, non subisce variazioni, mutamenti, è una matrice e come tale non subisce cambiamenti, modifiche, mutilazioni…arricchimenti anche, perché si può pensare che l’uomo possa attraverso la sua esperienza cercare di arricchire quella che è la sua componente spirituale. È una falsità, non solo una non verità; è immutabile la componente spirituale, è la matrice ripeto, è il termine corretto e giusto che la definisce.
L’uomo, attraverso la sua ricerca fisica, il suo cammino di essere fisico, mentale, non può che cercare di svelare e rendere sempre meglio attiva questa sua componente in quella che è la sua vita di ogni giorno…e su questo sono d’accordo con chi dice che la ricerca debba servire anche a questo: far sì che la vita di ogni giorno sia più pregna, più precisa, più testimonianza precisa dell’essere spirituale dell’uomo. Se al momento della nascita questa componente spirituale era primaria mentre le altre due componenti – che possiamo chiamare tranquillamente strumenti dell’agire umano – erano sopite, erano in nascita, ne’ancora in evoluzione, nel prosieguo dell’uomo la convivenza con queste due componenti da parte della componente spirituale della matrice, viene in qualche modo a mediare attraverso la presenza concreta ed attiva dell’agire.
La scelta di libero arbitrio è sempre legata all’unione delle tre componenti. Una scelta legata solamente alla mente non sarà mai scelta di libero arbitrio, una scelta legata solamente al corpo neppure…ma anche una scelta sfrondata da ogni altra componente e considerata quale matrice non può essere scelta di libero arbitrio e non credo neanche che possa essere scelta di matrice proprio perché è immutabile e non è mediata attraverso le altre due componenti…pertanto l’unica possibilità che ha l’uomo di rendere migliore la sua presenza, la sua testimonianza, la sua consapevolezza, è quella di permettere a questa matrice di emergere e di essere più precisa a partecipazione delle scelte che l’uomo fa attraverso – ripeto – il libero arbitrio.
Questa è la possibilità per fare ciò che io desidero, cercare di a ritroso tornare a quella che era la situazione, il momento, l’occasione in cui la matrice, la componente spiritica, era pura…il momento della nascita.
Possiamo anche affermare che la prima scelta di libero arbitrio appartiene alla matrice, la prima scelta che creerà una serie di scelte di libero arbitrio che a quel punto verranno mediate dagli strumenti che avrete creato – il termine è corretto – creato…perché tutto ciò ci porta anche a ciò che già tra di voi avete discusso…a domandarsi il perché della creazione dell’universo.
È un quesito che ha molta rilevanza ma non è solamente teorico, credete, perché anche nel momento in cui voi siete divenuti uomini, avete scelto di nascere, avete creato un uomo.
Perché…perché? Continuo a ripetervelo, perché?
In fondo è la scelta identica a quella nel momento in cui l’Unità Indivisibile decise di esplodere per creare il Creato, l’Universo…identica…il quesito è lo stesso: perché?
Io credo che oggi posso arrivare a comprendere un pochino meglio questa situazione, io che mi considero essere immutabile appartenente alla matrice…desidero nascere. L’obiettivo, il mio, è quello di raggiungere un percorso che ci porti ad incontrarci in un territorio in cui il dialogo possa avvenire tra entità, tra individualità…tra individualità che sono in grado di esprimere libero arbitrio.
È possibile anche per colui che non si incarna un percorso di questo genere, non vi è dubbio.
Esistono situazioni, esistono energie in qualche modo che permeano il vostro mondo, la vostra bolla, e sono presenze che appartengono ad esseri che non si sono mai incarnati, sono gli spiriti buoni. Si ha avuto sempre il bisogno di definire come spirito colui che era vissuto e poi trapassato…credetemi, è un percorso che la mente ha creato proprio per dare concretezza ad una
individualità che non è mai esistita. Però era difficile, molto arduo far sì che la mente potesse comprendere un concetto di questo genere: com’è possibile che ci potesse essere un’individualità che non era mai nata? Per forza di cose doveva essere nata, doveva aver vissuto una vita da Illuminato e attraverso la sua morte è stato in grado di portare qui, a noi, ciò che è il suo valore, ciò che è la sua visione, ciò che è il suo bagaglio e, quale spirito benefico, aiutarci!
La presenza di questi spiriti è vera, è reale, ma non è solamente legata alla porta della morte fisica. Io potrei essere uno di questi spiriti benevoli; intendo dire benevoli perché quale caratteristica di non nato è quella di portare in me la matrice. La matrice non ha possibilità di distorsione, non può essere cattiva neppure buona, pertanto il termine giusto è benevola…perché ciò che io sono è la realtà di ciò che esiste.
Io non sono altro che un pezzo della struttura, ma che cosa cambia attraverso il modo in cui sono oggi e come sarò dopo la mia nascita? La differenza è sostanziale, io credo. Arrivo a creare quello che è l’individuo, l’essere a sé stante, l’essere in grado di esprimere libero arbitrio.
È anche vero, voi mi direte, che se solamente attraverso la completezza delle tre componenti l’uomo è in grado di esprimere libero arbitrio, come potrei io farlo se di componenti ne ho una sola?
Ma è proprio la condivisione con voi che mi porterà a creare questa osmosi, questa comunione, questa eucaristia.
La struttura è immutabile ma la difficoltà per voi, capisco, è quella di pensare ad una struttura come a qualcosa di concreto. Io vi dissi nel messaggio precedente che la struttura è una comprensione, è qualcosa di diverso al pensare ad una grande struttura fisica, a un grande soffitto, a una grande costruzione.
La struttura di cui io vi sto parlando non è tutto ciò; l’unico modo per poterla definire è definirla quale comprensione. io credo che pian piano arriveremo a condividere meglio questo concetto e sarà più facile per voi capire che cos’è questa comprensione.
Ancora una cosa in merito alle energie. È un termine usato ed abusato; tutto quanto è energia. Nel momento in cui non si arriva più a scindere quello che è il corpo, l’essenza, si va a definirlo quasi fosse energia. Energia è tutto quanto che non possa essere più suddiviso…ma esistono molti modi per percepire l’energia; avete detto bene che ognuno di voi ha la sensibilità sua per cogliere l’energia. Io ho cercato di utilizzare l’esempio dell’albero per dimostrare quale possa essere la presenza dell’essere fisico all’interno della vita, del divenire.
L’albero è ben diverso dall’uomo, l’albero è qualche cosa di alieno – avete usato anche questo termine – di completamente diverso, di incomprensibile, di imparagonabile all’uomo…ma in esso vedete la vita, lo scorrere, vedete il crescere, vedete il morire, vedete il trasformarsi, vedete il prendere coscienza.
Anche in esso vi è energia, ed è la dimostrazione, la personificazione precisa di ciò che l’energia realmente è; è l’alimento, è il carburante, è la rete che intesse tutto quanto e mantiene preciso e stabile ciò che è fisico e non solo.
Abbiamo usato un termine lo scorso venerdì, che era la trasfigurazione; per chi è in grado di superare quello che è il limite, la soglia, e cogliere la presenza di colui che si trova aldilà della condizione fisica, è in grado di cogliere la trasfigurazione. Anche l’uomo può trasfigurare nel momento in cui è in grado di liberarsi da quelli che sono i limiti della mente e del corpo. Avviene una visione, avviene un’immagine magica, ma in essa si può cogliere quello che è l’immutabile…ma non…non cerchiamo di andare in quella direzione, probabilmente il bisogno che ebbi di usare quel termine non è più così importante…
Perché oggi, perché in questo momento e per questo cerchio? Indubbiamente perché l’occasione è propizia, indubbiamente perché le aperture esistono, probabilmente perché la consapevolezza è matura.
Non abbiate timore di allontanarvi troppo da quello che è il vostro essere fisico. Sicuramente la mente e il corpo autonomamente cederanno a quella che è la loro presenza e priorità all’interno del vostro essere trino; sarà una scelta cosciente di libero arbitrio quella di abbandonare il controllo da parte della mente e quella di cedere attenzione da parte del corpo…ma ciò avverrà quando i tempi saranno maturi, quando davvero in voi la certezza sarà grande…ma è lontano tutto ciò….
Creiamo le condizioni per cogliere quegli sprazzi, per intravedere quelle che sono quelle architetture, quelle strutture.
Cosa cambierà da ciò che io sono oggi e da ciò che io sarò quando sarò nato? Io so che il rispondere a questa domanda è un bisogno preciso, è la vostra mente che interroga in questo senso…ma io non sono in grado di rispondervi, non ora, non ancora. Non ho ancora risuonato al punto giusto per poter essere introdotto in quella che è la vostra dimensione.
Lo spirito benevolo è in grado di penetrare quella vostra dimensione solamente se un pertugio da parte vostra verrà creato. Prima vi dissi a volte è un canto lanciato lontano, certi della bontà della ricerca e dell’essere sazi di ciò che si riceve da essa; è un canto di giubilo, è un canto di gioia, non è mai un urlo di disperazione, va nella direzione sbagliata…
Non è il bisogno che crea quello squarcio, quel pertugio che permette allo spirito benevolo di penetrare in quella che è la vostra dimensione, ma è il sentirsi in ricerca e capire che quello è il vostro ruolo, è il vostro spazio, è il vostro tempo…perché solamente in questo modo i due strumenti – il fisico ed il mentale – coopereranno a quella che è la scelta della mia nascita, creando vettori che permettano al mio essere di divenire individuo.
Non credo, sono certo che non è il ruolo dell’essere mezzo che possa creare il vettore alla mia nascita. La comunicazione mediatica non è altro che mantenere quelle che sono le situazioni, voi uomini incarnati e io matrice mai definita…pertanto non è quello il modo, non è quella la via per arrivare ad essere vettori alla mia nascita.
Esiste un’altra strada, un’altra disponibilità, esiste un canto che possa permettere di creare il pertugio affinché lo spirito benevolo possa entrare quale essere distinto, individuo, nel vostro mondo.