venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

Nome:

08 maggio 2010

trentaaprile 10

Credo di aver chiarito abbastanza bene l’errore che si fa cercando di definire ciò che è l’amore e l’errore che si fa cercando di riconoscersi in quello che è l’amore che si è arrivati a definire.
Io credo che mai nessuno, nessun uomo che in verità ha cercato, sia arrivato a definirsi amore, sia arrivato ad affermare di essere stato in grado di amare. È ben più comprensibile pensare che uno possa dire di aver ricevuto amore.
È un’impresa impossibile cercare di definire l’amore.
L’amore rimane come punto di riferimento, come obiettivo e come tale sempre ha la distanza che non permette all’uomo di poterlo toccare, affermare, riconoscendosi in esso, sentendosi padrone e capace…ma è sempre un passo più avanti, sempre solo ed unico riferimento.
Sforzarsi, cercare di comprendere, cercare di vedere è la ricerca, non vi è dubbio…attenti a non disperdere energia in questo gioco. Il bisogno di sentirsi dalla parte giusta, il bisogno di riconoscersi quale essere probo affermando di offrire e ricevere amore…
Ma di un’altra cosa desidero un poco parlare questa sera e credo che sia uno dei lacci, uno dei vincoli che qualcuno capace, che perseguiva però un disegno oscuro, ha posto in essere. Vorrei parlarvi del pentimento e del peccato.
Ho sempre affermato che il primo peccato riconosciuto all’uomo, chiamato quale peccato originale, non è altro che la prima affermazione di libero arbitrio, ma alla luce di quello che abbiamo assieme elaborato possiamo pensare che l’essere che sceglie di incarnarsi, di divenire entità precisa, fisica e mentale, abbia sbagliato?
Io ricordo bene di avervi chiesto di cercare qual è stato il motivo e lo stimolo che vi ha aiutato a far sì che sceglieste l’incarnazione. Potremmo pensare che sia stata una scelta sbagliata se crediamo che il punto d’inizio abbia le condizioni che il punto di arrivo di colui che trapassa al termine della propria vita terrena, ma potrebbe anche decidere e domandarsi “quale scopo, quale motivo, quale disegno mi ha portato ad affermare il desiderio e la volontà di incarnarmi, di essere uomo, di essere entità fisica?”
Sicuramente una forza grande, un valore puro ha fatto sì che la scelta di incarnarsi, di divenire uomo, fosse scelta desiderabile e giusta in quel momento. Arrivare a comprenderla credo che sia possibile ad ognuno di voi, per poterla poi riaffermare attraverso il vivere e le azioni che assieme al vivere scegliete, attraverso le scelte di libero arbitrio…ma potremmo anche decidere che la scelta fosse sbagliata, ma nel momento in cui l’uomo si incarna non può pensare di terminare e di uscire, trovare un’uscita di sicurezza da questa scelta che ha coinvolto così profondamente l’entità che decise di incarnarsi; non esiste scampo…l’unico possibile traguardo è il superamento cosciente dell’individualità, il superamento della soglia consapevole e cosciente di non essere più entità limitata dall’essere fisico.
Pertanto, se non esiste possibilità di uscita, ma nel momento in cui la scelta della vita avviene..null’altro destino che viverla fino in fondo per poterne uscire dall’altra parte leggeri, così come è avvenuto quando decideste di incarnarvi.
Ma torniamo,si potrebbe pensare che la scelta è sbagliata, ci si potrebbe pentire di questa scelta…io credo che sarebbe bestemmia affermare questo. Ogni scelta di libero arbitrio cosciente e consapevole ha qualità, ha valore, non si può discutere qualsiasi scelta, sia essa scelta che porta frutto che appare all’occhio tuo e all’occhio di tutti positivo, ma anche la scelta che porti a un fallimento, a un errore,, a una caduta. Non ci si può pentire se l’esito della scelta di libero arbitrio è una caduta e non una risalita perché pentirsi vorrebbe dire in qualche modo negare la qualità della scelta nel libero arbitrio.
Io vi dissi, quando l’uomo è in grado di scegliere coscientemente e consapevolmente, la sua scelta è sacra… e qualsiasi direzione essa vada, qualsiasi effetto sorta da quella scelta. Pensare al pentimento, ripeto, è bestemmiare. Anche la scelta che porta a una caduta, che porta ad una sofferenza, che porta ad un danno ha qualità perché porta a un grano di consapevolezza molte volte il grano di consapevolezza derivante da una caduta è ben più saldo e capace di un grano di consapevolezza che porta a un successo, a qualità di risalita.
Pentirsi è sciocco, pentirsi è inutile, dispersivo, è subire il laccio, la pressione di qualcuno che per voi vuole essere in grado di scegliere. Si è addirittura arrivati a stabilire quali sono i peccati: i peccati sono le scelte sbagliate che vanno contro ciò che è la cosa buona. È molto triste, cieco e prepotente affermare questo.
L’uomo è in grado di misurare l’effetto della propria scelta e proprio la misura di esso porta al grano di consapevolezza. Si può sbagliare, si può sortire l’effetto non desiderato da una scelta di libero arbitrio, ma l’errore non esiste, il peccato non avviene; in piena libertà si esprime desiderio e volontà.
Attenti a coloro che si assurgono a giudici di quelle che devono essere le vostre scelte. Attenti, la loro azione è malvagia.
Quando l’uomo cerca di prevaricare un suo simile esprime male, cosciente di farlo…. E ciò và combattuto, ciò và negato, ciò và contrastato. Cercate sempre, e comunque la libertà di poter scegliere; è nella scelta il valore, è nell’effetto della scelta che ottenete consapevolezza.
Non è la consapevolezza di qualchedun altro, già acquisita e conclamata, la strada vera, giusta.
L’uomo tende a ciò che è il suo essere completo, la completezza delle tre componenti, e attraverso scelte, nozioni e effetto di esse si misura questa completezza, questa capacità sempre più consapevole di scegliere e di agire.
Amore e pentimento appaiono difficilmente accumulabili, ma viene utilizzato proprio l’amore e la bontà di esso per stabilire quando l’uomo deve pentirsi. L’uomo deve pentirsi e sbaglia, compie peccato quando non agisce nell’amore. Ma l’amore viene definito da qualcuno che voi non siete; se realmente foste in grado di stabilire ciò che è l’amore, allora potreste decidere che tutto quanto non và in quella direzione sia peccare e sbagliare, pertanto di queste azioni e queste scelte ha da doversi pentire l’uomo che le persegue, consapevole di essere nella direzione sbagliata. Ma se la mia affermazione che la definizione dell’amore non ha senso, anche ciò che contrasta questo amore che è impossibile da definire non ha senso.
Cercate purezza nella vostra ricerca, cercate libertà nella vostra scelta, slegatevi dai lacci che tendono a vestirvi, a crearvi di luce riflessa erti e capaci sugli scranni….
La scelta è intima, l’espressione di libero arbitrio è capace e potente se trova motivi e voleri nell’intimo dell’uomo. Volere qualcosa di definito, volere qualcosa di preconfezionato vi impedirà di capire ciò che voi volete e non solo desiderate. Se il desiderio è un atteggiamento e un sentimento che appartiene al bimbo, all’essere in cammino all’auto definizione, l’uomo, che ha già acquisito capacità di riconoscenza del sé, deve essere anche in grado di volere e non semplicemente di desiderare.
Volere per sé, chiaramente, volere per ciò che gli compete, volere per ciò che può toccare… di conseguenza comprendere, di conseguenza essere cambiato, trasformato, compreso.
Sforzatevi di cercare traccia in quello che è stato il motivo della vostra scelta, del vostro primo peccato, della volontà di nasce, di essere uomini…

Cerchiamo il corpo comune ora, cerchiamo di cedere ad esso affinché possiate cogliere intuizione, visione, comprensione.