venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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17 aprile 2010

dueaprile 10

Non posso che di nuovo dire che è piacevole e trasparente leggere ciò che sgorga e zampilla da quello che è il nostro trovarci.
Il risultato è, a creare valore, il fatto che la prima parte del vostro essere cerchio ha una funzione utile, proficua per quello che è la ricerca. Questo scambiarvi…questo scambiarci, perché in fondo utilizzando quello che è stato il mio intervento il venerdì precedente, vuol dire in qualche modo coinvolgere anche me in questo scambio di pensieri, di opinioni.
Questo – appunto – condividere, non è altro che rendere consapevolezza ciò che è già coscienza.
È benvenuto l’affermare che la coscienza ha sempre di più i tratti della consapevolezza. Aver colto dentro di voi questo patrimonio, questo tesoro che possiamo bene chiamare coscienza, è renderlo consapevole perché questa coscienza diviene consapevole nel momento in cui alimenta quello che è il vostro vivere quotidiano. Solamente nel momento in cui la coscienza affermata diviene consapevolezza ha la possibilità e la capacità di aiutarvi a vivere nel modo sempre migliore, più completo, più integro.
Il nostro confrontarci prima che iniziamo quello che è il corpo comune non è altro che affermare questi grani di consapevolezza e colgo anche a volte con piacere la difficoltà vostra che avete a rendere parole quello che avete compreso consapevolmente. Non bastano più le parole per spiegare ciò che è il valore riconosciuto e ciò è buono…ciò è buono perché fa scaturire da situazioni più profonde, più intime, quello che è il concetto e il valore riconosciuto adesso.
Ancora capisco sia indispensabile rendere concetto il valore, l’intuizione, perché lo scambio ancora – com’è giusto che sia – avviene attraverso espressioni mentali, concettuali; lo scambio avviene attraverso una dimostrazione, un mostrarsi per ciò che noi siamo, nella completezza degli strumenti fisici dell’uomo. Esprimiamo, sì, concetti mentali, sì schemi, sì illuminazioni, ma anche sensazioni di benessere legate alla fisicità, al sentirsi bene, al calore della condivisione che un cerchio può far affiorare.
Pian piano capirete, pian piano sperimenterete il fatto che le parole perderanno possibilità quale strumento di condivisione di ciò che è la consapevolezza. Lo scambio sarà a livelli più profondi, più completi, più intimi…sarà benvenuto il momento, ma spero sia ancora lontano perché lo scandagliare e lo scuotere quello che è l’albero della coscienza per far sì che divenga consapevolezza è ancora strumento ed esercizio utile, per quello che è il nostro cerchio.
Ben venga la limpidezza della percezione, ben venga la trasparenza del vostro essere in questo cerchio. Quasi inconsciamente liberate quelle che sono le costrizioni e le protezioni che normalmente l’uomo, nel momento del confronto con l’altro uomo, pone in atto. Non ce n’è più bisogno, non hanno più senso, sono sciocchi artifizi che a nulla altro servono che ad appesantire e allontanare, sicuramente ad escludere chi ancora ha il bisogno di esprimere in questo cerchio questa protezione individuale, questa velatura, mascheratura…naturalmente si sentirà escluso da quello che è il cerchio e il lavoro che il cerchio, la ricerca che il cerchio persegue, e non abbiate timore di ciò…è un’utile scrematura , anche se il termine può apparire netto, deciso, cattivo.
Ma vorrei darvi ancora stimoli, vorrei anch’io, ora che posso, partecipare a quello che è stato il confronto di autodeterminazione. Anch’io mi autodetermino all’interno di questo cerchio e nella prima parte del lavoro che il cerchio desidera e ha bisogno.
Vorrei parlare questa sera di miracoli, perché nel vostro pensiero è sorto questo bisogno.
Partiamo subito dall’affermazione di ciò che la fede può fare; è la fede che può generare, che può permettere lo scaturire del miracolo, senza di essa non ci può essere miracolo.
La fede può far smuovere le montagne…e non lo dice solamente il Cristo, lo dicono anche altri Illuminati, lo dice Maometto, ma ben altri lo dicono…la fede può smuovere le montagne.
Io non credo che vedrete mai le montagne che si possono muovere, anche se la vostra fede fosse netta e pura quale Luce Originale, questo per ciò che riguarda la vostra esperienza fisica, quello che è lo strumento, quella che è la nicchia protetta da un’architettura precisa che garantisce all’essere uomo di non impazzire.
Se all’interno di questa possibilità del vivere dell’uomo, del vivere fisico avvenissero miracoli di questo tipo, la povera mente dell’individuo impazzirebbe, non sarebbe in grado di cogliere senso….
Però io credo e affermo con lucida certezza che la fede può smuovere le montagne.
Visione sgombra per me, tante volte vi ho detto, visione sgombra perché sono in grado di cogliere quella che è l’esperienza di molti individui, quali voi siete. Io, essendo in un percorso parallelo e in qualche modo intrecciato al vostro, ho modo di vedere in visione sgombra ciò che è il divenire di molti individui, di molte entità, di molti uomini. Affermo ancora: la fede può smuovere le montagne.
Molti uomini hanno trovato di fronte a sé montagne erte sulle quali si sono buttati con cieca determinazione, con preparazione fisica e mentale che consentisse loro di avere lo strumento per salire su quella montagna e quando credevano di averne raggiunto la fine, quando la cima era a loro portata di mano, di mano fisica, da uomo vero, al di sopra di questa cima si ergeva un’altra montagna e il ripetersi di questa difficoltà li ha costretti a cadere, a tornare al punto di partenza.
Non sono stati in grado di superare questa montagna, era troppo grande per loro, era grande per i limiti che l’uomo ha. Se l’uomo solamente attraverso gli strumenti limitati del suo essere fisico affronterà quella montagna, così sarà. L’uomo, attraverso la sua fede, può smuovere quella montagna; impedendogli di salirla, ma poter arrivare aldilà di quella montagna, e l’unico modo è la consapevolezza, la consapevolezza di poterlo fare…la consapevolezza di poterlo fare senza bisogno di affinare strumenti che sono per forza di cose limitati.
La dimensione dell’uomo è illimitata, la dimensione dell’uomo nella sua completezza è smisurata…
La montagna può essere spostata solamente se affrontata con la consapevolezza dell’essere. Può avvenire in modi diversi, può avvenire attraverso l’aggiramento, può avvenire attraverso il superamento o attraverso un balzo, ma sarà solamente una consapevolezza che permetterà a quell’individuo di superare la montagna, la sua fede la sposterà, farà in modo che non sia più un impedimento al suo progredire.
È chiaro che la montagna non è sicuramente fatta di roccia oppure di terra: la montagna è la difficoltà al passare oltre. Il divenire diviene insuperabile come un’erta montagna, se affidato solamente al limite delle dimensioni dell’uomo; la fede permette a che queste dimensioni limitate vengano superate…la montagna verrà tolta di mezzo e l’uomo potrà passare oltre. Sarà la sua fede che creerà il miracolo.
La difficoltà di spiegare ciò che è l’intuizione e ciò che è il senso della Corrente Originale all’uomo è proprio questa: cercare la traduzione affinché la mente e il fisico dell’uomo possano comprendere il senso di ciò che è il divenire originale.
Si utilizzano immagini, strumenti, si utilizza l’Arazzo, che in fondo è quello strumento che l’occhio dell’uomo può cogliere, che la sensazione dell’uomo può comprendere, può dare ad esso armonia, grazia, bontà…
Sono sempre traduzioni, sono sempre parabole affinché la mente dell’uomo, il fisico dell’uomo, possano avvicinarsi alla comprensione, sono parabole che permettono alla mente e al corpo dell’uomo di condividere unione, raccogliere le forze, cercare unità, completezza di fronte alla comprensione. Io credo nei miracoli, io credo nel superamento cosciente dell’individualità. È una
Affermazione che dà teoria, dà suono, dà immagine…
La mente dell’uomo ha bisogno di concetti, la mente dell’uomo ha bisogno di verifiche, la mente dell’uomo ha bisogno di comprendere che la verità è vera. L’uomo seziona, l’uomo divide, riduce ai minimi termini e quei minimi termini cerca di ridurli a termini ancora più piccoli…. infinitesimali.
È la sete, il bisogno della mente dell’uomo di fare questo. Ma non esiste la verità, abbiamo detto tante volte; esiste un’unica cosa:ciò che è, ciò che diviene,ciò che è chiamata la Corrente Originale.
L’uomo non può far altro che cercare di cogliere sprazzi di essa, abbiamo detto; lo può cogliere in modo inconscio, non volente, inconsapevole, ma può anche perseguirlo quale ricerca, così come questo cerchio si propone, in fondo.
Quando il concetto perde possibilità di parole quali strumento per essere spiegato, siamo sulla strada giusta, vuol dire che il limite della parola o del mentale diviene troppo angusto per comprendere ciò che è vero.
Se l’uomo, così come sta avvenendo in questo cerchio, giungesse a questo stadio di comprensione perderebbe anche l’interesse e il bisogno di sezionare ai minimi termini ciò che è la verità, per riconoscerla quale tale. La verifica, la certificazione, la bontà, la “storicità della figura”, la testimonianza vera, esistita, non servirà più, non avrà più senso.
Sono affascinato da quella che è la filosofia Zen, dalle risposte che il maestro non dà all’allievo che chiede. L’allievo, nei suoi primi stadi di essere allievo, nella sua acerba maturazione, molte domande pone al maestro e se i primi tempi le risposte hanno qualche senso, man mano che la maturazione dell’allievo prosegue, le risposte hanno sempre meno senso, fino a giungere ad essere dei suoni o dei rumori a domande ben precise, con degli interrogativi che hanno senso….
Qual è la risposta vera? È quella che soddisfa la domanda? Non credo. Qualsiasi risposta è vera, perché se nella Corrente Originale esiste il tutto ed il contrario di tutto, qualsiasi affermazione, suono, colore, rumore, vibrazione è risposta alla domanda….perché, in fondo, la domanda che l’uomo si pone è la soddisfazione della sua completezza. Tutto ciò che gli manca gli fa porre domande e quesiti; ma all’uomo, nella sua parzialità,tutto quanto manca…e qualsiasi cosa concorre alla sua completezza.
Temo di essermi allontanato, andato molto fuori da quella che è la possibilità di comprensione, ma questo mio essere simile a voi, questo cercare di risuonare al vostro suono mi porta, mi trascina a volte, ed è piacevole, credetemi.
Avrei molto da dire, ma vorrei chiudere con un’ultima cosa già emersa all’interno di questo cerchio e parlando di nuovo del messaggio del Cristo è emersa: i miracoli dei quali il Cristo aveva bisogno per poter scuotere la gente, attirare l’attenzione della gente, per chiamare la gente a sé.
I miracoli, che sono stati in fondo la chiave di volta di questo richiamo del Cristo all’uomo suo simile, vanno letti su livelli molto diversi. Io credo che anche voi abbiate condiviso un miracolo che il Cristo ha fatto, ed è stata la risurrezione del morto, la risurrezione di Lazzaro. Voi siete stati in grado di vivere questa risurrezione!
Se nella storicità del Cristo, se nel bisogno che i tempi e gli uomini del tempo del Cristo avevano di avere miracoli concreti, comprensibili per la mente di coloro che vivevano quel momento, ha portato a far sì che il Lazzaro fosse portato fuori da quello che era il sepolcro, reso ancora vivo con il suo bisogno di cibo e di acqua, per testimoniare la possibilità del miracolo della vita contro la morte, voi l’avete vissuto e sperimentato attraverso lo strumento spiritico.
Se allora il miracolo era la vittoria sulla morte, oggi per voi il miracolo è la comprensione, il riconoscimento dentro di voi della coscienza e infine la consapevolezza che esiste una vita oltre la morte. I miracoli esistono e la fede può smuovere le montagne; credo ciecamente in questa mia affermazione, sono certo e vorrei tanto essere in grado di dare a voi la comprensione che in voi esiste già questa certezza.
Ribadisco, io risuono al vostro suono, io non esiste quale definizione di entità, io sono un’entità, sono parte del Tutto Senza Limiti. Non ho la storicità o la verità scientifica della mia esistenza e non ne ho neppure bisogno…io ne ho visione sgombra di ciò che è.

Sia il corpo comune ora, cerchiamo in esso la possibilità, cerchiamo in esso il miracolo del quale, ancora ripeto, io sono certo.
Lo stagno, luogo nel quale ci sentiamo a casa, ci riconosciamo in esso, ci è facile là e in quel momento cedere, perché cedere è bene, perché cedere va nella direzione giusta.