venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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28 maggio 2013

ventiquattromaggio 2013

Quando io iniziai a far parte di questo cerchio, quando io iniziai a dialogare con voi, lo feci ponendo una domanda. La mia domanda, l'interrogativo che vi posi, era “quale fu il motivo che vi portò a nascere”. Cercare di spronarvi, cercare di interrogarvi con questo quesito era per dare modo alla mia presenza in questo cerchio di diventare vera, reale; cercare di portare la vostra ricerca, il vostro dono di energia nella direzione che fu prima della nascita era dare modo a me di consolidare la mia presenza. Vi dissi poi che non c'era risposta a questa domanda ma il fatto che io fossi qui a parlare con voi, a cercare di dare immagine e sostanza a una voce che si esprimeva era la risposta stessa alla mia domanda. Certo, cercare motivo e senso in ognuno di voi, nell'individuo, nell'essere uomo, era una richiesta vana; per trovare risposta bisognava che io fossi riconosciuto e accolto in questo cerchio e tanto più la mia voce e ciò che la mia voce diceva traeva senso nelle vostre condizioni, nelle vostre individualità, nel vostro cercare, tanto più diveniva palese la risposta a quella mia prima domanda. Per arrivare a rispondere al quesito del perché decideste di incarnarvi bisognava in qualche modo superare i limiti, creare un varco ulteriore oltre a quello che ben avete sondato, che ben avete misurato e caricato in voi e che è quello della morte fisica, della ricerca che vi ha portato ad afferrare, a cogliere voci, a cogliere ricordi e riconoscimenti in quelle voci; dovevo fare in modo che io, che mai ebbi modo di essere con voi, pertanto riconosciuto come vero, creassi essenza, dimensione al limite prima della nascita. Ripeto, io sono la risposta a quella domanda. Lo spirito, l'essenza non costretta dai limiti dell'individualità, abbandona, rifiuta coscientemente la sua condizione libera e vera per costruire buio e incapacità di dare senso. L'uomo, in tutta la sua vita, cercherà senso e motivazione. Abbandonare, abdicare alla possibilità di esprimere volontà proprio nel momento in cui si ha riconosciuto la potenza e la capacità del libero arbitrio, che si ha assaporato la possibilità, il potere di cambiare le cose........ L'uomo ha bisogno di dare senso e significato perché questo dare senso e significato coagula il suo essere, crea quell'armonia che va ad equilibrare le componenti che sempre ci siamo detti è una condizione indispensabile per l'uomo per potersi sentire in quella Corrente Originale, senza forzature, senza bisogno di reprimere, di violare costringendo all'incapacità di capire, costringendo a sofferenza, a volte. Ma perché è così piacevole riconoscere il potere della capacità di scegliere? Semplicemente perché quella è la misura di ciò che fu la prima ed originale scelta. Ho letto in voi il timore nel subire una volontà che non è la vostra; rifiutare l'intuizione che il cedere ad una volontà superiore sia cosa buona ma in fondo non è mai stato questo che vi chiesi. Sempre vi ho chiesto, spronato a cercare identità in quello che fate, trovare veramente libertà e verità in ciò che voi siete. Non ho dubbi ad affermare che una volontà vera e libera è unica, originale in tutta quanta la creazione ma questo non impedisce all'individuo di poter essere libero e vero nella sua scelta, semplicemente deve arrendersi alla verità che lui è semplicemente parte, ma con piena identità. Percepisco la difficoltà di esprimere concetti che non sono veri per ciò che io sono...semplicemente cerco di fare quella traduzione affinché voi possiate in qualche modo avvicinare la vostra comprensione alla mia presenza. Venerdì vi dissi che probabilmente il messaggio mio più vero sarebbe quello che nulla dice..... E' il rosso vivo il colore che stordisce, non c'è a basta acqua per poterlo diluire o colare ma rimane della propria identità. E' rosso vivo il grido che urla..è tale per le orecchie. E' un colore che non scurisce...è rosso vivo il colore che attira gli occhi, che chiede ad essi attenzione. E' il rosso vivo il colore che macchia le dita, le nasconde, le muta; è rosso vivo il colore che impasta la bocca, calma il bisogno. E' rosso vivo il colore del tuo corpo, lascia impronte e tracce sul terreno, determina la direzione e la provenienza, impedisce il fraintendimento, non induce al dubbio. E' rosso vivo il colore che spandi attorno a te. E' rosso vivo il colore che completa il disegno del quale fai parte. E' rosso vivo il colore dell'energia da raccogliere. E' rosso vivo il colore che entra in te, ti riempie e ricolma.