venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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01 febbraio 2013

venticinquegennaio 2013

Una persona muore, un'amica, una persona che conosciamo. Bisogna fare qualcosa per lei...ma cosa? Bisogna dare energia, ma in che modo dare energia, perché dare energia? Ancora una volta si ripresenta, ma cos'è cambiato, cos'è stato maturato, cosa ha espresso consapevolezza dall'ultima volta che avete caricato su di voi una morte di qualcuno conosciuto, di uno come voi. Assieme abbiamo spaziato, elaborato, visto, non semplicemente ipotizzato: abbiamo misurato ciò che avviene. La persona che muore non la perdiamo, lo sappiamo bene, semplicemente raggiunge quella soglia che dà nuova vita, che porta alla visione sgombra, che regala l'unione col Tutto. Credo che il vostro dare energia debba andare in una direzione precisa, in quella nella quale crediamo, nell'accompagnare in questa trasfigurazione la persona che conosciamo, con la quale abbiamo rapporto. Ma tutto ciò non è facile, semplicemente perché paventa quello che è il destino che a ogni uomo attende. È facile pensare, è facile dire, ma difficile......... E quando succederà ad una persona che non solo conosciamo ma è una persona che amiamo, una persona sulla quale siamo abituati ad appoggiare e scaricare....... Quando pensiamo alla morte che ci attende, tutto quanto è semplice e lineare; è facile accettare il percorso che ci attende, un percorso che abbiamo assieme ricostruito, riconosciuto, al quale abbiamo dato fede, ma quando questa fine tocca alla persona che abbiamo accanto, alla persona che ci ama, alla persona che amiamo, tutto diviene complicato: sono io che rimango e ancora misuro questa mia assenza con i limiti dell'essere uomo, con la paura, il bisogno. Ancora dovrò e da solo dovrò ma non vi è scampo a tutto questo. La solitudine e il buio ad attendermi uomo al varco della soglia, ma colui che ancora non ha sodato la propria visione lo smarrimento lo assale. Ben venga il completamento dell'esperienza umana per noi ma è ben difficile accettare quello di chi amiamo. In quale modo il mio pensare sarà indirizzare l'energia? Non crediate sia lecito credere che nel momento in cui viene porta, donata energia, essa possa essere utilizzata nel miglior modo come se qualcuno, un essere superiore potesse afferrare il vostro dono e porlo là, nella direzione che giusta è; ancora a voi tocca il finalizzare il vostro dono di energia: siete pronti, siete presenti alla direzione che abbiamo afferrato? Cerchiamo qui, ora, di donare energia. Affidate alla vostra visione la direzione verso la quale porgerla. La differenza fra il pensare la morte di una persona che amiamo e visualizzare la nostra, quella che ci aspetta, è credere che affrontando la propria morte sia più semplice, che non ci sia più possibilità di fare qualche cosa. La possibilità dell'uomo, nella sua fisicità azzera la presenza...semplicemente attendiamo il passaggio della soglia...ma quando a morire è una persona che amiamo, la nostra presenza è nella completezza delle tre componenti; lì abbiamo ancora la possibilità di scegliere, di poter decidere, di poter capire. È più difficile tutto ciò. Ancora una volta ci tocca! E ancora a noi, qui e ora ci tocca. Il nostro dono, il nostro dare energia, deve avere il nostro nome, la nostra volontà. E se mi sbagliassi? E se così non fosse? Il desiderio e il dono non hanno la potenza della forzatura. Il cambiamento, l'azione è sempre nel confronto della persona che lo attua. In fondo donare energia e dare ad essa direzione è semplicemente ribadire quella che è la visione che riconosciamo per noi: cerchiamo di dare agli altri ciò che noi vorremmo, ribadendo ancora una volta quella che è la nostra decisione. Nel momento in cui avviene un dono d'energia mai forzerà, violerà quello che è il libero arbitrio dell'altro. L'atteggiamento, la direzione, il desiderio, hanno come unico scopo di ribadire ciò in cui crediamo e ciò che vorremmo che fosse per noi...allontanandoci, scindendo quello che l'amore aveva creato. Il nostro desiderio, la nostra offerta, creerà un movimento, allineerà nella stessa direzione quelle che sono le ultime parvenze fisiche. Aver definito una soglia ci permette di prendere per mano, aver riconosciuto la soglia ci permette di sorreggere, aver riconosciuto la soglia ci permette di aprire, spalancare.................