venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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11 febbraio 2013

ottofebbraio 2013

E se mi sbagliassi? se facessi la cosa sbagliata? Per chi ha una visione salda questo dubbio non deve mai coglierlo; ancora però è presente l'interrogativo; quando ci poniamo a confronto con gli altri, siano gli altri al termine della propria vita o siano nel pieno vivere, a volte ci assale questo dubbio..questo dubbio che corto-circuita, questo dubbio che crea buio e questo perché noi cerchiamo di portare la nostra lettura sull'altro. Quale sarà il modo giusto, quale sarà il modo per non sbagliare? L'uomo, l'essere incarnato, esprime la sua massima potenzialità nell'espressione delle tre componenti, nella completezza di esse e già ci siamo detti che questa completezza avviene nel momento in cui l'essere esprime verità e, di conseguenza, libertà. Nel momento in cui spostiamo l'attenzione sulla misura di questo equilibrio, esso automaticamente si rompe, si spezza; la mente prende il sopravvento, pone domande, esprime desideri. Appare brutto, appare egoista concentrare l'attenzione su noi stessi, in modo particolare quando accanto a noi troviamo una persona in difficoltà..ma, ripeto, l'espressione massima è nella completezza delle tre componenti e questo equilibrio, questa pace, quest'armonia non ha da essere disturbata. Il porsi domande, il cercare qual è il modo giusto, è semplicemente rivolto all'altro, il modo giusto è per l'altro, colui che soffre, colui che ha bisogno, ma tutto ciò distoglie, tutto ciò impedisce la presenza; il confronto,il contatto, la comunione avvengono ponendo quale individuale presenza la verità, la libertà. Se la verità per noi stessi è facile da cogliere, è ben più difficile avere la libertà di farla trasparire, di renderla palese. “Cosa penseranno” è il dubbio...”Farò la cosa giusta?” Vi ho detto chiaramente che è impossibile violare quello che è il libero arbitrio; neppure con la violenza, con la costrizione, si può giungere a tal punto. Ma se vogliamo porci accanto, se vogliamo accompagnare, se vogliamo essere con, possiamo farlo solamente attraverso la libertà di esprimere verità riconosciuta. Essere concentrati su noi stessi non vuol dire porre freddezza, egoismo, ma semplicemente cercare di esprimere la verità più pura..liberamente, consapevolmente, certi di ciò che siamo. Ripeto, il dubbio si pone nel momento in cui distraiamo questa attenzione. Non esiste il modo giusto per l'altro, esiste l'errore per noi nel momento in cui non esprimiamo ciò che noi siamo. Tanta fatica a definire, a trovare consapevolezza, riconoscere coscienza per poi gettare tutto, per porsi domande che non hanno senso. Qual è il modo per donare energia? In che modo noi possiamo offrire energia? Toccando l'altro? Abbracciandolo? L'energia scaturisce nel momento in cui l'equilibrio delle tre componenti avviene; è un'affermazione che già ho fatto in questo cerchio. L'energia non è semplicemente un rubinetto che può essere aperto o chiuso, l'energia non è in un serbatoio che la contiene. L'energia è libertà, l'energia è verità, l'energia è testimonianza della visione, l'energia è percepire la Corrente Originale e questo movimento è percepibile anche da chi sta vicino a noi, nel momento in cui esso offre la propria apertura a volte causata, perlopiù costretta, rarissime volte intuita. Porsi accanto all'altro e donare a lui energia è fare un dono integro di ciò che voi siete e offrire verità, offrire liberamente verità, senza bisogno di trovare il modo, senza bisogno di trovare la purezza, senza dubbi di errore, sbaglio, peccato. La verità è riconoscibile, alberga in ogni uomo; è quello il punto di contatto, è la dimensione spirituale che noi tutti ospitiamo. Se un corpo può essere trattenuto, spinto, guarito oppure ucciso, l'essere, l'individuo che questo corpo ospita può semplicemente essere riconosciuto. Colui che si avvicina alla soglia ha percezioni di identità; l'alieno, l'estraneo, è l'uomo. Chi più ha bisogno, chi sano si pone, carico di energia, di calore..colui che si monda finalmente, liberandosi dai bisogni..........Assistere alla trasfigurazione sconvolge. Un corpo freddo.....per chi altro non può neanche immaginare né riconoscere............