venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

Nome:

30 settembre 2012

ventottosettembre 2012

Esiste sempre una motivazione che porta all'attimo in cui l'uomo nasce, si definisce come individuo, chiede spazio ed arbitrio; questa motivazione non può essere semplicemente dare un colpo a quel volano. È avvenuto ciò, tornare ad abbandonare e tornare ad essere quell'essere spirituale, immutabile, nel quale l'individuo, l'uomo, probabilmente non si è mai riconosciuto. L'uomo afferra la propria vita, la scuote, la indirizza, pone ad essa degli obiettivi, dei traguardi, usa quale alimento la ricerca, il bisogno di trovare. Esiste una scelta, una motivazione, un obiettivo che accompagna l'uomo, lo indirizza sebbene inconsapevole, incosciente, sempre presente quale fosse un filo e, credetemi, l'uomo ad esso si aggrappa molto spesso, utilizzando i sogni, le intuizioni. Ed è proprio quella volontà espressa, quel desiderio dichiarato che sbilancia l'uomo, lo pone in movimento sempre a ricerca di equilibrio che in questa ricerca lo muova, crei fame, sete, bisogno, desiderio. Quanto dell'Essere Unico è in questa definizione di obiettivo? L'uomo è immagine e somiglianza di ciò che è stato chiamato Dio...e ci sarà un motivo. Se anche nella creazione esiste arbitrio, se anche nelle cose, nella natura esiste arbitrio, qual'è quella somiglianza che lo accomuna, lo rende figlio? È forse l'espressione del male, il servile affidarsi ad esso, la cosciente e deliberata ricerca di esso, l'offerta di energia, di spazio, di tempo a quella che è la distruzione? ….perché mai dovrei tornare? Se mi è stata affidata la possibilità devo fino in fondo poterla esprimere e non delegare niente a nessuno ciò che io dovrò essere. Il corpo, lo so, in fondo è un semplice guscio che protegge la verità del mio essere, che non è semplicemente quella striscia, ma è ben altro. Posso allontanare, posso negare, posso combattere. Motivo, logica, definiscono verità inconfutabile; non esiste l'inevitabile...fin che io posso e io voglio. Volere misurare, staccare e scindere per affermare estraneità o volontà contraria, dimensione dello scontato. Lasciare traccia come un cane che cammina e lorda, affermando la propria presenza in ogni angolo...un cane reietto, scacciato ma vivo...vero, che non si confonde, non sparisce, non è dettaglio, non è sfumatura ma tratto marcato, un cane che ruba il proprio cibo, lo strappa.......... Nulla è scontato, nulla è pacifico, tranquillo; basta rialzare il capo e guardare oltre. Servo chi si adegua. (N) Stai dando delle immagini angoscianti....