venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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01 gennaio 2013

ventottodicembre 2012

Tentare di accostare quella che è la mia presenza, la mia testimonianza, a quello che è l'insegnamento e l'esperienza del Cristo credo sia improponibile. Il Cristo da voi conosciuto è l'uomo che ha raggiunto la maturità e la visione...la visione costruita, ma quello che ci manca nella sua esperienza è proprio il costrutto, è proprio ciò che è avvenuto perché la condizione che lui testimonia possa essere tale. Cosa è avvenuto prima che lui si ponesse come uomo in grado di cogliere visione, uomo in grado di cogliere la provenienza e la destinazione ultima? Il Cristo nella sua maturità ci parla del ritorno al Padre, che non è altro che un ritorno a quella che è la condizione dell'Essere Unico, per utilizzare i termini che sono a noi consoni, conosciuti; cosa è avvenuto affinché lui arrivasse a quella consapevolezza, a quella grande possibilità di testimonianza di Via, di insegnamento? È questo spazio grande che ci manca per poter arrivare ad accostare quella che è la mia presenza al suo insegnamento. Io sono proprio quella lacuna, io dovrei essere colui in grado di affrontare ciò che lui testimonia come avvenuto, come consapevole; la cosa grande che riconosco in lui è la certezza della figliolanza, la quieta certezza del ritorno al Padre e la libertà, la disponibilità grande ad annullare tutto ciò che è stato costruito, tutti quegli strumenti che hanno affinato quella consapevolezza, quella certezza, quella fede, che lo pongono quale Maestro. È chiaramente più vicino a quella che è la vostra esperienza, alla vostra età di vita, alla vostra maturazione, al vostro livello di ricerca, indubbiamente...ma la mia presenza, il mio essere qui in questo cerchio, ha proprio la funzione di ricacciarvi indietro, di richiamarvi a quello che è avvenuto senza consapevole coscienza, a quello che è stato dato come avvenuto, a quello che è bagaglio, a quello che è oramai acquisizione data, espressione di valore. Quella che è l'offerta che il Cristo fa della propria individualità è l'affermazione della libertà data dalla certezza e dalla fede; ma tutto ciò è legato a ciò che ci manca dell'esperienza del Cristo e credo sia indispensabile per noi tutti qui ritrovare, riappropriarci – per ciò che voi siete e per ciò che io dovrò essere – di quella che è stata la ricerca consapevole. È certo che un'esperienza, una fede proclamata, sono un buon viatico, appoggio e appiglio per poter dare direzione...ma è il riappropriare dell'identità che porta al superamento di essa. La vita dell'uomo, per la maggior parte di essa, è inconsapevole, è accumulo e sedimentazione di esperienze che portano alla consapevolezza. Io credo sia fondamentale invece arrivare a cogliere il valore e la misura di ciò che è avvenuto; per voi vuol dire rimettersi in gioco, per voi vuol dire rivalutare, per voi è misurarsi nuovamente. Io mi pongo dall'altra parte, io mi pongo agli antipodi di una vita vissuta e una consapevolezza raggiunta, io pongo una consapevolezza da essere abbandonata, io pongo il superamento di una condizione ideale, tanto ideale che è posto come raggiungimento del fine vostro, dell'esperienza della vita. Ciò che ho sempre augurato a voi, ciò che ho richiesto a voi, è sempre stata la libertà della verità. Essere veri vuol dire misurare ciò che siete, vuol dire scrollare quell'albero e la libertà di essere veri vuol dire mostrare ciò che l'albero è. Rimettersi in gioco, misurarsi ancora, allontanare quelli che sono i marcatori. Non so quale sia il modo, non è certo un insegnamento il mio, nella testimonianza che pongo in questo cerchio; è solamente uno sprone, uno stimolo, uno spingere e trarre affinché possiate liberarvi. La vera libertà non è nell'affrancarsi da quella che è l'azione degli altri o la condizione che ci porta a mediare continuamente ciò che noi siamo in funzione dell'altro; la vera libertà è la libertà da sé stessi, da voi stessi. È là, dove io vorrei che voi giungeste; è una condizione che conosco perché sicuramente io sono libero, perché ancora individuo io non sono. La mia nascita, il mio essere simile e fratello, giungerà nel momento in cui voi sarete in grado di liberare quella visione e quell'azione da ciò che voi siete. Qual è il modo per dare lo scossone, la sterzata, l'impulso? Non lo so, non chiedetemelo, non sono in grado di..... La figura, l'insegnamento di colui che ha realizzato la propria individuale ricerca, deve essere semplicemente uno stimolo nella direzione ma l'insegnamento non è il dettame delle vostre azioni future. Tante volte ho affermato ciò e tante volte ho posto il dubbio nel mio dire che non fosse ciò che non dovrebbe.... Ripetere continuamente non è altro che il frutto della misura che voi siete. Qual'è l'intuizione, qual'è la libera testimonianza? L'intuizione è l'immagine che sorprende, l'intuizione è riconoscimento di un'immagine che non appartiene al conosciuto, l'intuizione è lo spiraglio, l'intuizione è il varco, l'intuizione è l'offerta. La libertà è coglierla, la libertà è infilarvisi, la libertà è donarsi. Non ritengo che il sacrificio, la morte in croce, l'offerta, la disponibilità, alla fine siano fini all'uomo nuovo. L'uomo nuovo............................................................................................................