venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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21 giugno 2011

ventidueaprile 11

La difficoltà più grande, lo scoglio più arduo che io trovo nel cercare di toccarvi e di essere da voi toccato, ripeto, la difficoltà più grande è quella di evitare di parlare, di dire su cose concrete del vostro vivere...non perché io voglia pormi ad un livello più alto, non perché io voglia allontanarmi da quella che è la condizione fisica dell'uomo, anche perché sapete bene che il mio desiderio è quello di nascere a vita, per cui sarebbe sciocco e sbagliato pormi quale estraneo alla componente fisica dell'uomo...incapace, impossibilitato...ma l'obiettivo che io pongo nel mio essere con voi è quello di creare quel contatto preciso, attraverso le due componenti che in grado sono di comunicare, di risuonare in simbiosi quasi, come cosa unica, come corpo comune.
Nel momento in cui io entrassi nel preciso e nel concreto di quelle che sono le situazioni che l'uomo vive andrei a parlare a quelle che sono le componenti fisiche vostre, alla mente, al corpo, e devo con attenzione evitare che ciò avvenga; è indispensabile che io condivida con voi la possibilità di poter comunicare attraverso strumenti che non sono quelli dell'uomo. Non perché io non voglia abbassarmi o scendere o cambiare la mia essenza per divenire più pesante e concreto, materiale, ma semplicemente perché vorrei portare voi a quella che è la condizione che ancora mi definisce, che ancora mi connota, che ancora dà immagine di me, perché è quello l'obiettivo.
L'attrazione avviene attraverso un'uscita da quello che è il vostro essere uomini e un'uscita da parte mia da quello di essere puro spirito, essere incorporeo. Ripeto, se parlassi a quella che è la vostra mente non otterrei lo scopo che mi sono prefisso. Capisco che sia difficile, molto, comunicare se non attraverso le parole; sicuramente questo per ora, finché non giungerà in voi certa la consapevolezza di poterlo fare attraverso strumenti che ancora oggi rimangono latenti dentro di voi.
Vorrei ripartire da un'affermazione che feci venerdì scorso e riguarda quello che è il messaggio e la bontà di esso.
Vi dissi che il messaggio acquista valore nel momento in cui avvicina il vostro vivere, il vostro essere, il vostro essere consapevole. Scoprire per voi, nella consapevolezza del vostro essere, che qualcun altro ha espresso, attraverso il suo vivere, condizioni simili alle vostre crea bontà nel confronto. Cercate questa comunione attraverso esseri simili a voi, non cercate di marchiare o certificare il “buon messaggio” se esso giunge da troppo lontano da voi.
La verità – sempre lo dissi, sempre lo ripeto ancora – è dentro di voi; ciò che è l'Infinito, il Grande, è nel piccolo e nell'intimo che all'interno del vostro essere si trova. Non cercate lontano da voi la Verità, l'Essere, perché così non è...è solo distrazione, è solo una fuga, è solo obiettivo allontanato per incapacità a volte non cosciente ma precisa, gioco mentale, bisogno di trovare tempo. Il messaggio vero è quello che parla di ciò che voi siete. Se l'affermazione ha senso anche per voi vuol dire che è ciò che voi siete che ha importanza, non ciò che giunge a voi attraverso l'esperienza, il messaggio, la voce di qualcun altro.
Se sempre, continuamente, incessantemente ripeterò a voi questa affermazione è perché credo che questo sia il modo. Ci sono poche cose precise, assodate, certe, assolute e questa è una di quelle.
Non esistono strade prefissate, non esistono sentieri ben delimitati se non quello che porta al vostro essere, al vostro intimo, al vostro interno. Dentro di voi esiste la particella iniziale, esiste la consapevolezza vera che è nella semplicità. L'esplosione non è altro che l'allontanamento, l'esplosione non è altro che il frantumare ciò che è e ciò che sarà. Non è nell'esplosione, non è nell'espansione, non è nella varietà, non è nella distanza, non è nel tempo ciò che cercate....
Vi prego, concentratevi...state con me.......
Vorrei anche cercare di rispondere a ciò che mi è stato posto.
Io credo nella Verità di Gesù, io credo che fosse il Cristo, ma credo anche sicuramente che non fosse l'unico e di certo non l'ultimo.
L'uomo può esprimere attraverso la propria vita terrena la sua qualità divina e per divino non intendo altro che Originale.
L'errore avvenne per quella che fu la figura storica di Gesù e l'uso che ne è stato fatto, l'abuso, a scopo, a obiettivo, a mira.
Ogni uomo ha la possibilità del Cristo. Se così non fosse io non sarei qui con voi e voi non potreste giungere a me; questa è una certezza indubbia. Torna il discorso e l'affermazione che feci poc'anzi: diviene vero il messaggio e la testimonianza nel momento in cui tocca il vostro essere.
Io credo che si possa abbracciare l'esperienza di un altro uomo, credo che si possa in essa riconoscersi proprio perché è simile a ciò che voi siete. Attraverso questa mia affermazione vorrei anche dirvi che non è simile a ciò che voi vorreste, ma a ciò che voi siete. É difficile da spiegare questo concetto.
In fondo non è ciò che ha fatto il Cristo che lo rende importante, che lo rende unico, che lo rende evoluto, ma è ciò che in Lui riconoscete di voi.
Proviamo ancora a rimanere attenti....vorrei riuscire....
Il mio desiderio di rimanere al di fuori, al di sopra di quella che è l'esperienza storica di un uomo, sia l'uomo che si chiama con il vostro nome, ma anche l'uomo che si chiamava Gesù, è per evitare di porre bontà in una scelta più che in un'altra. Io credo che il destino di ogni uomo sia identico: tornare ciò che fu. Su questo è impossibile affermare qualcosa di diverso.
Il modo per giungere alla realizzazione di questo destino rimane individuale, rimane personale, unico e originale; per ogni uomo esiste la propria possibilità...Gesù, per essere il Cristo, non ebbe bisogno di essere riconosciuto quale Divino.
Se affermo che ogni uomo racchiude in sé quella che è l'originalità del Tutto, posso tranquillamente affermare che non esiste un prescelto. Potrei in qualche modo, con questo mio dire, offendere..ma credo fortemente in questo e ci credo perché ne ho precisa misura, visione netta, certezza assoluta. Non bisogna per forza essere un Gesù per poter essere il Cristo.
Ciò che non condivido di quella che fu la storicità di Gesù, ripeto e mi ripeto, è stato l'uso che ne è stato fatto; gli scopi che attraverso la vita di quell'Uomo sono stati perseguiti nel momento in cui qualcuno e sicuramente un uomo, non certo una forma divina o maligna, ha reso quell'Uomo simbolo e unico viatico per la realizzazione di ogni altro uomo, una bestemmia è stata urlata.
Diffidate sempre e comunque di chi pone un'unica e possibile strada per quella che viene chiamata salvezza. Tutti, ogni singolo uomo, sia esso Illuminato o il più infimo delinquente, giungeranno a tornare ad essere ciò che furono. Se questa mia affermazione ha senso, ogni figura, ogni religione, ogni strada, perdono senso e potere.
Rispetto, amo ogni singola esperienza.
Disprezzo e allontano da me ogni strumento che attraverso quell'esperienza viene affinato, creato, imposto.
Gesù fu uno dei tanti, Gesù fu uno dei tutti. La pena, la qualità, il sacrificio, la luce, sono parole vuote...e a disagio mi sento a dover con esse misurare la mia presenza.
D. (Franco) Ma la svolta impressa da quel volano immenso che era l'energia spirituale del Cristo ha tuttora la stessa forza o siamo noi che la perpetuiamo?
É il riconoscimento in essa, il tuo riconoscimento in essa, che crea valore, che crea possibilità, che crea confronto. Ma non per forza attraverso quel valore, quella possibilità, puoi giungere là dove desideri; negare te stesso e abbracciare l'esperienza altrui quale possibile qualità non ha senso.
Cerca di verificare in te ciò che l'esperienza di Gesù rappresenta, cerca di vedere quali punti di contatto, quale....ma è....è.......
Esiste un unico Essere di cui tutti quanti noi siamo barlume, siamo particolare...................
Io credo che se l'esperienza di Gesù, il valore del suo essere Cristo, impedisce a un altro uomo di esprimere la sua potenzialità, la sua qualità di esprimere libero arbitrio, è male. Se l'esperienza di Gesù quale Cristo dà sostegno, dà compagnia, dà calore, dà visione comune, corpo comune in un altro uomo, ciò è bene, ciò è buono, ciò è nella direzione giusta.
Se l'esperienza di un Illuminato crea pena, dubbio riguardo alla singola esperienza di ogni singolo uomo, ciò è male.
Se l'essere-con l'esperienza del Cristo rafforza il desiderio, la voglia, la fede di essere sulla strada giusta, ciò è bene.
Se il desiderio di assomigliare, giungere ad essere così come fu l'Essere Illuminato, è utile, è bene.
D. (Franco) Ma allora siamo prossimi ad un cambiamento radicale?
Il cambiamento è il riconoscimento di ciò che ogni uomo è; il cambiamento, la conversione, è quello di credere di essere un Unico Essere, qui e ora.
Se rimaniamo fermi alla certezza che fummo Essere Unico e saremo Essere Unico, ancora molto cammino ci aspetta...ma se giungeremo alla certezza che noi già ora siamo un Unico Essere, la Luce inizia a rischiarare il nostro vivere.
Se il confronto crea distanza, se il confronto crea differenza, se il confronto crea livello ed incapacità, ci allontaniamo. La qualità dell'altro è anche qualità mia perché io appartengo a lui e lui appartiene a me. Il mio sforzare la ricerca alla realizzazione del corpo comune è per creare percezione che ciò che dico è reale.
Io credo che esista un errore di fondo nel momento in cui si creano dei modelli o degli obiettivi da raggiungere. È un errore che porta a staccare la percezione di ciò che siamo da quello che dovremmo essere; io credo che sia indispensabile che l'uomo viva nella misura di ciò che l'uomo è e non di ciò che l'uomo dovrebbe. Quando prima parlai di scopi, quando prima parlai modi per utilizzare quella che era l'esperienza di un Essere Illuminato, è proprio questo; creare la difficoltà e la dipendenza, creare un divario da ciò che l'uomo è e ciò che l'uomo dovrebbe essere.
Questa difficoltà è insita in questi modi, in queste religioni – utilizziamolo anche, questo termine – è quella di riaccendere quello che un po' di tempo fa fu un argomento dei nostri essere insieme e che era il senso di colpa. È su di esso che chi desidera il potere fa leva per poter creare dipendenza.
Io credo siano vissuti grandi uomini, Esseri Illuminati che sono stati in grado di creare anche nel loro vivere fisico, umano...creare quello che è il Disegno e la Visione e attraverso questa percezione poterla donare anche agli altri.
Ma il dono di questa Visione non crea la visione e la strada dell'individuo; è la certezza della possibilità che può essere alimentata attraverso il confronto di colui che è riuscito ad intravedere la propria strada, ma se questo realizzare la vita crea distacco da ciò che si è, allora è un errore.

Essere a misura di ciò che noi siamo ci permette di vivere consapevolmente.
Creare la misura è un errore; prendere possesso della misura è modo giusto, è qualità.
Ogni esperienza, ogni testimonianza, ogni messaggio ha valore nel momento in cui avvicina ciò che voi siete, nel momento in cui tocca ciò che voi siete...ma anche nel momento in cui voi siete in grado di toccare colui che si è posto a confronto o che voi avete posto a confronto........,,,ma basta ora........

Cerchiamo il corpo comune.......cerchiamo lo stagno........