venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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21 giugno 2011

diecigiugno 11

E' sicuramente positivo e per me stimolante sentire il vostro bisogno di cogliere senso, a volte anche affacciandosi a quello che è il limite del conosciuto.
È stimolante perché mi permette di potermi confrontare con più precisione su quello che è non fisico, non nato, non individuo...mondo al quale io appartengo e il vostro limite.
Quando vi dissi che la nostra possibilità d'incontro è proprio su quella soglia, io estraneo e alieno alla vostra vita e voi materiali, concreti, alieni a quella che è la mia condizione di oggi; l'incontro è proprio lì...voi che cercate di sporgere un attimino l'attenzione, la percezione da quello che è il conosciuto e io che cerco, attraverso il mio desiderio di nascere e rendermi individuo...proprio lì vi incontro.
Però non voglio ora, adesso, affrontare quello che è stato il vostro dire, ma vorrei invece continuare il discorso che ho iniziato venerdì scorso perché probabilmente attraverso il mio chiarire ciò che avevo iniziato permetterà di dare senso e nuova luce a quello che voi avete appena discusso.
Vorrei tornare a quella domanda che secondo me è stata fondamentale per aprire aprire uno squarcio
in quello che è il nostro confrontarci: se c'era possibilità per me di poter tornare indietro, lì sulla soglia, e tornare ad essere quell'essere unico, immutabile, al quale appartengo ancora oggi.
Io, parlando del peccato originale, della prima scelta di libero arbitrio, ho precisamente affermato che avvenuto questo peccato originale, questa scelta, la possibilità di ritorno era impossibile, ed è vero, credetemi...e non è impossibile solamente perché vestendo le vesti dell'uomo – il corpo e la mente – quella che è la componente originale perde misura e guida, timone di quella che è la vita concreta dell'uomo. Non è solo questo, anche se comunque ciò è presente,vero.
L'affermazione della mente e lo sviluppo del corpo sono sono obiettivo primario e tutto il resto passa in second'ordine quasi fosse nell'oblio della memoria la certezza e la percezione di ciò che era l'Essere Unico...ma non solo per questo, questa è una delle componenti. Ma non si può tornare ad essere ciò che eravate proprio perché la scelta impedisce il ritorno, impedisce il tornare indietro.
Come avviene per la scelta del peccato originale, ogni altra scelta legata alla libertà, alla coscienza del libero arbitrio, impediscono il ritorno. È un'affermazione importante, io credo, perché molte volte il timore di sbagliare, il pentimento, porta l'uomo a cercare di tornare là a prima della scelta avvenuta e questo credetemi è impossibile. Ogni scelta di libero arbitrio cambia l'uomo, lo muta irrevocabilmente.
L'uomo, attraverso la sua nascita, la propria incarnazione, è quasi come si muovesse su un pino inclinato; il movimento è costante...io dissi che esiste un Movimento Originale, è vero, in ogni cosa e anche nella vita dell'uomo esiste questo movimento ed è impossibile invertirne la direzione. Ogni scelta di libero arbitrio è immutabile, ogni tentativo legato al pentimento oppure al timore non porteranno l'essere, l'uomo, là , prima della propria scelta.
Chi cerca questa strada, questa possibilità, fallisce...creando disturbo, creando peso, creando frustrazione e senso di colpa. In tutto ciò che fa parte della vita dell'uomo, sia la propria vita ma anche l'universo, il cosmo che attorno a lui si trovano, hanno un movimento preciso. Se pensiamo all'uomo non vi è dubbio, il proprio strumento fisico ha quasi un tempo limitato...l'uomo, l'essere umano, l'essere fisico, non può vivere in eterno, il proprio strumento è deperibile e mai sarà diversamente anche se la scienza cercherà di prolungare con mille alchimie, mai riuscirà a dare non termine alla propria vita, alla vita dell'uomo. Esiste una scadenza.
L'unica certezza dell'uomo dopo la sua nascita è tornare a non essere più essere fisico ed è indispensabile che così sia. Ripeto, quasi fosse un piano inclinato, la vita dell'uomo porta in un unico punto che è il termine fisico e concreto della propria vita, della propria incarnazione, della propria possibilità. Le scelte, le possibilità, le occasioni che il libero arbitrio pone, sono di andare con una coscienza sempre più grande e consapevole alla preparazione di questo passaggio.
Molte volte vi dissi che esistono due punti precisi che determinano e connotano precisamente quella che è la vita dell'uomo: il primo è il peccato originale, la scelta, l'incarnazione, l'affermazione di individualità; l'altro punto impensabile, non preso in considerazione, è la propria morte fisica, dietro la quale esiste però la qualità del superamento dell'individualità.
Voi, che esperienze spiritiche avete vissuto e condiviso, ben sapete che la morte fisica non porta al termine dell'esperienza umana; è la presa di coscienza, il bisogno e l'affermazione di libero arbitrio di superare la propria individualità, coscientemente. Il termine della vita è questo...non certo la morte. Superamento cosciente dell'individualità.
Ciò che è stato creato, l'individuo, l'essere, attraverso la scelta di libero arbitrio ha da essere coscientemente donato, ceduto come strumento inutile, come occasione terminata. Tutto ciò che sta tra questi due punti è la vita dell'uomo. La vita dell'uomo ha anche un senso, ha un'espressione, è un'affermazione per l'individuo. Nel momento in cui esiste la nascita cessa la presenza e la volontà dell'Essere Unico, di Dio. Questo è chiaro, assoluto, non esiste intervento fattivo da parte dell'Essere Unico nella vita dell'individuo; l'unica traccia, l'unico filo, l'unico cordone è l'immutabilità della componente spirituale dell'uomo, preciso specchio di ciò che è l'Essere Unico.
È una memoria, è una consapevolezza, è la traccia di ciò che era e ciò che sarà, è la possibilità, la testimonianza, il ricordo sopito...affondato, intimo.
Ripeto, dopo che l'uomo peccò, dopo che affermò la propria individualità, l'azione dell'Essere Unico, l'azione di Dio, non è presente, non influisce sulla possibilità di scelta da parte dell'uomo. L'uomo giungerà a rifiutare la forza di questa scelta, la potenza di questa scelta e la offrirà nella consapevolezza del ritorno all'Essere Unico. Il termine della vita dell'uomo, della possibilità dell'uomo, è proprio questo: coscientemente affermare l'inutilità dell'individualità, cedere la propria forza, cedere la propria potenza la valore, al riconoscimento, all'appartenenza dell'Essere Unico.
Ben sappiamo che il limite non è la morte, l'uomo attraverso la propria individualità può valicare il limite della morte, può creare attraverso la mente la mancanza di un corpo e attraverso quelli che sono stati i momenti e le possibilità di scelta rivivere e ribadire anche all'infinito quella che è la propria individualità.
La presa di coscienza, come bene vi hanno insegnato quelle entità disincarnate che vi hanno accompagnato, è quella di afferrare la qualità e l'influenza di chi ancora è incarnato...ma questo è un discorso che è inutile che ripetiamo, era funzionale a creare quella coscienza della vita oltre la morte.
L'amore. L'amore è un termine che l'uomo cerca con affanno a volte, con rabbia...sicuramente con bisogno, di definire sempre più precisamente. Io vi dissi che l'uomo può solo tendere all'amore e mai poter realizzare quello che è l'amore, perché l'amore è la comunione del tutto...l'amore è il termine che definisce l'Essere Unico, pertanto ciò che prima era e ciò che poi sarà.
L'uomo che cammina e prende coscienza di quello che è il Movimento Originale e sente quel piano inclinato sotto di sé, cerca di tendere a quella che è la comunione del tutto, e in quale modo l'uomo può prendere consapevolezza di questa comunione, di questo essere con, di questo essere cosa unica, corpo comune?
Cercando l'altro...ma la lotta è difficile: prima il corpo con le sue urgenze, con i suoi limiti, poi la mente, il possesso, il bisogno di essere riconosciuti, il bisogno di essere amati prima di poter amare, sono a volte davvero quei gironi che indugiano l'uomo nel proprio cammino. In fondo l'uomo sa, è certo perché ne è consapevole che la realizzazione della propria vita è quella di tornare all'Essere Unico e l'essere con qualcuno crea quella parvenza, quel bagliore di possibilità e di gioia, ma affannarsi cercando colui da amare è sbagliato...sia esso un amante, un figlio oppure un maestro, cercando attraverso il bisogno di poterlo toccare, di potersi in lui riconoscere, è percorso tortuoso che sbatte in quelli che sono gli spigoli del vostro essere, i limiti che il corpo e la mente pongono in atto per affermare la propria presenza, la propria qualità.
Realizzare l'amore è tornare all'Essere Unico, alla condizione originale, perfetta ed equilibrata. Con questo non voglio certo dire che l'uomo non debba perseguire la qualità del proprio amore, ma deve essere in grado di non ancorarsi ad esso, ma di cederlo sempre nel momento in cui viene raggiunto, cercando di mantenere quella che è la qualità che si riconosce riproponendola, impedendo scelte precise...e torna il discorso che ho iniziato dicendo che è impossibile ricreare la condizione che ti porti alla posizione della prima scelta...posso fare meglio se sono più in grado di capire qual'è la scelta giusta.
Il mio desiderio questa sera è di dirvi: allontanate da voi il pentimento, il dubbio di sbagliare, il timore di scegliere. Non esiste possibilità di rimediare, ciò che è avvenuto vi ha già cambiati,ciò che è avvenuto ha cambiato ciò che è attorno a voi e chi attorno a voi si trova; l'unico modo per poter esprimere ancora possibilità libera di scelta è partire da ciò che si è e si è divenuti attraverso la scelta precedente e da qui esprimere un'altra scelta libera, consapevole, in linea con quello che è il Movimento che siete stati in grado di cogliere.
Il timore che il piano inclinato sia una caduta inarrestabile ogni tanto coglie l'uomo, che cerca di frenare con tutto quello che ha e sicuramente è il corpo e la mente, ma credetemi, è dolce affidarsi al Movimento Originale...non esiste possibilità di errore in esso, la destinazione è definita, non ne esistono altre, non esiste possibilità di non arrivare là dove dovete arrivare.
Questi discorsi può apparire che impediscano all'uomo la possibilità di vedere, creando predestinazione, fato...ma non è così. Se realmente foste in grado di leggere ciò che avviene attraverso le vostre scelte, se foste in grado di partecipare fino in fondo, riconoscere paternità precisa senza creare alibi, senza creare scuse, ma forti e precisi nel vostro scegliere, liberi prché liberi siete, se consapevoli....
In quale modo la componente spirituale, originale, una delle componenti agenti dentro di voi, può aiutarvi? É una domanda che sento, percepisco.
Ho affermato precisamente che la vostra componente originale è immutabile, non cresce, non migliora, non evolve ma è precisa testimonianza di ciò che è l'Essere Unico. Non attendete grandi energie da essa, illuminazioni, folgorazioni...è impossibile che ciò avvenga, l'evoluzione passa attraverso il superamento cosciente dell'individualità, per cui attraverso un'evoluzione, attraverso la ricerca di grani di consapevolezza che sono partecipati e condivisi da quella che è la vostra mente e dal vostro corpo.
Lo stordimento, l'estasi, non sono possibili uscite di sicurezza, sono semplicemente abbagli di disperazione, di dichiarazione di incapacità.
L'uomo, voi, potete essere in grado di cogliere ciò che è l'Essere Unico, ciò che voi siete, ora, qui.