venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

Nome:

17 marzo 2011

undicimarzo 2011

Io credo che questi due ultimi messaggi chiariscano bene, illuminano in qualche modo quella che è la nostra ricerca.
Si è parlato di cherubini; io credo che fino a qualche tempo fa sarebbe stato difficile per voi definire la mia presenza quale cherubino, un essere preciso, ben definito, riconoscibile per quella che è una visione precisa e ben codificata. Per voi è stato più semplice, è stato più capace riconoscere in me la figura dello spirito guida, di un’entità non per forza di cose legata, asservita ad una visione, a una religione, a un modo di pensiero.
Voi avete avuto la possibilità, attraverso quella che è stata la vostra ricerca spiritica, di definire non semplicemente mentalmente, codificando, ma di definire prendendo coscienza, essendone consapevoli, della dimensione che non appartiene all’uomo terreno, all’essere incarnato. Voi siete arrivati dalla percezione di questo mondo a cercare di codificarlo, a cercare di dare ad esso un nome, una collocazione, uno spazio; avete, attraverso la ricerca, preso prima coscienza per scoprirne poi consapevolezza intima e precisa, carica, latente all’interno di ognuno di voi.
Questo prendere coscienza, questo esserne consapevoli, vi permette di accettare quella che è la definizione di una presenza quale è la mia attraverso una codifica che appartiene a una religione, a un movimento di pensiero, senza in qualche modo sentirvi da questo nome, da questa etichetta provocati o confusi attraverso l’imposizione, attraverso un metodo, attraverso un modo calato dall’alto, calato da chi più di voi sa, da colui che è l’Iniziato, il Maestro.
È chiara questa differenza; attraverso un’esperienza precisa, concreta, diretta, siete giunti a quella che è la certezza del grano di consapevolezza. Non è difficile per voi credere ed accettare l’affermazione che possa esistere un essere mai incarnato, quale è il viatico di una dimensione che non appartiene al vostro mondo.
Non avete timore, non avete dubbio, non avete domande, non avete motivo per mettere in discussione questa affermazione perché già questa consapevolezza è stata caricata, attraverso l’esperienza della ricerca spiritica, dentro in ognuno di voi.
Io credo che debba essere questo il modo affinché l’uomo possa giungere a quelli che sono i grani di consapevolezza che definiscono sempre più precisamente quella che è la condizione non umana che era prima che voi nasceste e che sarà dopo che voi supererete la soglia della morte fisica. Voi lo sapete, perché avete attraverso – ripeto – la ricerca consapevole e presente, raggiunto questa consapevolezza.
Diviene facile, nel momento in cui siete consapevoli di questa dimensione, accettare la visione a volte così precisa e imposta, ripeto – utilizzo ancora questo termine perché così è – di una religione o di un modo di pensiero. È molto più difficile per chi si accoda a quella che è la visione dell’altro e la fa propria. Nel momento in cui si accetta quella che è la visione degli esseri, degli angeli, dei cherubini, si accetta questa visione per sopire le domande alle quali non riusciamo a dare risposta.. è ben difficile accettare prima quello che è lo schema e divenirne poi consapevoli attraverso la comprensione e la comunicazione con questi esseri. È assurdo pensare che io debba accettare la dimensione degli angeli per poi cercarne il contatto e la consapevolezza attraverso la comunicazione con essi; è ben più logico, è ben più umano credere che si possa percepire questa comunicazione e questo collegamento per poi affermare uno schema che lo possa definire..ma così non è..non è così semplice..le vie sono infinite se utilizziamo quella che è la vostra ricerca, i risultati possono avere sfaccettature infinite. È ben più semplice codificare in un’unica via il modo giusto per poter arrivare.
Ma la crisi sopraggiunge e se nel momento in cui abbiamo accettato questa sovrastruttura che va a chetare quelle che sono le domande a cui non possiamo dare risposta, nel momento in cui non riusciamo a cogliere il contatto con questi esseri che abbiamo accettato ancora prima di aver consapevolmente avuto presenza, un castello costruito sul nulla, un castello costruito senza risposte precise, un castello costruito senza la percezione di queste presenze, di queste entità, come noi le chiamiamo, è ben difficile da sorreggere.
Quando il vento è forte e quando il dubbio ti assale, è ben più facile non aver costruito questa grande dimensione senza avere le prime tracce che portano alla definizione di essa… e sono per forza di cose…devono essere tracce consapevoli e coscienti, se hanno da essere salde e incorruttibili, inamovibili. Non voglio che arriviate a creare dei dogmi, ma detesto chi parte dal dogma per arrivare alla percezione e alla condivisione di esso.
Ogni religione ha cercato, a modo suo, di definire precisamente la codifica del senso di quella che è la Corrente Originale. Mille modi, tante difficili pazzie per definire l’Essere Unico.
Poniamo un altro esempio che credo sia illuminante: noi siamo ben certi che esisteva un Unico Essere, che noi eravamo parte di questo Unico Essere, un Unico Corpo; abbiamo scelto di essere individui staccandoci da esso, ma siamo consapevoli e di nuovo certi che torneremo ad essere quell’Unico Essere. Alla luce di questa affermazione possiamo spiegare, possiamo accettare qualsiasi definizione che obblighi l’uomo ad accettare il Dio come Essere Unico ma siamo ben certi anche che questo Essere Unico può avere migliaia di nomi legati a quella che è la ricerca e l’esperienza di ogni singolo uomo. Ma ciò non ci disturba, ciò non crea difficoltà o stridore; qualsiasi nome noi diamo all’Essere Unico possiamo accettarlo come vero, sia esso il Dio dei cristiani, quello degli indù o quello dei musulmani, perché siamo ben consapevoli che comunque siano un’unica cosa con differente nome. Questo ci aiuta a comprendere ogni possibile visione e ritenerla buona e giusta.
Partire dalla crociata che dà il nome proprio al Dio che portiamo sul labaro non ha senso se non sprecare, confondere e bestemmiare. Non so se riesco o sono riuscito a farvi capire quella che è la forza della nostra ricerca e della possibilità; la creazione della torre di Babele per noi non ha senso perché ogni lingua comprendiamo e siamo certi che ogni lingua parla per il vero Dio, l’Essere Unico dal quale tutti noi siamo nati, del quale tutti noi facciamo parte..non ci dà timore di scelta sbagliata o sacrilega.
Tutto ciò perché dentro di noi esiste questa consapevolezza che così è; per me che appartengo ancora a quella matrice è ben più facile…per voi che attraverso la mia presenza o la presenza di amici che con voi hanno vissuto e che hanno superato quella soglia e sono tornati a quella che era la condizione originale, vi portano testimonianza precisa che diviene bagaglio impossibile da negare in ognuno di voi.
È attraverso la coscienza e la consapevolezza che si giunge alla definizione dell’essere vero, è attraverso la coscienza e la consapevolezza che l’uomo giunge libero alla definizione del proprio credo; non esiste un credo definito al quale si possa tendere e al quale si possa dare verità e spessore. La verità è nella Corrente Originale, va essa scoperta, riconosciuta, va ad essa dato il vostro nome e da questo spiccare il salto per cogliere misura e visione di quella che è la Corrente Originale.
Ho forse corso troppo, esagerato, ma mi sembrava così importante cogliere una comprensione che la ricerca vi ha portato. La consapevolezza porta a comprendere ed accettare come proprie ogni visione..e questa mia affermazione è per me fondamentale, indiscutibile, assoluta, vera.
Esiste una verità, esiste una cosa certa ma non definita attraverso la traccia che porta ad essa…ma diviene vera ed assoluta nel momento in cui la si coglie, la si riconosce. L’errore di colui che vuole nascere è quello di farsi inebriare dallo strumento mente, dalla logica, dalla possibilità logica di elaborare. Devo stare attento, non ne devo abusare…perdonatemi se a volte eccedo.

Cerchiamo il corpo comune ora. Ne ho bisogno e vorrei che anche voi ne aveste bisogno. Cerchiamo in questo luogo, in questo tempo, di portare coloro che ci mancano, coloro di cui sentiamo il bisogno, coloro che amiamo, coloro che vogliamo che ci amino…sentiamone la presenza e cerchiamo di donare loro la nostra in un unico essere, in un’unica entità, in un unico corpo…