venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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13 novembre 2008

settenovembre 08

Ancora, adesso io Emanuele per il cerchio, il cerchio spiritico.

Se oggi per me è chiaro, è assodato, mi sono reso tranquillo nella convinzione di essere riuscito – se non completamente ma in qualche modo – a spiegare ciò che fu il ritrovamento per me nella grotta di Qumran, ciò che vi trovai, quale fu il tesoro. Ma la cosa che faccio ancora fatica a spiegare a me stesso e ancora per forza di cose farò ancora più fatica a spiegare a voi, è come ciò che trovai nella grotta di Q. creò le condizioni perché io fossi ucciso, bruciato, eliminato, cancellato…e non solamente cancellato e nulla più, ma cancellato con infamia quale peccatore, quale colpevole, perché di fatto è ciò che avvenne; a seguito di ciò che trovai in quella grotta io fui ucciso, processato e condannato.
Già vi dissi che nel momento in cui si intravede e si inizia quella che abbiamo chiamato conversione è impossibile tornare indietro perché non si ha più la capacità di farlo, le doti per poterlo fare. La conversione svela ciò che noi siamo, ciò che noi siamo veramente, e nel momento in cui la maschera è tolta e il viso viene visto e riconosciuto dagli altri, difficilmente possono essere gli altri ancora ingannati attraverso il vestimento e la maschera.
La maschera è svelata come tale, come artificio, come menzogna. La conversione porta a cambiare, ma non attraverso una nuova menzogna, attraverso nuove vesti, ma attraverso la testimonianza di ciò che realmente noi siamo. Quell’urgenza che sotto la maschera ci costringeva – attraverso l’insoddisfazione, la sofferenza, il dolore – a vivere male, vengono svelati come artifici, pertanto è impensabile che uno scelga la sofferenza e il dolore, l’insoddisfazione…che non la scelga più, mai più….
Testimoniare ciò che era l’Emanuele trovato nella grotta di Q. portò una stonatura, portò uno stridìo in quella che era l’armonia, o la presunta armonia della nostra comunità. Se lo scranno era riconoscibile, anche Emanuele come rettore, priore, era riconoscibile e attraverso le sue caratteristiche, le sue azioni rimaneva tale…ma era impossibile essere ancora in quel modo. Le mie azioni divennero incomprensibili alla maggior parte dei miei fratelli e chi invece intravedeva bontà nelle mie azioni si autoconvinceva di sbagliare e peccare in questa sua visione.
Questo portò per forza di cose alla mia condanna. Io ero l’inizio di una frana e chi aspirava al mio posto intravide questa possibilità, intravide la possibile giustificazione alla mia condanna e, di conseguenza, alla mia uccisione…di conseguenza alla libertà di acquisire nuovo potere.
La conversione non dà scampo, non dà possibilità, non dà uscita di sicurezza e credo che chi intravede la possibilità per sé di questa conversione intraveda anche il non scampo di questa azione e io credo che ciò porti alla paura di non poter più controllare la propria vita, sentendo di perderne il controllo, sentendo di non avere più le idee in mano, credendo di non potere più esprimere il libero arbitrio, credendo nell’impotenza di poter agire, di poter decidere ancora…ma sono le mille giustificazioni che la nostra mente trova e troverà sempre.
Ero un grave pericolo per quella che era la nostra comunità e il pericolo andava rimosso con ogni mezzo e così avveniva…avvenne…per me.
Sono convinto che riuscirò a spiegare meglio quali furono i precisi motivi che alimentarono le accuse nei miei confronti. Se quelli ufficiali sono facili da trovare – sono quelli che si trovano nei verbali, nelle arringhe – i veri motivi visti, letti, compresi da chi mi giudicò sono più sottili, profondi, oscuri…ma sarebbe importante che io fossi in grado di poterli palesare a voi. Credo ci riuscirò.
La possibilità che io ho di leggere in ciò che è avvenuto è legata al bisogno che voi avete di conoscere; il mio essere presente qui, in questo cerchio – molte volte ve lo dissi – è alimentato proprio dalla vostra ricerca, dal bisogno che avete di direzione, di conoscenza.

La cosa che mi preoccupa in questi ultimi tempi è il fatto che più nulla mi viene chiesto.
Anche in questo cerchio vengono creati dei ruoli, vengono posizionati degli scranni, io credo. È con difficoltà che subisco questa…………………………………………………………………………..
Cerchiamo la catena ora, cerchiamo con essa di armonizzare le nostre presenze, cerchiamo gli amici che vogliamo con noi, che amiamo e che ci sentiamo da loro amati…portiamoli qui, facciamo a loro spazio, posto comodo affinché si possano sedere accanto a noi.
Cerchiamo la nostra grotta, facciamo che sia affollata da presenze amiche, di cari…cerchiamo il nostro posto, la nostra pietra, accomodiamoci su di essa e tranquilli abbandoniamoci alla luce che cade dall’alto, sentiamoci da essa riscaldare, proteggere……………………………………………..

Il mio nome era S. e ancora oggi S. mi chiamo.
Capisco bene ciò che dice Emanuele riguardo- come lui la chiama- la conversione, ma io preferisco chiamarla presa di coscienza. Capisco bene perché la subisco; per forza di cose mi accorgo di dover essere ciò che io sono,ciò che io nascondevo probabilmente quando ero vivo.
Io non so per quale motivo vi parlo del mio timore dell’impotenza, che è la cosa che ho sempre tenuto più riservata. Io, quando ero uomo, ero abile a capire ciò che la gente voleva da me, ero abile a soddisfare questi desideri che in fondo però mi sono accorto che non erano reali desideri, ma erano presunti desideri, certo, perché la soddisfazione di essi non dava la sazietà.
Più facile comprendere che se dai da mangiare a uno che ha fame e lo rendi sazio, per un po’ smetterà di cercare, ma mi accorgo..mi accorsi che soddisfare ciò che credevo che gli altri volessero da me – ma non solo credevo, ma anche manifestandolo dicevano a me di desiderare ciò che io cercavo a loro di dare – non serviva a nulla perché tornavano poi alla carica e ancora erano a chiedere cose diverse per soddisfare un bisogno che non veniva mai colmato.
Pare assurdo…il vaso non era mai colmo e il bisogno non veniva mai chetato.
Le domande che mi venivano poste, le richieste che mi venivano fatte avevano un altro obiettivo, probabilmente: delegare a me la scelta dell’azione, essere riconosciuto come capace, potente, abile, capace di prendere decisioni anche per gli altri, ma in fondo non avevano bisogno che io prendessi decisioni per loro perché la vera decisione loro era quella di chiedere.
La reale, assoluta decisione, era quella di chiedere; non volevano che venisse soddisfatta la richiesta ma volevano che io sentissi che loro a me chiedevano.
Era difficile trovare sempre soluzioni che sapevi già da prima che non avrebbero portato ad esito…
Frustrante………
Non è vero che oggi voi chiedete, così come avveniva per chi mi stava attorno, per chi mi voleva bene, come loro dicevano. Voi non siete tali e quali a loro. Voi non chiedete neppure….
Se però mi viene tolta la richiesta io non ho altra possibilità che essere ciò che io sono…e spuntò ciò che io celavo, mi riservavo, tenevo celato dentro di me quale sprazzo di verità.
È terribile per un uomo affermare di essere impotente…mai lo feci quando fui in vita.
La conversione ti porta ad essere…la presa di coscienza ti porta ad essere ciò che sei; non hai altre possibilità perché quando dialoghi con qualcuno che ancora vive non puoi barare, non ne hai più gli strumenti, le capacità, le possibilità. Hai la sensazione che così come tu ti vedi anche gli altri facciano, ora. Essere morti vuol dire essere nudi; prendere coscienza, avere visione sgombra vuol dire manifestarla, esprimerla, tratteggiarla…
È vero che voi a me nulla chiedete, ma sono certo che non avrei null’altro che me stesso da offrire al vostro quesito. È della domanda, della richiesta, dell’attenzione, dell’interesse vostro che io ho bisogno, ma forse è troppa poca cosa S. perché si possa desiderare il suo essere con voi.
Se volete indicazioni, se volete decisioni, direzioni, non è sicuramente a me….non più in grado, non più uomo potente, carismatico, deciso, oggi io sono.
Non riesco a soddisfare indecisioni, dubbi, difficoltà o crisi…
Cristo Santo!