venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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28 giugno 2006

diciottonovembre 05


Ancora,adesso io,Emanuele,per il cerchio,il cerchio spiritico.
Subito desidero dire una cosa,della quale non parlerò a lungo.Comunque lasciate che rimanga così,sospesa tra di voi.
Io non sono d’accordo quando dite che S. non è stato guarito:S. non è ancora stato guarito,la sua aspettativa è ancora grande.
Amore,guarigione,due termini che cercano di definire un’unica cosa,dal mio punto di vista.
Non cercate di arrovellarvi su quale è il modo migliore di amare,ho già cercato di dirvelo più di una volta:ognuno di voi ha il proprio,ognuno di voi ha la sua possibilità,la sua capacità,il suo talento.
Amare,io credo,è accettare il diverso,ma non il diverso in quanto tale,quanto qualcuno che ci è estraneo,qualcuno che ci è diverso da noi. Accettare il diverso quale parte insostituibile,quale parte fondamentale alla completezza.
Senza quel diverso,vi ho detto venerdì scorso,non saremo in grado di ricreare l’entità Dio.
Accettare il diverso come nostra mancanza,accettare il diverso come bisogno per essere completi,accettare il diverso ,senza il quale non possiamo tornare ad essere un’unica cosa,un unico corpo. Accettare il diverso come entità preziosa,insostituibile,unica,originale.
Il diverso non rimane immutabile,è anch’esso in evoluzione come ognuno di voi,ma cercare di cambiarlo,cercare di convertirlo,è un errore grande .L’unica possibilità di conversione possibile è quella per sé stessi,non esiste un modo migliore per l’altro,non esiste un modo giusto per l’altro.
Quando penserete in questo modo sarete lontani,sarete impossibilitati a condividere.
L’unica possibilità di conversione è per sé stessi,l’unica possibilità di avere un modo migliore,più giusto,è per sé stessi.
E’ peccato credere di intravedere per l’altro,per qualsiasi altro,la possibilità migliore,il modo giusto.Questo distrae completamente,distorce qualsiasi armonia.
Ponetevi in questo modo e sarete in grado di amare. Accettare il diverso non vuol dire precludere il confronto,accettare il diverso non vuol dire rinunciare a ciò che ognuno di voi è e a ciò che in cui ognuno di voi crede.
Due entità originali si pongono una di fronte all’altra,si guardano negli occhi e chiamano il nome dell’altro e lo fanno risuonare. Non cercate il modo migliore di amare:non esiste. Non cercate di capire in che cosa avete sbagliato,è impossibile farlo;voi siete già diversi da ciò che eravate allora,il vostro bagaglio,la vostra coscienza è diversa da ciò che era allora.
Mettete in gioco ciò che voi siete ora,adesso,in questo momento,con tranquillità. Ascoltate ciò che è l’altro,lasciate risuonare il suo nome senza interromperne neanche l’eco;lasciate che si prolunghi nello spazio,nel tempo,lasciate che ogni vostra piccola parte vibri nell’eco del suono del nome dell’altro. Non interrompetene neppure l’eco.
Non cercate la qualità,non cercate il modo migliore,non cercate il modo più incisivo,più capace,più potente:non esiste.
Non cercate di capire dove Stefano ha sbagliato,non cercate di chiarire che cosa non ha compreso,quale porta non ha aperto;solamente lui è in grado di capire ciò. Presuntuoso sarebbe questo atteggiamento da parte vostra.
I vostri sensi vi portano ad elaborare ciò che lui ha posto in gioco,che non è detto che,anzi sicuramente,non è ciò che lui veramente era. Lui è già cambiato,non è più ciò che era allora….è lo S. di oggi che voi dovete evocare. Lui si chiamava S. e ancora oggi si chiama S.,ma lo S. di oggi,il nome stesso,è diverso dallo S. di allora e l’eco risuona in modo diverso;state a sentirlo.
Cercate la qualità,la purezza,nei vostri incontri con lui,riconoscetene il valore,anche nella rabbia,nella sofferenza. Voi avete bisogno di ciò che S. è,senza di lui non chiuderete mai il cerchio. S. può ancora guarire e la sua fiducia in voi è ancora grande,perché crede in voi come uomini,come entità materiali,distinte,definite,ma per forza di cose deve superare il limite della bolla individuale;lui ha intravisto il luccichio.
Se in grado sarete di porvi davanti a lui e di permettere a lui di intravedere in voi nuovamente questo luccichio,voi lo aiuterete ad intravedere qualcosa di più grande che vi supera,vi sublima.
Io credo nella visione di S.,anch’io credo nell’uomo e credo nell’uomo perché è solo nell’uomo che ho trovato l’espressione massima di Dio.
La vostra distinzione fra credere nell’uomo o credere in Dio mi ha un poco disturbato. L’immagine più precisa di Dio l’ho intravista nell’uomo;provate anche voi ad intravedere Dio nell’uomo S.,come lui ha già fatto nei vostri confronti nel momento in cui ha aperto questa aspettativa,ha pronunciato questa richiesta,ha alimentato questa fiducia.
Cercate di individuare l’essenza di Dio in S.,lui lo ha già fatto nei vostri confronti.
Io credo in ciò che S. crede;S. non sta sbagliando,voi non avete sbagliato,ma oggi la vostra visione,la vostra coscienza,si è ampliata,lo strumento è diventato più capace,usatelo e fatene buon uso.
Accogliete in voi il nome di S. e non interrompetene neanche l’eco,questo è il mio consiglio.
Ognuno di voi,poi sarà in grado di capire….

E’ vero,è una provocazione grande,quando si parla di morire,quando si dice di essere moribondi,ma è una convenzione anche questa,che dovreste essere in grado di superare.
S. è vivo,è qui con noi e a noi chiede qualcosa di preciso,si pone in attesa,apre la sua bolla a noi,regalandoci ciò che di più grande non c’è.
Non cercate di parlare di Dio a S.,cercate di pregare per lui non utilizzando rosari,parole,ma pregate per lui ponendovi di fronte a lui,ponendo in gioco la stessa disponibilità che lui offre e,innanzitutto,l’accettazione del diverso come parte integrante dell’uomo-Dio.
Non ho altro da dire,se non che voi qualcosa dobbiate chiedere…………………………………..
E bene sia che io rimango sul mio scranno………………………………………………………...
E’ tempo,è tempo per me ora di terminare. A voi tutti il mio saluto,arrivederci.

Adesso io,A.,per il corpo comune,io,che di essere diverso ne so qualcosa……
E che il corpo comune sia il nostro momento magico.
Visualizziamo la catena,sentiamo gli amici che con noi la compongono,che ci prendono sottobraccio e con noi solidali in un unico corpo sono.
Punto di partenza è C.,l’amica C.. Mettiamo in movimento l’energia,accogliamola in noi ,facciamole spazio ,lasciamoci colmare,per poi offrirla all’amico che accanto a noi si trova e in questo modo creare una corrente,un’energia,e la offriamo a C.………………………………

Lasciamo ora C.………………visualizziamo lo spazio all’interno della catena,il nostro prato fiorito;spazio di pace dove tranquillamente rilasciare ogni tensione,rigidità,timore……………..

Lasciamo………….io,se posso dire qualcosa in merito a quello che dice Emanuele,devo dire che sono molto contento per ciò che dice perché anch’io trovo spazio in questo gioco,in questa strada maestra che dovrebbe portarci ad essere belli,che più belli non si può,ad essere buoni,che più buoni non si può.
Anch’io,con tutte le mie difficoltà,diversità,anch’io posso essere………………………………….

E’ vero,io non ho cercato aiuto nel momento in cui ne ebbi bisogno,perché non credevo di poter ricevere aiuto,se non da me stesso,così come era sempre avvenuto nella mia vita.
Io mi sono rivolto agli altri solamente per piccole cose,che riguardavano più l’aspetto materiale,contingente,del mio quotidiano.
Quando realmente ebbi bisogno,non intravidi la possibilità di poter essere aiutato,neppure da voi che agli spiriti credete,ma oggi capisco che mi sbagliavo……..e mi spiace………………………
Vado ora,un bacio a te,C.,e a voi tutti,amici.