venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

Nome:

09 giugno 2008

seigiugno 08


Formiamo la catena ora; un’amica è venuta a salutarci portando con sé echi e suoni che ci ricordano l’amica C. ed è giusto che noi possiamo salutare lei così come noi siamo capaci e abbiamo potere di farlo. Questa sua attenzione è una richiesta, devAncora, adesso io Emanuele per il cerchio, il cerchio spiritico.

Come fuochi d’artificio appaiono i vostri pensieri e a fatica riesco a condividere questo lavorio, questo bisogno di capire.
Già vi parlai di quella che fu la mia stagione della ricerca, quella stagione che mi portò a cogliere, intravedere, credendo nella possibilità che l’alchimia prometteva e faceva intravedere.
Pieno di desiderio di conoscenza entrai in quelle officine in cui la mente e l’esperienza precisa, sul campo, cercavano di trovare la strada per arrivare a comprendere il senso.
Fu una stagione molto propizia per il mio cercare, diede aperture e stimoli a quello strumento, a quella componente che è la mia mente…divenne un abile strumento che elaborava, ben istruito da quei maestri , da quei maghi che avevano dedicato la propria vita alla ricerca…ma io rozzo garzone rimasi, perché in fondo la mia ricerca era finalizzata a qualcosa di strumentale, a qualcosa che mi desse nuovamente potere…nuovamente potere perché mi accorsi che – in quel periodo – quello che era il mio potere riconosciuto andava calando; io avevo bisogno di strumenti migliori, avevo bisogno di arti che mi permettessero potenza.
Rimasi rozzo garzone perché non fui in grado di capire lo spirito di quella ricerca, che era uno spirito che avrebbe dovuto affinare, elevare la mia ricerca sgombrandola dall’utilità di essa e dal desiderio di ottenere.
Preferisco il silenzio alla solitudine, oggi, perché quella non era la mia strada, la mia via, e non mi portò nessuna potenza se non bagliori di fiamme come quelli che rendevano incandescenti i crogioli….baluginanti fiamme che creavano ombre, che creavano di queste ombre giganti, ma che null’altro erano che il riflesso di quegli uomini che stavano cercando…un riflesso proiettato, esploso, sulle pareti di quelle officine.
Ognuno di noi ha fame e sete e la necessità di saziare questa fame e questa sete…………………..e essere chiara in noi questa richiesta…è una richiesta di ricordo, di pensiero, di energia.

Cerchiamo la grotta, la nostra grotta…cerchiamo di cogliere le pareti attorno a noi che ci proteggono, che delimitano questo spazio. Il raggio di luce, di sole, che cade dall’alto illumina il nostro cerchio…mettiamoci comodi e formiamo la catena che ben conosciamo.
Chiamiamo gli amici che con noi la compongono, invitiamoli a sedere accanto a noi, facciamo loro spazio, diamo loro attenzione ed entusiasmo per la loro presenza. Chiudiamo gli occhi, accompagnati dal respiro rilassiamo il nostro corpo che è seduto, abbandonato, ed è sostenuto da questa luce che cade dall’alto, che attira a sé…
Ogni peso, rigidità, cede…la luce come acqua ci casca sulla testa, scende lungo il nostro corpo accarezzandolo, lavandolo. Sentiamo i nostri muscoli che si rilassano e cedono attenzione, presenza, si chetano.
D. è qui con noi, e con lei C….le è seduta accanto, il braccio appoggiato sulla spalla, a protezione.
Questa sua presenza afferma la protezione, la dichiara. Il suo essere madre non è cessato con la morte, ancora continua quale angelo. Chiede a noi che la riconosciamo in questa veste, chiede a noi adesione, voto, investitura…io sono certo che così sia. Attraverso il ricordo e il riconoscimento della nostra amica C. daremo a lei rinnovata capacità di protezione quale angelo per sua figlia, ma in noi deve essere forte e salda questa certezza, a noi compete aderire a ciò che la nostra amica C. ha scelto per sé.
Quanto a lungo me l’ha posticipato…non sta a noi indugiare………………………………………..