venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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24 aprile 2008

diciottoaprile 08

Ancora, adesso io Emanuele, per il cerchio, il cerchio spiritico.

Mi piacerebbe molto, sento il desiderio di poter intervenire sui discorsi che fate perché sono discorsi che comunque mi appartengono e muovono in me qualche interrogativo, qualche domanda.
Vorrei dire qualcosa anch’io. Io credo che si commetta un errore grande quando si va a confondere la conoscenza con la coscienza; credere che l’evoluzione dell’uomo, l’evoluzione della civiltà dell’uomo, avvenga attraverso la conoscenza è un errore grave, è un errore che disperde energia, che ci porta lontano.
Io credo invece che l’uomo debba non allontanarsi troppo, non credere che l’intervento – sia esso Divino, sia esso appartenente a mondi diversi dal nostro o comunque estranei da ciò che è l’uomo – possa risolvere, possa dare quell’aiuto, quel contributo affinché l’uomo possa far sì che la sua civiltà prosegua nella direzione giusta, credo sia un errore.
È un errore comprensibile, legato sicuramente al modo in cui è fatta la mente dell’uomo. L’uomo ha bisogno di teorizzare, di esprimere concetti, trarre delle conclusioni per sentirsi tranquillo, per sentirsi in pace…e se poi questa possibilità ci porta ad allontanarci da quella che è la nostra reale possibilità, tanto meglio, deleghiamo…deleghiamo nuovamente.
Così come avviene per l’evoluzione spirituale dell’uomo, anche per l’evoluzione della civiltà dell’uomo dobbiamo ricercare la coscienza; io credo, fermamente convinto sono, che tutto ciò che serve all’uomo sia già dentro di sé, non c’è bisogno di interventi esterni a lui.
Il bisogno è di approfondire al meglio la coscienza, farla emergere affinché possa divenire possibile, affinché possa divenire strumento. Se così avviene per l’evoluzione spirituale dell’uomo, ripeto ancora, così è per l’evoluzione della civiltà dell’uomo…ed evoluzione della civiltà dell’uomo non è sicuramente la scoperta, la ricerca, l’approfondimento, ma l’evoluzione della civiltà dell’uomo è far sì che l’uomo viva sempre meglio ed in armonia con ciò che gli sta attorno. Questa è la teoria, questa è la risposta.
E in che modo si può giungere a ciò? Vi si può giungere attraverso la coscienza, attraverso la possibilità latente che è nell’uomo. L’uomo deve imparare a sviluppare sensibilità, visione e capacità che già gli appartengono. Non serve, io credo, la scienza, la tecnologia, per andare a guarire, a risolvere, a far scomparire cose come le malattie, ma solamente dobbiamo essere in grdo noi uomini di vedere qual è il modo giusto, qual è lo strumento che già possediamo e che possiamo utilizzare.
È più facile però allontanarci, è più facile andare a cercare, a logorarci nella ricerca di soluzioni scientifiche che sono comunque sempre limitate e andranno a sbattere contro qualche cosa.
Io credo che i grandi aiuti che sono stati dati all’uomo, sono venuti attraverso questa capacità sempre migliore e capace di “vedere”.
In che modo si giunge a ciò? Sicuramente non logorandoci attraverso la ricerca, esasperandola, fino a scindere sempre e sempre di più ciò che è già piccolo. L’uomo ha bisogno della capacità di vedere, l’uomo ha bisogno della coscienza di credere di avere già gli strumenti necessari per ricreare quell’armonia che porterà a far sì che la civiltà e il vivere dell’uomo su questa terra sia evoluto, in sintonia con ciò che gli sta attorno. Non attendiamoci la visita di Dei, di Esseri Superiori che portino la soluzione dei problemi che noi ci siamo creati, e cerchiamo di approfondire, cerchiamo di andare a sondare sempre di più e sempre meglio quello che è il bagaglio, il prezioso tesoro che già ci appartiene.
L’uomo ha diversi livelli di comprensione e sono attivati da diversi livelli di coscienza.
Ciò che noi vediamo è limitato perché noi lo siamo; è possibile, esiste nell’uomo la capacità di vedere ciò che gli è necessario, il disegno è chiaro ma noi siamo abili a confonderlo.
Abbiamo altresì bisogno di costruire teoremi che ci portino a definire, a certificare la qualità di ciò che stiamo facendo…e qui vorrei tornare di nuovo all’evoluzione spirituale dell’uomo.
L’uomo, attraverso le sue religioni, ha cercato di creare quel teorema che soddisfacesse la propria e l’altrui mente per poter in qualche modo emergere e divenire riconosciuto dai suoi simili.
Ciò che ci avviene attorno è la naturale evoluzione, è il naturale movimento, il naturale suono e vibrazione…ma è indispensabile che noi arriviamo a creare attorno a questo movimento, respiro, un’immagine che lo renda fruibile a tutti, vendibile a tutti.
La ricerca non è al di fuori, ne ho la certezza profonda: il patrimonio già ci appartiene. Cercare sempre di più e sempre la migliore conoscenza non porta da nessuna parte, è solo ritardare, è solo creare percorsi arzigogolati che ci portano lontano e che ritardano la nostra presa di coscienza.
Quando la disperazione dell’uomo che sbatte il capo in continui e ripetuti vicoli chiusi lo porterà ad arrendersi, a cedere per andare veramente a cogliere qual è l’intuizione?
Intuizione che non è altro che lo strumento che collega la coscienza dell’uomo che vive all’essenza dell’uomo che esiste.
Quando, attraverso l’immagine della grotta di Qumran, cercai di spiegarvi quanta poca importanza avesse il libro che io avevo aperto sulle mie ginocchia…quando finalmente cadde a terra…è realmente questo il momento, io credo, magico. Sia esso per la ricerca spirituale – già vi ho detto – sia per la ricerca di una vita migliore, armonica, in sintonia con ciò che ci sta attorno.
Credetemi, non esiste possibilità di definire quale debba essere lo strumento migliore per far sì che l’umanità, che l’essere umano, possa vivere meglio; la risposta è l’armonia con ciò che ci sta attorno, non vi è dubbio….ma la ricerca esaspera questo contatto, questa comunicazione, questo travasare di vibrazioni, sintonia e movimento, che dovremmo cogliere e che dovrebbe essere la colonna sonora del nostro vivere, la scansione del tempo di ogni singolo nostro respiro.
Pensare di trovare tecnologia che ci permetta di respirare nel modo migliore vuol dire già in qualche modo impedire che ciò avvenga…
Non attendiamoci conoscenza che ci salvi, non attendiamoci conoscenza che ci indichi la via per poter realizzare il nostro destino. Il nostro destino già ci appartiene, facciamo sì che la nostra capacità di vedere, di udire, di sentire, di toccare, ci porti a comprendere qual è il reale posto, il reale ingranaggio in cui noi siamo inseriti, ed è un ingranaggio di una macchina che non esiste perché il movimento è dettato dal respiro.
Portare lontano da noi la soluzione però è più facile, portare lontano da noi la soluzione è in qualche modo impedirci di cercare ed è anche impedirci di trovare. E allora questi attimi di comprensione, queste intuizioni, questi lampi – come li ho chiamati – diverranno incoscienti perché non possiamo tacere ad essi, far sì che loro………………………………………………………………………….
Ho sentito parlare di “pensiero puro”. Esso è l’originale, esso è il non costruito, esso è il non definito.
La mente umana ha bisogno di costruire teorie,teoremi, operazioni, risultati, definizioni, verifiche…
Non esiste quella giusta, io credo, come non esiste la filosofia o la religione giusta; esiste quella che soddisfa il nostro bisogno, fondamentalmente, ed è il bisogno non che appartiene all’uomo, ma il bisogno della parte mentale dell’uomo, per cui ben venga che la mente possa esprimere ciò che è la sua natura alla ricerca di queste teorie, definizioni tanto precise che divengono reali e riscontrabili materialmente… ma è facile trovare elementi a conferma, a suffragio di questa che tanto brava è la nostra mente ad elaborare.
Lasciamo che così sia, ma non esiste, credetemi, la religione giusta, la lettura giusta del tempo e del venire. Esiste – torno a ripetere – quella che ci soddisfa, che soddisfa la nostra mente… ma se ciò serve a chetarla e a far sì che ponga dei momenti di pausa sempre migliori e sempre maggiori, ben venga.
È uno strumento, una componente che appartiene all’uomo, preziosa, pari quanto alle altre due, io credo…………………………………………………………………………………………………