venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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12 novembre 2015

seinovembre 2015

Voi avete parlato di sogno, ma io credo che siano due condizioni diverse, quella che io propongo e il sogno, il sonno...sì, meglio il sonno più che il sogno, è vero. Due situazioni diverse: la prima, quella del sonno, accompagna il vivere dell'uomo, questo alternarsi quasi legato anche a quello che è lo scandire del tempo, pertanto l'abitudine porta a creare quel necessario fermarsi, sicuramente per quello che riguarda il corpo come macchina perché non potrebbe certo non riposare ed essere continuamente attivo, anche se comunque quelle che sono le pompe, quelli che sono il fluire, mantengono caldo quel corpo alimentato e ossigenato, ma di fatto abbandonano quello che è il movimento consapevole, il movimento palpabile, il....difficile da definire, perché comunque rimane attivo il corpo. Se così non fosse non sarebbe certo l'uomo che riposa per tornare ad essere più in forza al suo risveglio. Quello che è il corpo comune è qualcosa di diverso perché se nel sonno ancora, per parlare di quella condizione, la mente continua il suo lavoro quasi che una specie di volano – ancora questa immagine utilizzo – va a portare a proseguire quello che è stato il lavorio sullo slancio di quella che è stata l'attività da desti, da svegli...molte volte si viene a dire che il sogno non è altro che l'elaborare protratto attraverso un movimento avviato durante l'essere desti, questa forza che continua, questa ruota che gira, questo elaborare, analizzare, sezionare, che continua fino a cessare a un certo punto per andare a cogliere situazioni che non appartengono più a quello che è stato il vissuto ma qualcosa di più profondo e la mente riesce a cogliere questa differenza, ne prende atto, ma difficilmente riesce a trasmettere alla consapevolezza dell'uomo desto. In fondo anche il sonno appartiene al ciclo vitale dell'uomo che pensa, respira e cammina, anche se decide di non sprecare ma cercare sosta. Quello con il corpo comune è qualcosa di diverso, nel corpo comune non è possibile, non è utile portare quel movimento di volano che è avvenuto fino a poco prima della decisione di cedere a quello che è il corpo comune. Nel corpo comune esiste una scelta precisa, quella della mente di arrivare a cedere la sua attenzione attraverso un atto consapevole; l'uomo, nel suo libero arbitrio, decide di controllo e attenzione. Cercate lo stagno ora, voletelo e immergetevi in quell'acqua fiduciosi e certi che nulla possa disturbare. Il vostro corpo a riposo è irrorato da quell'acqua, protetto, livellato; la vostra mente a nulla più cercare, anch'essa ha bisogno di riposo, di zittire tutto ciò che ha da dire e annullare tutto quanto c'è da cercare; cede anch'essa come il corpo e si affida a un volere affermato, alla convinzione certa, sicura, di poterlo fare. Nulla più da cercare, nulla più da desiderare. Non è me che dovete cercare d'incontrare ma, semplicemente, quella parte di voi che io sono. L'acqua fluisce in quel vaso; siete voi quell'acqua che valica l'apertura...attraverso quel vaso voi attraversate ciò che voi siete: siete voi quell'acqua. Riconoscersi in essa vuol dire lasciarla fluire. Non è certo possibile arrestarne il flusso. Se voi impedite il passare oltre ciò che voi siete, solamente tensioni e rigidità definite e rappresentate. L'acqua che scorre attraversa senza mai abbandonare. Non è me che dovete incontrare, ma quella parte di voi che più a me rassomiglia. Non è il colore che vi determina ma il tranquillo fluire. Esiste una direzione che determina l'entrare in quel vaso, il fluire e l'uscire, rallentando il respiro la corrente rallenta...il movimento e il tempo sono la pura e semplice necessità della vostra mente che arrogante, coriacea e ottusa si erge a scoglio, intoppo, al fluire di quell'acqua. Dove sei tu, ora? Mantieni desto il tuo essere, attento, ricettivo, in attesa. È l'espirazione che vi aiuta, permette il passaggio...uscire fuori, liberarsi............................................